CAPITOLO III

1 0 0
                                    

Era un nuovo giorno e proprio oggi avrei deciso di indagare sull'assassino che secondo il mio punto di vista avrebbe ucciso il signor Mckay e che si stava nascondendo proprio davanti ai nostri occhi e agiva indisturbato. Non potevo certamente contare sulla polizia che aveva classificato l'accaduto come suicidio lasciandosi ingannare dai fatti che sembravano proprio intendere questo senza neanche indagare sulla vita privata del signor Mckay che stranamente non esisteva, facendo scatenare questo meccanismo nella mia testa, il fatto che la vittima non aveva contatti con nessuno al di fuori del condominio mi aveva fatto pensare a una sola cosa: che l'assassino si trovava proprio all'interno del palazzo. Detto questo avevo bisogno di concentrarmi e prendere una boccata d'aria così dopo aver infilato le pantofole scesi al piano di sotto. "Ehi Zeke, dormito bene?" la mamma sapeva perfettamente che non avevo dormito e così risposi "Devo dire che pensavo di peggio". Dopo aver fatto una buona colazione con bacon e uova avevo bisogno di uscire con Jack, presi il guinzaglio e uscì dal retro dove di trovava un'enorme prateria che io e Jack avremmo attraversato tutta di corsa. Avevo ragionato sul fatto di coinvolgere Lacey in questa storia, da una parte sentivo di non doverlo fare perché questa era una faccenda che riguardava esclusivamente me e la giustizia per il signor Mckay, ma i detective più famosi nella quale mi proiettavo nel futuro avevano un aiutante su cui contare, quindi decisi che Lacey sarebbe stata la mia spalla destra. Al ritorno io e Jack ci fermammo da Lacey, senza nessuno scrupolo suonai il campanello sperando che Lacey rispondesse il prima possibile. "Mamma vai te" sentivo Lacey dalla porta che molto probabilmente non aveva voglia di alzarsi. "Buongiorno Zeke, sembri affannato vuoi entrare a prendere un po' d'acqua?" Lacey per fortuna non aveva avvisato la signora Anderson su quanto successo, adesso non avevo tempo per pensare troppo così risposi: "Si signora Anderson, ho solo corso un po' con Jack non si preoccupi. Mi farebbe piacere entrare per scambiare due parole con Lacey" la signora Anderson mi fece accomodare subito e mi fece lasciare Jack in giardino mentre io correvo su per le scale che portavano alla camera di Lacey. Busso tre volte e Lacey capisce subito che sono io, mi apre e quasi con aria sconsolata mi disse: "Zeke, stavo pensando a te proprio adesso, sapendo come sei fatto sapevo che questa notta non avresti chiuso occhio mentre pensavi al suicidio del signor Mckay. Non ero pronto, ma mi dovevo fare coraggio e dirle se volesse fare la mia aiutante: "Lacey il caso del signor Mckay analizzandolo dettagliatamente sembra che si tratti di omicidio e voglio scoprire chi è stato visto che la polizia ha liquidato il caso come suicidio, il signor Mckay non aveva nessun contatto esterno, non si sa niente dei suoi parenti, nipoti e figli. Conosceva solamente persone del condominio, quindi la vittima non aveva apparenti motivi per togliersi la vita, voglio che tu mi aiuti a scoprire chi è stato facendo luce su questo caso." Lacey mi guarda fisso e risponde quasi senza fiato: "Z-Zeke va b-bene, ti a-aiuterò." Mentre esultavo dentro di me avevo pensato a cosa fare nel dettaglio con Lacey e gli spiegai il mio piano: per prima cosa Lacey avrebbe chiesto ai suoi genitori di dormire da me in modo da analizzare le vittime il giorno e la notte. Io avrei fatto alcune domande sul signor Mckay ai condomini, che non riusciranno a comprendere che sto cercando di indagare sull'assassino che si nasconde in uno di questi quattro piani. Lacey avrebbe riportato tutto sul quadernino dedicato al rapporto di fatti, eventi e sospetti e cercato informazioni riguardanti la vita privata del signor Mckay. Inoltre avremmo studiato l'orario dei condomini sia di giorno che di notte, così a fine giornata con un quadro completo avremmo tratto le conclusioni sul presunto assassino. "Facciamolo!" Lacey rispose con un entusiasmo che non mi sarei mai aspettato e si fiondò immediatamente a fare lo zaino mettendo le cose indispensabili per passare questa lunga giornata di investigazione come mia aiutante. Io e Lacey avevamo solamente quindici anni, il mondo ci stava offrendo questa possibilità che nessun altro mi avrebbe mai dato, io non potevo sprecarla. Presi Jack e ci incamminammo verso casa mia dove saremmo riusciti per la prima volta in vita nostra a svolgere una vera e propria indagine, mia madre non era a casa e molto probabilmente era andata a fare la spesa. Sistemammo la postazione in camera mia, diedi il mio computer a Lacey in modo che potesse svolgere le ricerche mentre io scesi al primo piano in modo da partire con i primi sospettati, i signori Grant. Nella mia testa pensavo che fosse impossibile che una coppia di anziani avesse potuto uccidere il signor Mcaky alto il doppio di loro, ma non potevo dare niente per scontato e suonai il Campanello. Rispose con voce rauca e tremolante il signor Grant: "Chi è" risposi mentre sentivo l'ansia salire: "Sono Zeke Reiner il ragazzo del terzo piano, mi servirebbe un po' di peperoncino, per il pranzo di di oggi!" mi ritrovai quasi a strillare in modo che il signor Adams mi riuscisse a sentire al di là della porta. Mi aprì, è stato più semplice di quanto pensassi pensai, il signor Grant mi accolse col sorriso e mi sentii afflitto da un senso di colpa, stavo approfittando di quella gentilezza per riuscire a scoprire qualcosa riguardante l'omicidio. Non potevo tornare indietro così dissi: "Grazie mille signor Adams, mia mamma aveva fatto la zuppa e aveva bisogno del peperoncino fresco e mi ha mandato a chiederlo a lei che lo coltiva direttamente dal suo orto." Sorrise e mi rispose: "Ha fatto bene la mamma, ne ho uno per te bello maturo" mentre ci avviavamo verso il giardino decisi di incominciare col mio interrogatorio e dissi: "Signor Adams ha saputo del signor Mckay'?" Lui mi rispose come se fosse un po' perplesso: "Si ho saputo e mi dispiace molto, il signor Mckay era gentile e ci portava il giornale fino allo zerbino in modo da non sforzarci e andarlo a prenderlo fuori nella cassetta della posta. Detto questo non avevamo mai parlato seriamente" Il signor Adams aveva affermato di non conoscere più di tanto il signor Mcaky e che si dimostrava nei loro confronti sempre in modo gentile. Così lo ringraziai e uscì da casa sua, troppi fattori escludevano i signori Grant da presumere che fossero i colpevoli. Dovevo passare alla signorina Cambpell che dopo aver visto il cadavere del signor Mckay non si era lasciata minimamente turbare ed era sparita subito dopo aver chiamato la polizia. Suonai il suo campanello e mi inventai un'altra scusa: "Signorina Cambpell sono Zeke Reiner del terzo piano, le volevo chiedere una cosa riguardante la scuola" La signorina Campbpell stranamente non era in casa, e così dovetti passare subito al secondo piano. La famiglia Brown aveva avuto tanti problemi familiari perché i figli hanno combinato qualche guaio di troppo mentre i genitori avevano rischiato di lascarsi numerose volte, così bussai e cercai una motivazione valida per entrare in casa loro e ancora una volta dissi: "Sono Zeke Reiner del terzo piano volevo chiedervi se mia madre aveva lasciato la sua copia di chiavi qua" mia mamma frequentava la signora Brown e questo mi permise di agire indisturbato e fare domande che speravo mi avrebbero fatto capire qualcosa di più sul signor Mckay e di fatto mi aprirono subito. Guardandomi intorno casa loro era visibilmente disordinata ma questo ora non aveva importanza, la signora Brown mi disse: "Ciao Zac, non mi sembra, adesso provo a controllare in cucina" la signora Brown sbagliava il mio nome e per quanto potessi correggerla la volta successiva che la incontravo lo diceva sbagliato lo stesso e quindi decisi di smettere di correggerla e risposi "Va bene grazie" gli altri membri della famiglia non c'erano e questo mi incuriosiva, allora chiesi: "Signora Brown dove sono i suoi figli e suo marito?" La signora mentre guardava sotto le lenzuola del letto mi disse: "Elizabeth ed Andrew non so dove siano mentre mio marito è ha prendere la frutta" era proprio questo il momento di fare qualche domanda sulla vittima: "Ha saputo del signor Mcaky, cosa ne pensa?" lei si girò di scatto e mi disse: "Giovanotto non ti dovresti preoccupare di queste cose, e sinceramente sapevo che quell'uomo stava mentendo a tutti, non mi è piaciuto dal primo giorno in cui ci siamo trasferiti. " Dal rancore che provava la signora Brown decisi di andare più a fondo: "Come mai signora Brown? eppure il signor Mckay era simpatico e gentile e credo che non abbia mai mancato di rispetto a nessuno del condominio" La signora mi rispose con tono deciso: "Non mi piaceva che il signor Mckay svolgesse una vita solitaria, e secondo il mio punto di vista tutte le persone solitarie hanno qualcosa da nascondere, comunque non sono riuscita a trovare le chiavi potrebbe non averle lasciate qua" La signora Brown non nutriva una simpatia per la vittima, la sua motivazione si basava solamente su una sua convinzione che non avrebbe portato a uccidere il signor Mckay. Per adesso nessuno aveva avuto una motivazione valida per arrivare ad uccidere. Così mi rimaneva il signor Robertson che si era trasferito e che era in attesa di un acquirente così bussai: "Signor Robertson sono Zeke Reiner del quarto piano ho un'informazione da chiederle!" La porta si aprì ma non era il signor Robertson ma bensì un ragazzo alto e all'apparenza sembrava straniero, faceva paura e di sicuro non era felice di vedermi, ingoiai la saliva rimasta e dissi: "B-Buongiorno, pensavo ci fosse ancora il signor R-Robertson, lei chi è?" il ragazzo non rispose, esitò e mi schiuse la porta in faccia, avevo finalmente trovato qualcosa di interessante e terrificane allo stesso momento. Un individuo si trovava nell'appartamento del signor Robertson da non si sa quanto tempo, perché nessuno lo aveva mai visto e in più si era rifiutato di parlare con me. Potrebbe esserci lui e il signor Robertson ma era un'affermazione troppo avventata visto che nulla è come sembra. Eravamo arrivati al terzo piano dove oltre alla mia famiglia si trovava un ragazzo che si era trasferito da poco da Londra, Casey Garfield nel palazzo non aveva ancora fatto conoscenza con nessuno, si sapeva solo che praticava per molte ore al giorno sport, per questo oggi con Lacey l'avremmo tenuto d'occhio. Ovviamente dopo aver suonato nessuno mi rispose perché come previsto non c'era, questo lo portava ad essere uno dei principali sospettati. Mancava quindi solo una persona: il signor Wilson, un medico chirurgo che aveva tutte le capacità per inscenare questo finto suicidio, sapeva come trattare il suo corpo una volta ucciso e inoltre svolgeva dei turni lavorativi che lo tenevano impegnato dalle sei di sera fino alle cinque di mattina dove una volta tornato con l'intera città ancora addormentata avrebbe potuto creare questo macabro scenario. Suonai il campanello, rispose con un tono di voce spaventato, come se avesse paura di qualcuno o qualcosa, allora dissi: "Sono Zeke Reiner del terzo piano, vorrei chiederle qualcosa riguardo la sua professione di chirurgo per un compito scolastico" sentì la porta vibrare e lui dire. "Non posso Reiner, sono impegnato e non sarò reperibile per tutta la prossima settimana, scusa." Era tutto alquanto sospetto e il signor Wilson diventò quindi uno dei sospettati su cui porre una discreta attenzione. Avevo finito di interrogare tutto il condominio a modo mio cercando di capire il legame che c'era tra i sospettati e la vittima, avevo scoperto alcune cose di cui, fino ad ora ignoravo, come ad esempio Casey Garfield che abitava nella casa del signor Robertson senza che nessuno lo sapesse, il terrore percepito nella voce del signor Wilson, l'assenza della signorina Cambpell e infine il sospetto della famiglia Brown. Tutti sembravano aver qualcosa di sospetto, ma solo uno era l'assassino. Non mi restava che tornare a casa e comunicare tutto a Lacey che intanto speravo che sarebbe riuscita a trovare qualcosa riguardante la vita del Signor Mckay. Entrai in casa e intanto era arrivata mia mamma che appena mi vide mi disse: "Ciao Zeke, Lacey mi ha avvertito che dorme da noi, dove sei stato?" risposi mentre mi toglievo le scarpe velocemente per salire al piano di sopra dove si trovava Lacey e dirgli tutto quello che avevo scoperto così diedi una risposta veloce a mia mamma. "Niente mamma te lo spiego dopo" mentre salivo le scale più veloce che potevo sentì il sospiro di disapprovazione di mia mamma e così entrai in camera affannato e Lacey aveva una cosa importante da dirmi, forse ancora più importante di quello che avevo scoperto, che probabilmente avrebbe cambiato totalmente il corso delle indagini.

MR.MCAKYWhere stories live. Discover now