CAPITOLO IV

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"Zeke,ho qualcosa di davvero importante da dirti" queste furono le prime parole diLacey non appena valicai il ciglio della porta di camera mia "V-Va bene Laceyraccontami tutto" Non avevo la più pallida idea di cosa mi avrebbe rivelatoLacey da li a pochi secondi , sapevo solo che era importante, molto importante.Lacey incominciò a raccontarmi con voce tremolante quasi come se avesse pauradi deludermi o ferirmi: "Zeke, mentre interrogavi i condomini sono ritornata acasa per prender il caricatore del telefono che mi ero dimenticata di metterenello zaino" Lacey parlava mentre io aspettavo solo che mi rivelasse il peggioche potesse accadermi così continuò senza interrompersi "Mentre scendevo lescale però ho incontrato la signora Smith accostata al portone, la mia vicina di casa che stavaappunto parlando del suicidio del signor Mckay che intanto aveva fatto lanotizia del paese. Parlava con un tono di voce che sembrava dimostrare quasi unsenso di soddisfazione, mi incuriosì il comportamento della signora così nonesitai a chiedergli del signor Mckay sperando che lo conoscesse o che avesseavuto un incontro o almeno avessero parlato. Mi rispose come se mi volessesbattere la verità in faccia, come se mi volesse far rimanere desolata" Laceysi interruppe di scatto come se fosse rimasta veramente desolata dopo larisposta della signora Smith, ma io continuavo ad avere questa ansia che miprendeva lo stomaco e che mi faceva muovere la gamba avanti e indietro senzaneanche rendermi conto che avevo paura di qualcosa che per adesso non conoscevoneanche. Sapevo che mi ero ridotto così con le mie stesse mani, coinvolgermi in questa storia che era piùgrossa di me fin dall'inizio forse è stato un errore? Può darsi, ma dopo tuttoquello che avevo fatto per arrivare fin qua dovevo ascoltare Lacey, e le sueparole che forse, una volta per tutte mi avrebbero svelato la verità. Lacey miguardava come se sapesse di avermi fatto del male, ma non potevo continuare afarla preoccupare così, allora feci un respiro profondo cercando di fermare lagamba destra che si muoveva freneticamente: "Lacey, non ti sentire in colpaperché non devi, io ti ho trascinato qui e adesso non possiamo fare più nientese non accettare la verità" Lacey mi prese la mano e riprese a raccontare "L-Lasignora mi disse che conosceva una coppia con una bambina di 11 anni, una suavecchia conoscenza che aveva denunciato il signor Mckay per molestie sessuali"Mi prese una fitta allo stomaco, il signor Mckay che tutti reputavano genitle esimpatico e che mi chiedeva come stavo ogni volta che lo incontravo avevamolestato una bambina di 11 anni. Questa era la verità che si nascondeva dietroa tutto questo? Non lo sapevo ancora ma forse ero io che non ero disposto adaccettarla proprio come il suicidio dello stesso Mckay, tutti i miei sospetti,i miei ragionamenti e gli interrogatori non avevano avuto nessuna rilevanzaperché era qualcosa che esisteva solamente nella mia testa. Sentivo un rifiuto verso me stesso, verso ildetective che volevo essere ma che non aveva scoperto niente di niente perchéforse non ero così portato, e sentivo diaver fallito. La verità forse era più semplice di quanto pensassi e Lacey me l'.avevaappena svelata. Dovevo pur reagire perché Lacey senno avrebbe pensato di avermiperso completamente: "Lacey, grazie per avermi detto la verità, non è da tutti,scusa se ti sei ritrovata davanti a tutto questo. Ti voglio bene" Io e Lacey ciabbracciammo senza dire una parola, in silenzio. Avevo, fin da piccolo, volutofare il detective ma quando mi sono ritrovato davanti a questo caso di suicidioe pedofilia capivo perché i miei genitori mi raccomandavano di farlo a maggioreetà. A quindici anni non avevo la forza per sostenere il peso di queste verità.Tu non puoi cambiare niente perché non sei nient'altro che un granellinonell'universo, forse mi ero fatto prendere dall'angoscia e decisi di uscire afare una camminata con Lacey: "Lacey che ne dici se andiamo un attimo allacupola?" Lacey si alzò dal letto e rispose: "Va bene Zeke, andiamo" Scendemmoal piano di sotto dove salutammo la mamma e mentre scendevamo le scale passammoper l'abitazione del signor Mckay dove sitrovavano le scatole che probabilmente racchiudevano gli averi della vittima.Io e Lacey ci guardammo, dovevo dare un'ultima chance al signor Mckay eguardare se avesse qualcosa che smentisse le accuse a lui rivolte o se si fosseucciso per qualunque altro motivo che non fosse la pedofilia. Io e Lacey cifiondammo a frugare nelle scatole con l'unico desiderio che la polizia nonarrivasse da un momento all'altro per portarsi via ormai quello che rimanevadel signor Mckay. Alla terza scatola nella quale cercavamo trovammo unquadernino marrone in pelle dove c'erano scritte queste parole che mi feceroprovare un brivido lungo la schiena "La memoria che resterà di me" lopresi e me lo misi in tasca senza fiatare. Dopo la camminata con Laceyarrivammo alla cupola, con quel tipicoodore che mi faceva sentire a casa. Io e Lacey ci sedemmo: "Lacey adessoleggerò cose c'è scritto nel diario, vuoi ascoltare?" Lacey annuì e mi mise unamano rassicurante sulla spalla. C'erano scritte queste parole: "Sono GleenMckay e ho 69 anni, molto probabilmente leggerete questo quando io non ci saròpiù perché il pensiero mi ha consumato. Sono stato accusato dalla famigliaWatson per aver abusato della loro bambina. Mi sono impegnato per diventare una persona migliore dei miei genitoriche hanno commessi degli sbagli che ho giurato di non commettere mai nella miavita di adulto. Sono stato accusato qualche anno fa ingiustamente senza avercommesso niente di quanto affermato. Le accuse mi hanno consumato da dentro emi sono sentito soffocato da qualcosa che non esisteva. Mi sono tolto questopeso e adesso sono finalmente libero e riposo in un posto migliore. Addio...".Il signor Mckay era stato accusato e non aveva retto il peso dell'ingiustizia. Riuscivoa comprendere, ma c'era qualcosa che mi bruciava dentro e non mi faceva accettarequesta dolorosa verità che avevaconsumato il signor Mckay. Mentre osservavo l'orizzonte di Millport con ancoraqualche pezzo di neve non ancora sciolta, una lacrima mi solcò lentamente ilviso.

MR.MCAKYWhere stories live. Discover now