CAPITOLO UNO

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Un'altra missione portata a termine, Gojo e Geto erano davvero imbattibili.Anche Shoko se la cavava, ma non voleva mai prendere parte alle spedizioni che riteneva troppo pericolose.-Non voglio mica morire!-, diceva sempre. Ma, secondo Gojo, non ne aveva semplicemente voglia. E non mancava mai una volta che non litigassero per questo motivo.In realtà era lui a litigare, lei se ne stava per sue, ignorandolo e dandogli dello stupido. A quel punto interveniva Geto, che cercava di calmare Gojo. La maggior parte delle finiva in una rissa fra i due, e Shoko batteva subito in ritarata appena sentiva i passi del preside in corridoio. Così ad andarci di mezzo erano sempre loro due, i più forti, il duo imbattibile.A questo giro, come la maggior parte delle volte, erano solo Gojo e Geto.La missione consisteva nell'esorcizzare una maledizione di secondo livello, che stava creando problemi a un liceo nel centro di Tokyo. La maledizione in proposito si era divorata tre studenti, rivomitando fuori le ossa, così dal rendere impossibile l'identificazione delle vittime. Fu quasi un piacere esorcizzarla. Un piacere molto sudato, ma comunque un piacere.Era davvero disgustosa, con le sue squame viola e e le sue falci ricoperte di sangue e avanzi di carne. Geto lo nascose a Gojo, ma appena se la ritrovò davanti sentì di stare per avere un conato: lui avrebbe dovuto mangiarsela, quella maledizione. E non moriva di certo dalla voglia di farlo. Ma era comunque costretto.Era quella la sua tecnica, mangiare maledizioni e assimilarle in modo da poterle riutilizzare a suo piacimento. Una tecnica utile, forte, era unico per un ragazzo che non faceva parte di nessun clan, e coi genitori che non erano stregoni, vantare una forza così estrema. Ma, ciò nonostante, non si può dire che le maledizioni avessero un buon sapore. Al contrario! Ogni volta che ne ingoiava una era come magliare un panno intriso di vomito utilizzassero per pulire altro vomito. Era peggio della lotta, e doveva costringersi a buttare giù quello schifo e cercare di restare composto, quando in realtà avrebbe preferito gridare e risputare immediatamente fuori quello schifo.Ovviamente, Gojo Saturo questo non lo sapeva. A lui aveva detto che non avevano gusto, se mai gli avesse rivelato questo segreto, ne era sicuro, non gli avrebbe più permesso di utilizzare quella tecnica.Non c'era niente di più terribile per Gojo che vedere il suo compagno soffrire. E lo stesso valeva per Geto. Guardavano l'uno le spalle dell'altro, perfettamente sincronizzati in ogni combattimento.Non avevano rivali.Infatti, ancora una volta, avevano portato a termine la missione, con i minimi danni. Avevano solo distrutto una dozzina di finestre, sfondato qualche porta e buttato giù un paio di pareti. Tutte cose che si sarebbero rotte comunque.-Ti occupi te di togliere il velo?- domandò Geto a Gojo, che però guardò fuori dalla finestra scuotendo la testa.-Geto, non lo trovi buffo? Abbiamo 15 anni, ma non siamo mai stati in una scuola come questa. Pensare che per i non poteri è normale, svegliarsi la mattina e fare ogni giorno le stesse cose. La loro unica preoccupazione sono gli esami, i voti e magari l'amore non ricambiato di qualche compagno di classe. Non hanno idea che possono continuare la loro vita spensierata solo grazie agli stregoni come noi.-È il nostro compito in quanto forti prenderci cura dei più deboli.- disse Geto, chiudendo pacificamente gli occhi-E questo ti basta? Non invidi coloro che possono permettersi una vita così pacifica?-No, Gojo, non li invidio. E poi, non siamo stati abbastanza forti. Guarda- disse, indicando un cumolo di ossa messo davanti ad una porta distrutta -Loro non siamo riusciti a proteggerli. Dobbiamo diventare più forti, così da proteggere tutti, senza esclusioni.Gojo sbuffò, -che noia che sei! Senti, sbrigati a mangiare quella sottospecie di mela- disse riferendosi alla maledizione che Geto teneva in mano, che si era trasformata in una sfera nera. -Così poi ci prendiamo un gelato. Ho sentito che hanno aperto una gelateria proprio qui in centro. Avrei voluto andarci anche con Shoko, ma non cavoli suoi.-Pensi che il prof ce lo permetterebbe?Gojo se la rise sotto i baffi. -Ovvio che no.Geto sorrise al compagno che, doveva ammettere, era particolarmente affascinate nella penombra che il velo donava. Sembrava un fiocco di neve in una notte senza stelle, con quei capelli bianchi che non spazzolava mai, ma riempiva sempre di lacca e di gel. Quante volte si era proposto di sistemarglieli al mattina, ma Gojo piuttosto che farsi toccare era disposto a lanciarsi dalla finestra, al punto che Geto si arrese e lasciò perdere. La sua unica sconfitta, era quella.-Da quando ti piace il gelato, Gojo?- domandò Geto, intento a rimandare l'inevitabile, con la maledizione solo vicina alla bocca.-Bho, a chi non piace? E poi, pensi che non noti le smorfie che fai quando ingoi quelle cose? Almeno ti sciacqui un po' la bocca.Geto sentì un colpo al cuore, una sensazione mai provata prima. Un brivido che partiva dallo stomaco e arrivava fino ai polmoni, togliendoli il respiro.Lui se n'era accorto? Di certo non sapeva quanto disgustose fossero, quello andava oltre ogni immaginazione, ma comunque si era accorto che le ingoiava di mal voglia, e questo lo emozionava. Una tale considerazione nei suoi confronti lo faceva sentire come se stesse fluttuando su una una nuvola.Si girò di scatto, per nascondere le lacrime che erano di colpo spuntate.-Tutto ok?- domandò Gojo.-Sì, sto bene- si affrettò a dire Geto -Sbrigati a togliere il velo, che voglio assaggiare quel gelato.- Poi chiuse gli occhi e ingoiò la maledizione senza esitazione, come si strappa un cerotto.Fu come se avesse una lama che scendeva giù nella gola, lacerandogli le corde vocali.Il gelato non bastò a togliergli quel sapore pesante dalla lingua, che restò per altri cinque giorni.

~ Satosugu ~ Gojo X Geto ~Where stories live. Discover now