CAPITOLO I

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(Millport, isola di Great Cumbrae, Scozia 1989)

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il 17 Gennaio del 1989 Zeke Reiner, un semplice ragazzo di quindici anni visse un episodio che gli sconvolse la vita...

Millport era completamente bianca a causa della neve che era scesa nella notte, amo il freddo e una delle cose che mi piace fare in questo periodo era quello di andare a correre in mezzo a un campo completamente innevato insieme al mio cane Jack. Pensavo che questo mi sarebbe servito per schiarirmi le idee, ogni tanto mi giro verso l'orizzonte riuscendo a scorgere la spiaggia completamente bianca, una di quelle cose di cui non ti stancheresti mai di guardare. "Andiamo Jack! Mamma e papà ci aspettano." Vivo a Millport una piccola cittadina situata sull'isola di Great Cumbrae, in Scozia, durante il tragitto di ritorno mi sono messo a pensare se un giorno me ne sarei andato da questa palude che mi escludeva dal resto del mondo, mi sento come quando non venivo invitato alle feste di compleanno dei miei amichetti in 3 elementare, avevo la sensazione che le altre persone stessero vivendo veramente la propria vita, mentre io mi trovavo qui escluso e abbandonato a me stesso. Ero arrivato a Crowford St, la via in cui abito con miei genitori, un piccolo condominio nella quale vivevano, oltre alla mia famiglia altre 10 persone, in fin dei conti non mi dispiaceva visto che si trovava vicino a casa della mia migliore amica Lacey, una di quelle poche persone con cui mi piaceva trascorrere il tempo in lunghe camminate sulla spiaggia nella quale parlavamo del futuro e delle nostre ambizioni. "Mamma, sono a casa" dissi alzando il tono di voce in modo che mia madre mi sentisse fino al piano di sopra, "Oh Zeke sei tornato, vatti a fare un bagno caldo, fuori si congela". "Va bene mamma.." con tono scocciato e svogliatezza mi preparai per fare un bagno che, secondo mia madre, mi avrebbe fatto riprendere le energie. La mia famiglia è poco interessante, mia mamma ha 53 anni e fa la maestra della scuola materna mentre mio Padre è stato arruolato nel Gordon Highlanders, da quanto ho capito un reggimento di fanteria di reclutamento scozzese dell'Esercito Britannico, fino a qualche hanno fa, adesso è in pensione. Millport proprio non la sopporto, vorrei avere tanti cugini proprio come i miei amici che trascorrono le vacanze insieme a tredici cugini e ventidue parenti, mentre la mia famiglia quando ci riuniamo tutti assieme siamo noi tre , e la nonna Betty. Una delle cose più tristi che io abbia mai visto. Mentre per quanto riguarda me, sono un ragazzo semplice, non sono uno di quei geni incompresi e neanche uno di quei ragazzi di cui non gliene frega niente di nessuno e delle cose, vivo la mia vita al meglio possibile, cercando di coltivare le mie passioni e di andare bene a scuola. Una delle cose che mi contraddistingue dagli altri miei coetanei però, è riguardante una specie di passione che io definisco più che altro curiosità, è quella dello studio del comportamento umano, per farla breve, vorrei diventare uno di quei detective che riesce a individuare un colpevole in base a come si relaziona con le altre persone. Una cosa che i miei genitori definiscono strana, ma sono semplicemente fatto così, senza un amico e interessato così tanto alle relazione delle altre persone, sembra una barzelletta. Entro nella vasca da bagno provo un leggero brivido che mi percorre dalla testa ai piedi, il pensiero della scuola e dei mille impegni mi fa rabbrividire, ma in questo momento non voglio pensare ad altro oltre che a me stesso e i pensieri che mi fanno stare bene. "Mamma, ho finito, mi vesto e vado da Lacey" dopo un piccolo attimo di silenzio la mamma risponde "Va bene, ma vedi di rientrare per cena" me lo aspettavo "Va bene". Mi vesto e percorro i 100 metri che separano la mia casa da quella di Lacey, ogni volta mi scoccia andare a casa sua, ho paura di essere inopportuno. Suono il campanello e mi apre la mamma di Lacey, la signora Anderson "Ciao caro, sei arrivato giusto in tempo per la mia torta di mele", adoro la torta di mele della signora Anderson ma la mia estrema timidezza mi porta a rispondere con: "No, non si preoccupi ho già fatto merenda a casa" lei mi risponde con estrema gentilezza e con un enorme sorriso stampato sulla faccia "Va bene allora te ne metto un pezzo da parte così la puoi mangiare domani a colazione" non posso rifiutare e rispondo con immensa gratitudine "Va benissimo, grazie mille" Vedo Lacey scendere le scale "Zeeeke da quanto tempo!" mi salta quasi addosso, mi sembra Jack. "Lacey mi fa piacere, andiamo in camera tua che ti devo parlare di alcune cose?" la vedo sorridre in modo crudele "Andiamo dai, non oso immaginare." Percorriamo le scale per giungere al piano di sopra, entriamo nella sua stanza così spaziosa nella quale è riservato un piccolo spazio per tutti i giornali vecchi del Millport newspaper, che suo padre conserva con grande cura. Probabilmente me ne farò regalare qualcuno per il mio compleanno, in modo da studiare i crimini che commettevano gli uomini novant'anni fa, la cosa infondo mi incuriosisce. Io e Lacey ci sistemiamo sul suo letto in ginocchio e gli incomincio a parlare della scuola, della mia famiglia e del mio desiderio di andarmene di qua, Lacey mi ascolta con gentilezza e premurosità, è una ragazza dolce e sensibile un'amica che potrei definire in qualche modo speciale. Viene da una famiglia abbastanza ricca, suo padre, il signor Anderson, è stato per molti anni uno dei più celebri avvocati di tutta Scozia, mentre sua madre è una dottoressa che lavora al Glasgow Royal Infirmary. Insomma siamo due ragazzini entrambi figli unici che condividono la stessa idea riguardo al futuro, ogni tanto mi fa piacere avere il supporto di Lacey anche perché i miei genitori non mi danno tregua e continuano ad assillarmi sul diventare un buono studente che un giorno diventerà importante in questo mondo, a dire il vero questa idea di diventare importante e di riuscire ad arrivare in in luogo al centro del mondo è uno dei miei più grandi desideri ma non sono ancora pronto. Non riuscirei adesso a trasferirmi in uno dei più grandi stati del mondo perché ho visito da sempre su quest'isola chi in un certo senso mi separava dal mondo creandomi una specie di scudo di protezione . Lacey mi ascolta e dopo un paio d'ore di chiacchierata torno a casa. "Lacey ci sentiamo domani allora?" mentre controlla i messaggi che le sono arrivati sul telefono mi risponde "Va bene ci incontriamo al Little Cumbrae Lighthouse, e ricorda di portare con te Jack" devo dire che mi piace portare Jack in riva alla spiaggia e fargli ammirare un po' della costa innevata "Non mancherò né io né Jack, a domani" . Torno a casa e la prima cosa che faccio dopo aver mangiato una bella zuppa è quella di buttarmi sul letto e cercare di prendere sonno, voglio svuotare la mente addormentarmi in totale silenzio e tranquillità, basta pensieri sul futuro, sulla famiglia e sulla scuola, mi creano solo ansia e malessere. Mentre fisso il soffitto i miei occhi si socchiudo man mano e cado in un sonno pesante. Mentre non riesco ancora totalmente ad aprire gli occhi vedo la luce entrare dalla mia finestra, faccio un balzo dal letto e controllo l'orario, sono le 9:45 e mi dovrei incontrare con Lacey alle 10:00, mi infilo i calzini mi cambio i pantaloni mentre lascio il pigiama sotto la felpa. Passo dalla cucina e infilo dentro una bustina degli alimenti 3 biscotti e porto con me uno snack per Jack. Metto tutto nello zaino già, pr fortuna, dotato di borraccia preparata la sera prima e sono pronto per uscire insieme al cane, io e Jack corriamo per 500 metri fino ad arrivare al porto, controllo l'orologio e sono le 10:25. Intravedo la faccia di Lacey e capisco che mi beccherò una bella sgridata: "Zeke, sei il solito, non si possono prendere appuntamenti con te!" , "Lacey Jack mi è scappato per strada e ho perso un po' di tempo per riuscire ad acchiapparlo" dovevo inventarmi una scusa sennò Lacey non mi avrebbe rivolto la parola per il resto della mattinata. Finalmente mentre percorriamo i primi metri lungo la costa posso mangiare i miei biscotti mentre Jack mangia uno snack al manzo, come al solito io e Lacey andiamo fino in fondo alla costa, dove si trova "LA CUPOLA" uno spazio abbandonato che si raggiunge percorrendo una breve salita lungo la costa, nascosta agli occhi di tutti dove io e Lacey possiamo veramente dare sfogo ai nostri sentimenti più veri. Uno dei posti che mi ha formato durante l'infanzia, io e Lacey ci conosciamo da ormai 10 anni e da sempre ci siamo parlati e abbimao giocato nella cupola. Ci fermiamo un attimo a guardare il panorama che quest'isola ci offre, l'orizzonte è qualcosa di inimmaginabile, guardare senza sapere cosa ci sia dall'altra parte è un po' come la vita d cui non si sa cosa ti riservi. Io e Lacey torniamo a casa e le nostre strade si dividono All'incrocio di Crowford St. Io e Jack entriamo nel palazzo e appena aperta la porta, si trovava davanti ai nostri occhi una delle cose che non ti potrai mai dimenticare per il resto della vita, dal primo attimo che visualizzai quella scena provai un senso di ansia, inquietudine e paura allo stesso tempo. La mia vita non sarebbe stata mai più la stessa.  

MR.MCAKYWhere stories live. Discover now