CAPITOLO 7

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Sospirando tristemente, Melora si alzò lentamente, indolenzita e con le gambe che tremavano dalla stanchezza. Accarezzò piano il visino di Rosalind e poi, la mise nella culla, rimanendole accanto per qualche secondo ancora.

"Sei la bimba più bella che io abbia mai visto... così pura... così perfetta..." disse Melora prendendo la manina di Rosalind e portandola alle labbra. "Prometto che ti proteggerò da tutto e da tutti. Farò l'impossibile purché nessuno ti faccia del male... me inclusa... E qualunque decisione prenderai nella vita, non ti troverai mai da sola... Tuo papà ed io saremmo sempre al tuo fianco, ad appoggiarti e a fare il tifo per te."

Melora sorrise ricordando la luce intenerita negli occhi di Rafael quando aveva preso in braccio la figlia per la prima volta. Aveva dormito su una sedia in ospedale, cullando la bimba contro il petto nudo per farle sentire il calore e il conforto della sua pelle. In quel momento si era sentita vicina a lui più che a chiunque altro.

Uscì dalla nursery senza fare rumore e andò in camera. Mise sul grande letto la valigia con gli abiti nuovi che il personale di Rafael aveva portato in ospedale e l'aprì. Trovò una tuta morbidissima di cashmere rosa che doveva costare l'equivalente di una settimana di stipendio.

La lunga doccia nel bagno di marmo fu un vero paradiso che accarezzò i suoi muscoli indolenziti e l'aiutò a rilassarsi. Si pettinò i capelli bagnati, indossò la tuta con una T-shirt bianca e scese al piano di sotto.

Quello non era un attico, ma una vera e propria villa nel cielo. Il soggiorno aveva un enorme camino e una vetrata che mostrava le luci di New York di notte. Rimase di fronte alla vista meravigliosa. Aveva adorato New York sin dal primo giorno e adesso capiva perché.

"Che ne dici? Meravigliosa città, vero?"

Melora sussultò. Rafael camminava verso di lei con due bicchieri in mano. Indossava jeans e T-shirt neri che evidenziavano il suo corpo armoniosamente muscoloso.

"Sì... È assolutamente incredibile," mormorò lei. " E questa vista... Non ho mai visto niente del genere."

"Bene," disse Rafael sorridendo. "Sono estremamente contento che ti piaccia, visto che è tuo."

Lei arrossì... Non riuscì a distogliere lo sguardo dal corpo possente di Rafael, né dal suo bel volto virile. Cosa aveva detto? Suo? Magari! Rafael le porse un bicchiere.

"Non posso bere... Sto allattando."

"Questo è mio..." spiegò Rafael, indicando il suo Martini con oliva.

"Per te, ho preparato un Shirley Temple."

"Grazie..."

Melora si accorse di avere una gran sete. Vuotò il bicchiere d'un fiato e capì di avere anche fame.

"Sento un profumo delizioso dalla cucina," commentò, speranzosa.

"Ho preparato del riso e quesadillas," rispose Rafael.

"Fantastico! Sto morendo di fame..."

"Spero che la cena sarà del tuo gradimento."

Lui sorrise ancora, ma Melora si accorse che il sorriso non raggiungeva gli occhi. Rafael stringeva lo stelo del bicchiere e aveva le spalle rigide.

"Come hai detto tu, in cucina sono un disastro. Non come certi uomini che sono chef nati."

"Rafael... C'è qualcosa che non va?" chiese Melora, stupita dall'improvviso cambio di umore.

"Va tutto bene, querida..."

"Mi sembri... strano."

"No, sto bene. Che ne pensi di iniziare a mangiare?"

VOGLIO SOLO TEWhere stories live. Discover now