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PORCO POV
uscito dalla punizione non avevo voglia di tornare a casa per poi sentire la furia di mia madre e mio padre scagliarmisi contro.
già possiamo dire che non ero il loro preferito, e quando combinavo questi guai se ne approfittavano per giudicarmi.
fuori pioveva a dirotto ed io avevo solamente il cappuccio per coprirmi, ma comunque non mi tirai indietro.
passeggiai un po' per la città, fino a che non arrivai al ponte di cui parlava sempre Pieck.
quello in cui si imbambolava tutte le mattine, che era situato vicino casa sua.
ci salì sopra e guardai l'orizzonte, ormai il tramonto era pieno di colori che facevano brillare l'acqua e in più la pioggia piecchiettava su di essa creando delle onde.
rimasi fermo a fissare le gocce che si scontravano contro il lago, ripensando a tutto quello che mi aveva portato a picchiare quel ragazzo.

<<ti prego ma l'hai vista quella ragazza minuta di quarto?>> sentì dire dal castano.
mi voltai nella sua direzione e mi avvicinai piano per ascoltare la conversazione.
<<quella con i capelli neri? credo di aver sentito dal prof che si chiami Pieck>> disse il suo amico mettendosi le mani in tasca.
<<prima nel corridoio l'ho vista e mi ha guardato>> il castano si appoggiò all'armadietto ridendo.
<<Cristian non rifare l'errore che hai fatto con quella primina>> cercò di dire il suo amico.
<<si ma la primina era ingenua, lei proprio si vede che lo vorrebbe, ti giuro il modo in cui mi ha guardato, su quando ci scommettiamo?>> il castano si girò verso l'amico che alzò le spalle.
<<scommettiamo su cosa?>> chiese
<<che riesco a farle aprire le gambe e la piego in due>> in quel momento non ci vidi più dalla rabbia e buttai lo zaino per terra lanciandomi sul ragazzo.
la folla si creo intorno a noi e mentre io lo riempivo di botte e lui mi ricambiava il favore generosamente, l'unica cosa che dissi fu:
<<vuoi vedere come ti piego io in due?>>

dei passi si avvicinarono a me, ma non mi voltai, rimasi semplicemente la fermo sotto la pioggia a guardare il lago.
sentì quella persona rallentare e con la coda dell'occhio vidi una chioma nera sotto un ombrello ferma a guardarmi.
<<avevi ragione...questo lago è veramente bello...>> mi girai verso di lei che appena mi vide mi corse incontro.
<<Porko! ma che ci fai qui sta piovendo!>> urlò passandomi l'ombrello.
mi ci misi anche io sotto e guardai la ragazza negli occhi.
<<sono uscito ora da scuola e passavo di qua>> spostai lo sguardo sull'acqua e la ragazza sospirò.
<<dovresti tornar->> cercò di dire ma la interruppi subito.
<<non voglio...non voglio tornarci a casa>> non distolsi lo sguardo dall'acqua.
<<perché?>> mi chiese lei dolcemente.
<<per->> mi bloccai subito non appena cercai di spiegare la situazione.
<<sai un posto dove potrei andare? non ho i soldi per un Motel>> cambiai argomento, sperando di non averla messa troppo a disagio.

PIECK POV
<<sai un posto dove potrei andare? non ho soldi per un Motel>> guardavo il viso del ragazzo, era rilassato, ma il suo occhio leggermente viola e il labbro spaccato, gli davano un aria da niente di buono.
i capelli bagnati gocciolavano per terra ed io subito sorrisi.
<<puoi venire a casa mia>> li presi una mano fra le mie e sentì la tua pelle diventare pietra.
<<davvero?>> chiese confuso ed io annuì tirandolo via per il braccio.
<<dai muoviti che qua piove a dirotto>>

entrammo in casa e mi tolsi le scarpe lasciandole fuori.
<<scusami non ho sistemato>> casa mia era un casino, la cucina piena di piatti sporchi, tanti fogli e altre cose erano buttati per terra.
<<dovresti avvisare almeno, non vorrei che si preoccupino>> posai lo zaino per terra e lui mi imitò.
<<non gli e ne frega un cazzo>> rispose secco lui mentre si slacciava le scarpe.
<<almeno Marcel, digli che stai bene e resti fuori, perfavore>> mi girai verso il ragazzo con un'aria di supplica.
rimase in silenzio per un momento e poi annuì abbassando lo sguardo.
<<ti prendo dei vestiti, se vuoi farti una doccia vieni sta al piano di sopra>> salì le scale velocemente e sentì il telefono del ragazzo squillare.
mi misi inginocchiata dietro la colonna per ascoltare la conversazione.
<<Marcel, si sono uscito da scuola, ma non torno a casa sta sera dormo fuori>> sentì dire da Porko.
<<Porko mamma e papà sono furiosi, non credo ti convenga>> sentì dire dal fratello al telefono.
<<appunto per quello non torno a casa, ci vediamo domani a scuola>>
<<si va bene>> la chiamata si interruppe e sentì i passi di Porko salire verso le scale.
mi alzai in piedi e corsi in cima ad esse, prima che si accorgesse di me.
andai al piano di sopra diretta verso la camera di mio padre per prendere i vestiti, ma mi bloccai non appena la mia mano sfiorò la maniglia.
<<no...>> sibilai cercando di prendere coraggio e aprire la porta.
<<dov'è tuo padre?>> chiese Porko che era sbucato magicamente di fianco a me.
saltai in aria per lo spavento, lui se ne accorse e sollevò le mani in alto.
<<viaggio di lavoro>> sorrisi spingendo in avanti la porta ma non appena entrata non riuscì a fare un passo in più.
rimasi bloccata a guardare il punto in cui avevo trovato mio padre quel giorno.
<<Pieck? ti senti bene?>> chiese il ragazzo dietro di me.
mi mossi velocemente.
andai al cassetto e presi dei pantaloncini neri e una maglia del medesimo colore, non lo richiusi neanche, uscì dalla stanza e chiusi la porta di scatto.
il ragazzo nel mentre era rimasto lì a fissarmi confuso.
<<tieni i tuoi vestiti! il bagno è di la>> indicai la porta vicino le scale e lui annuì prendendo i panni dalle mie mani.
non appena la porta si chiuse io mi fiondai in camera mia e iniziai a camminare avanti e indietro mentre mi stringevo le braccia.
<<calmati calmati calmati>> sibilavo ad ogni passo che facevo.
mi misi seduta sul bordo del letto e sentì l'acqua aprirsi, il ragazzo doveva appena essere entrato nella doccia.

rimasi la sul letto seduta a giocarmi con i capelli finché non sentì la porta del bagno aprirsi.
<<Pokko! i vestiti vanno bene->> quando spuntò davanti camera mia notai che la maglia di mio padre gli stava leggermente piccola e quindi metteva in evidenza il fisico bel scolpito...non che mi dispiacesse eh.
<<si>> rispose scendendo al piano di sotto.
rimasi la ferma e poi decisi di cambiarmi anche io per mangiare.
presi da sotto il lenzuolo il pigiama, che consisteva in un pantaloncino di raso nero e la cannottiera, tanto faceva ancora caldo.
mi legai i capelli e scesi di sotto per andare in cucina, in cui trovai Porko intento a guardare nel frigo.
<<Porko?>> chiesi sbucando da dietro l'anta che teneva aperta con la mano.
il ragazzo si girò a guardarmi e notai un filo di rossore avanzare sulle sue guance.
<<cucino io>> disse cercando di distogliere lo sguardo da me, molto probabilmente era per il pigiama.
<<mmh ok...sai come si fa?>> chiesi guardando dentro al frigo e beccandomi una sua occhiataccia.
<<certo->>
<<bene allora puoi scongelare la salsiccia che c'è in frigo nel forno>> risposi facendoli l'occhiolino.
<<t-tu vuoi che metta la salsiccia nel forno?>> chiese alzando un sopracciglio.
<<beh si>> risposi tirando fuori dal frizzer la carne.
<<ma ne sei sicura io- ah tu dicevi le salsicce->> mi guardò sconvolto ed io risi appoggiando la carne sul banco da cucina.
<<certo! che cosa altro dovevo intende->> il mio sorriso fu spezzato da un'espressione abbastanza scioccata.
<<sei serio?>> appoggiai le mani al tavolo.
<<...come si apre il forno?...>> chiese fischiettando e piegandosi in avanti scrutando l'elettrodomestico.

<<sei bravo a cucinare non me lo aspettavo>> misi i piatti nel lavello e sorrisi.
<<mmh>> fu la sua risposta mentre puliva il forno con lo Chante Clair.
<<allora puoi dormire sul divano se vuoi, sennò dormi tu in camera mia e io mi accomodo sul divano>> guardai il ragazzo che scrutò il mio divano annuendo.
<<mi accontento del divano>> posò i detersivi e chiuse la luce della caldaia.
<<io vado a dormire, ci vediamo domani>> disse sospirando e dirigendosi verso il divano.
<<aspetta!>> corsi verso l'armadio a muro e lo aprì cercando delle coperte e un cuscino.
<<non ho bisogno->> fu interrotto da una pila di coperte che mi crollarono in faccia.
caddi per terra di culo con almeno cinque coperte pesanti che mi soffocavano.
una di esse si alzò liberandomi la faccia e il viso del ragazzo sbucò dall'angolo libero.
<<hai visto che casino hai fatto?>> chiese sbuffando.
mi alzai in piedi ridendo e incominciai a piegare le coperte rimettendole a posto.
<<se hai bisogno di qualcosa dimmelo sono di sopra>>
andai verso le scale ma non appena il mio piede toccò la tegola di legno mi fermai subito.
<<Pieck...grazie>> mi girai verso il divano, che dava le spalle alle scale, sopra cui era coricato Porko e sorrisi.
vidi il suo riflesso dalla finestra, il viso rilassato e i capelli che ora ricadevano spettinati sul suo viso mi fecero arrivare una piccola fitta allo stomaco.
sali al piano di sopra e chiusi la porta della mia stanza.
non appena entrai sospirai, mi sarebbe aspettata un'altra nottata in bianco.

&quot;𝘐 𝘨𝘰𝘵 𝘺𝘰𝘶&quot;Where stories live. Discover now