No. 40 - Onore e religione

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Sito Ares, Asia

Lo scontro tra gli Agenti della Fondazione e quelli dell'Agenzia Imperiale Giapponese per le Indagini sui Fenomeni Anomali infuria davanti al Gate A. Il rumore degli spari e delle esplosioni rimbalza sulle pareti rocciose delle montagne e scende verso valle, destando dal sonno i pochi abitanti delle zone circostanti. Questi escono dalle loro casupole, con gli occhi socchiusi, e guardandosi intorno si chiedono cosa stia succedendo.

I due schieramenti combattono con molta ferocia, cercando di non lasciare alcun momento utile per contrattaccare. In mezzo a loro Iota, con la lama ricoperta dal magma, prende su di sé l'incarico di fermare i possessori delle capacità anomale, gli unici in grado di mettere in difficoltà Agenti semplici.

In quello stesso momento, a qualche decina di metri di distanza dal campo di battaglia, Agente Speciale Gamma osserva con molta attenzione il capo della AIGIFA, Kurohebi Ryushi. Con la mano appoggiata sull'elsa della sua katana in Teleuccidente, appesa al suo fianco sinistro con il filo della lama rivolto verso l'alto, cerca di non perdere nemmeno il minimo movimento, nonostante il buio della notte. L'uomo, vestito sempre di bianco e sempre con la camicia sbottonata che lascia intravedere il tatuaggio sul petto, sorride leggermente e alla fine dice:

-Vedo che stai prendendo il tuo lavoro molto seriamente. E inoltre sei molto compassionevole. Hai voluto a tutti i costi sfidarmi lontano dagli scontri per paura di coinvolgere anche i tuoi alleati. Questo ti fa onore.

-Non si tratta di compassione, ma di strategia. - Risponde la ragazza in tono freddo. - Tu sei un avversario particolare, quindi sarebbe un svantaggio per noi sfidarti nel bel mezzo alla mischia. E lo sai anche tu, visto che verrebbero coinvolti anche i tuoi uomini.

-Su questo mi trovi pienamente d'accordo. È inutile schierare sul campo i soldati se poco dopo li ammazzi con le tue stesse mani. È una cosa inconcepibile in guerra.

-Mi dispiace deluderti, ma non ho mai avuto tempo di pensare alla guerra. È da quando c'è stato il Rinnovamento Meiji che la mia famiglia non è nel ramo bellico.

-Il Rinnovamento Meiji ha rovinato il periodo più bello dell'Impero e ha distrutto il vero onore di un giapponese. Non capisco perché tutti voi siete così felici che sia avvenuto.

-I tempi sono maturati, le persone sono diventate più ragionevoli e i clan si sono uniti insieme invece di fare delle inutili e logoranti guerre tra di loro.

-È per questo che vi siete rammolliti tutti. Siete senza alcun onore. - Kurohebi piega il braccio destro davanti al petto e subito dopo il tatuaggio sul suo petto emana una flebile luce verde acqua. Poi si anima, fa tre giri su sé stesso, facendo un capolino da sotto la camicia con la testa di dragone. Successivamente serpeggia con molta grazia lungo il braccio, fuoriesce dalla pelle e si trasforma in un'elegante katana verde acqua, con la lama decorata dalle scaglie sovrapposte l'una sull'altra, la guardia a forma della testa del dragone, dotata di due corna ricurve all'indietro e due lunghi flagelli ondeggianti al vento, dalle cui fauci fuoriesce la lama. L'elsa, invece, è riccamente decorata con sei piccoli smeraldi, tre su ogni lato.

Il giapponese afferra l'arma e fende l'aria, rivolgendo il filo della lama contro Gamma. La ragazza, in tutta risposta, scosta il lembo del cappotto, porta la gamba sinistra all'indietro, piegando il corpo in avanti, con la mano sinistra afferra il fodero della sua katana, appoggiando il pollice sotto una semplice guardia a forma della ruota di un carro, e con la mano destra afferra l'elsa, pronta a all'attacco.

-Quella posa. - Sorride Kurohebi osservando Gamma con una grande eccitazione nel corpo. - Quella meravigliosa posa, così ricca di dinamismo e perfezione. Non avrei mai pensato di poterla rivedere nella vita reale. Tu così mi fai commuovere. Mi stai facendo rivivere dei ricordi indimenticabili.

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