CAPITOLO 2 - Attesa

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Corro fuori dall'ospedale e non mi fermo fino a che non raggiungo la prima casa. Controllo i cognomi sul campanello. Niente.

Passo alla seconda casa. Ancora niente. Poi arrivo alla terza, poi alla quarta, alla quinta, alla sesta, alla settima. Continuo così fino a sera.

Qualcosa mi riscuote. Penso alla fame. Ma non è quello. Tendo le orecchie.

Un ululato mi raggiunge. Ethan.

Una seconda voce si aggiunge a quel richiamo, e lo rende più forte e deciso.

Lascio perdere la mia ricerca e corro verso il suono. Corro fino a che non arrivo alla moto di Ethan.

Guardo raggiante i miei compagni. Ethan mi corre in contro, ma non per rassicurarmi. Quando vedo la sua espressione mi blocco per il terrore. Non lo ho mai visto così arrabbiato!

Mi afferra per le spalle e le sue unghie entrano nella mia pelle.

- Cosa credevi di fare?- mi urla contro.

- Volevo trovare mia sorella!- ribatto io con forza.

Mi tira un ceffone. Io salto indietro.

- Non ci hai nemmeno lasciato il tempo di organizzarci!- continua lui.

Guardo Alex, cercando aiuto, ma mi restituisce uno sguardo carico di rabbia.

- Volevo solo...

- No! Ci hai abbandonato come due scemi! Ti abbiamo pure cercato di raggiungere, ma ti eri come volatilizzata!

- Adesso però ci siamo ritrovati!

- Ma a che costo? Ora tutti i branchi nelle vicinanze sapranno dove siamo! Dobbiamo partire subito.- dice salendo in moto.

- No! Devo trovare mia sorella!

- Invece no! Devi scappare con noi! A meno che tu non voglia restare sola.- mi risponde duramente.

Io abbasso lo sguardo. Ha ragione. Non dovevo abbandonarli così. Ma non voglio ammetterlo davanti a loro.

- D'accordo.- dico, avvicinandomi alla moto.

Ma lui mi blocca.

- Credo che potresti anche andare con Alex.

Trattengo il fiato. È peggio di uno schiaffo questo!

Gli volto le spalle e salgo sulla jeep.

Sento la moto partire. Alex entra in macchina e segue Ethan. Io mi rannicchio sul sedile.

- Ha ragione.- mi dice lui.

Io mi volto dall'altra parte.

- Guarda che non devi aver paura di dire quello che credi realmente!

Io continuo a non guardarlo.

- A meno che tu non voglia perdere questa libertà.- dice lui.

Bam! Colpita ed affondata. Ha scoperto il mio punto forte e debole.

- So che ha ragione, solo che non mi va di ammetterlo.- dico infine.

- Bé, sarebbe come mentire a se stessi.

Annuisco.

Continuiamo a viaggiare fino a che non è notte.

A mezzanotte ci fermiamo.

Scendiamo dalla macchina.

- Io ho una tenda, se può servire.- dice Alex.

Ethan annuisce.

Alex va a prenderla. Io non oso guardare Ethan. Sono arrabbiata con lui, ma non voglio litigare.

Quando Alex torna con la tenda, la montiamo ed entriamo. Ci stiamo a malapena in tre. Io vado a destra, Ethan al centro ed Alex a sinistra. Lentamente mi addormento.

****

Mi sveglio improvvisamente. Fa freddo. Mi volto. Ethan ed Alex non ci sono.

Mi alzo e ascolto quello che succede fuori dalla tenda.

- E quando intendi dirglielo?

È Alex che parla.

- Quando si sarà calmata. Ultimamente è troppo agitata.

Questo è Ethan.

- Io ti suggerirei di dirglielo domani. Più la farai aspettare, più ti odierà quando glielo dirai.

C'è un attimo di silenzio.

- Ci penserò. Per ora, è meglio se torniamo a dormire.

Io mi ributto subito sul mio giaciglio. Sento la zip della tenda. Ethan si distende accanto a me. Io gli do ancora le spalle. Quando sente che Alex si è riaddormentato, lo sento muoversi. Si solleva sul gomito e mi da un bacio sulla guancia.

- Notte.

Mi rilasso e ricado nel sonno.

The Omega - Blue EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora