No. 27 - Città perdute [1]

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[Ancora poca chiarezza sul quadruplice omicidio a Bogotà, in Colombia. I quattro cadaveri, una commessa, trovata con un ingranaggio conficcato nella gola nel suo negozio di vestiti, e tre rapinatori, uno dei quali con un altro ingranaggio incastrato in mezzo alla fronte mentre gli altri due con la gola squarciata in un vicolo della periferia, sono stati rinvenuti da alcuni passanti che hanno chiamato subito la polizia. Secondo gli inquirenti, mentre la donna è stata presa di sprovvista, i tre uomini hanno tentato di difendersi, come testimoniano alcuni bossoli ritrovati sul luogo del delitto. Si continua a dare la caccia al killer, che sembra essere sparito senza lasciare traccia.]

Comet Town, Wyoming, USA

In una giornata soleggiata Jinny, una ragazza diciottenne e aspirante giornalista, cammina sul marciapiede della strada principale della piccola cittadina con una borsetta a tracolla. Ha un appuntamento con altri tre dei suoi amici e compagni di classe e accelera il passo per non arrivare in ritardo. Mentre cammina, legge un articolo di giornale sul suo cellulare riguardo al delitto di Bogotà e non vede l'ora di parlarne coi suoi amici. "Dei ingranaggi incastrati all'interno del corpo. Ma chi potrebbe aver fatto una cosa del genere. ", pensa la ragazza mentre si avvicina al luogo di incontro. Butta qualche altra occhiata su un altro paio di articoli simili e alla fine mette via il cellulare. Attraversa una strada traversa e, spostandosi una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio, finalmente giunge davanti ad un negozio di souvenir di Comet Town.
-Finalmente. Ne hai messo di tempo ad arrivare. - Si lamenta George, un appassionato di baseball e tifoso della squadra locale.
-Sono forse in ritardo? - Chiede Jinny.
-Sono le 15:45 e l'incontro era alle 15:40. Trai le tue conclusioni.
-Che sarà mai un ritardo di cinque minuti. - Si aggiunge Clara, assidua lettrice di romanzi gialli.
-Sono molto invece. Tu lo sai che sono preciso e detesto arrivare in ritardo.
-Più che preciso sei pignolo - Ribatte Jinny.
-Sarò pure un pignolo, ma detesto i ritardi.
-Se avete finito di lamentarvi, direi di andare. - Li interrompe Fönir, un ragazzo di origini norvegesi e fan dei film horror.
-Ma chi si lamenta, tranquillo. Stavo solo esprimendo il mio disappunto verso i ritardi. - Commenta George.
-Non te lo ha chiesto nessuno. - Conclude Fönir e si avvia verso la piazza centrale. Con qualche protesta da parte di George, gli altri tre lo seguono. A quel punto Jinny chiede:
-Avete saputo cosa è successo in Colombia?
-È la seconda notizia del giorno. - Risponde Clara. - Lo sa già tutto il mondo.
-Quanta violenza. - Commenta Fönir. - Ma veramente lo ha fatto un solo uomo?
-Secondo la polizia sì. Mah… - Si aggiunge George.
-Pensi chi sia stato più di uno? - Chiede Jinny.
-Secondo me sì.
-Però è strano. - Dice Clara. - Due delle vittime sono state trovate con un ingranaggio conficcato nella gola e un altro in mezzo alla fronte. Ma voi sapete quanta forza serve per poter conficcare un ingranaggio dentro al cranio di un essere umano?
-Signore e signori, date il benvenuto alla detective Clara Rolands. - Ironizza George, provocando una risatina di Jinny e Fönir.
-Beh, che c'è? Non è forse vero?
-Sì è vero, ma da come ne parli sembra che tu sia quella che indaga sulla situazione in prima persona. Non è che hai letto troppi romanzi gialli? - Continua George.
-Non sono mai troppi. - Ribatte Clara leggermente offesa. Jinny, divertita dal battibecco tra i due, si avvicina a Fönir e chiede:
-Vuoi dire qualcosa di più su quella cosa che hai trovato?
-Già, cos'è? - Chiede George spostando la propria attenzione da Clara.
-Sinceramente non lo so nemmeno io come descriverla. È per questo che preferisco farvela vedere. - Risponde Fönir.
-D'accordo, basta che sia qualcosa di interessante.
Il gruppo continua a camminare per qualche altro minuto. Alla fine arrivano alla piazza centrale della città. Dalla forma circolare, ha al suo centro una grande fontana bianca dalla vasca quadrata. Ogni lato di essa, decorato con dei rilievi dalla forma umanoide, è rivolto verso un diverso punto cardinale. Dal punto centrale della fontana fuoriescono altre tre figure umane, poggiate su delle scogliere artificiali, con le braccia estese verso l'alto e incrociate insieme. Ogni figura umana stringe nelle mani un'anfora dalla quale fuoriesce l'acqua che precipita all'interno della vasca sottostante, ma solo dopo aver bagnato le scogliere e aver creato una sorta di piccola cupola con le gocce d'acqua.
Jinny, Clara e George si guardano intorno confusi, non riuscendo a capire per quale motivo Fönir li abbia portati lì e cos'è che devono vedere.
-E quindi… dov'è quella cosa che ci volevi far vedere? - Chiede Jinny osservando bene la piazza e le persone che transitano lì.
-È quella. - Risponde Fönir indicando la fontana. I suoi amici si scambiano un'occhiata confusa e George dice stizzito:
-La fontana della città? Mi prendi per il culo? E tu ci hai chiamati per mostrarci la fontana che vediamo tutti i giorni? Che perdita di tempo. Me ne vado a casa.
George si volta per andarsene, ma Fönir lo ferma per un braccio e risponde:
-Tu pensi che quella sia una semplice fontana. Ma l'apparenza inganna. In realtà quella struttura in pietra nasconde qualcos'altro.
-Che cazzata.
-Magari Fönir non mente e ha trovato veramente qualcosa di interessante. - Si aggiunge Clara.
-Ripeto: che cazzata.
-Cazzata o no, io voglio andare a vedere cosa ha trovato. - Dice Jinny sorridendo. - Potrebbe anche uscire un bel articolo per il giornale scolastico.
George si volta per guardare in faccia le due ragazze, decise a credere a Fönir. Poi incrocia lo sguardo serio del suo amico.
-E va bene, andiamo pure a vedere quali segreti nasconde quella per nulla sospetta fontana. - Risponde alla fine George sospirando. Il gruppo, entrato in piazza dal lato sud, si dirige verso il lato ovest della fontana e si ferma davanti all'intreccio di varie figure umane e animali. Fönir scorre con lo sguardo su tutto il rilievo e dice:
-Qui da qualche parte ci dovrebbe essere una sorta di pulsante per attivare il meccanismo.
-Come lo hai trovato? - Gli chiede Jinny osservando con molta attenzione tutte le figure. Ma Fönir non risponde, intento a passare la mano sui rilievi. Jinny e gli altri decidono di non insistere con la domanda e lasciar fare al loro amico. Ad un certo punto il ragazzo ferma la mano su un rilievo di un cane, quasi alla metà del lato della vasca, e con un dito spinge l'occhio sinistro dell'animale. Con uno scatto meccanico, la sua testa si distacca leggermente dalla superficie e si sposta verso un lato, rivelando una piccola interfaccia di un computer, con un bottone e un display illuminato di verde. Una voce sintetica dice:
[-Benvenuto, utente. Attivazione dei sistemi completata. Prego, prema il bottone per confermare l'operazione.]
George, Jinny e Clara rimangono a bocca aperta, sorpresi nel vedere una cosa del genere nascosta nella fontana della loro città. George si avvicina ancora di più al piccolo computer e commenta:
-Wow. Questa sì che è una figata. - Protende la mano verso il bottone sotto al display, ma viene fermato da Clara.
-Se fossi in te non lo toccherei. - Lo ammonisce la ragazza. - Non sappiamo cosa potrà succedere se viene premuto quel bottone.
-E proprio per scoprirlo che bisogna premerlo, non credi? - Risponde il ragazzo.
-Prima di fare qualche cazzata, bisogna pensarci due volte.
-Infatti ho pensato che sarebbe interessante scoprire cosa fa questo bottone. Dillo anche, Fönir.
-Fönir, non ascoltarlo se anche tu sei intelligente. - Dice Jinny.
-Volete dire che sono stupido? - Ribatte George.
-Alcune volte sì. Anzi, quasi sempre. - Inveisce Clara.
-La tua scarsa fiducia nei miei confronti mi fa sentire il cuore a pezzi.
-Incredibile, tu hai un cuore. Non l'avrei mai detto.
Mentre i due continuano a discutere, Jinny, tra una risatina e l'altra, estrae dalla sua borsetta a tracolla un quadernino insieme ad una penna e inizia a prendere anlcuni appunti. Fönir la nota e dice:
-Hai veramente intenzione di scrivere un articolo sul giornale scolastico su questo? - E indica il computerino nella fontana.
-Perché no? Una scoperta del genere non può non passare inosservata. E poi sarebbe un'ottima occasione per me andare a lavorare per un giornale locale. - Risponde Jinny con un largo sorriso carico di speranza per il futuro.
-E va bene, fallo pure se ti va. - Dice Fönir distrattamente. Jinny inizia a descrivere nel quadernino con più minuzia possibile l'aspetto del computer e una sua ipotetica funzione. Poi lancia un'occhiata sul ragazzo e, vedendolo con lo sguardo fisso sul display, gli chiede:
-Va tutto bene?
Fönir non risponde, rimanendo fermo nella stessa posizione. Allora Jinny insiste:
-Fönir?
-Sì? - Risponde lui rivolgendole uno sguardo visibilmente stanco.
-Stai bene? Ti vedo strano oggi.
-Sì, sto bene. Non ti preoccupare. Ho semplicemente dormito poco oggi, quindi sono un po' stanco.
Jinny scrolla le spalle e torna sui suoi appunti. Fönir rivolge nuovamente gli occhi sul display e continua a guardare il cursore lampeggiante. Passa qualche secondo e il ragazzo tende in avanti la mano e senza alcuna esitazione preme il bottone. Appena i suoi amici sentono un breve segnale acustico e la voce sintetica dire: [- Segnale inviato. Posizione confermata. Si prega di attendere il completamento dell'operazione.], Clara esclama:
-Fönir, hai premuto il bottone?
Il ragazzo annuisce senza distogliere lo sguardo dal cursore.
-Ma allora non hai sentito quello che ho detto a quel idiota di George?
-Visto che ero l'unico ad avere quest'idea? - Dice George sorridendo. Clara, di tutta risposta gli tira uno schiaffo e si avvicina a Fönir. Lo afferra per la giacca facendolo alzare in piedi e continua:
-Perché hai premuto il bottone? Chi ti ha detto di farlo?
-Nessuno. Volevo farlo e basta. - Risponde Fönir con lo sguardo perso nel vuoto.
-Clara, calmati. - Interviene Jinny cercando di staccare le mani dell'amica da Fönir. - L'avrà fatto probabilmente per curiosità.
-Ma se ho detto che non sappiamo cosa potrebbe succedere se si preme quel bottone!
-Adesso però lo sapremo. - Commenta George massaggiandosi la guancia arrossata. In quel momento nell'aria risuona un rombo di un motore, che diventa sempre più intenso mano a mano che si avvicina ai quattro amici. Tutte le persone in strada alzano lo sguardo, convinti di vedere un aereo in volo a bassa quota. Ma l'unica cosa che riescono a vedere è un ignoto oggetto metallico, brillante per la luce del sole, avvicinarsi verso la città a grande velocità da est. Poi si ferma improvvisamente perpendicolarmente sopra alla fontana della piazza centrale, con gli sguardi allibiti di Jinny, Clara, George e quello di Fönir rivolti su di esso.
-Ma che diavolo è quello? - Commenta George.
-Sapevo che sarebbe finita male. Lo sapevo che non bisognava premere quel bottone.
-Ormai ciò che è fatto è fatto. - Dice Jinny riponendo nella borsa il quadernino e la penna. - Prepariamoci al peggio.
Fönir rimane impassibile alla vista di quel oggetto e abbassa lo sguardo sul display. In quello stesso momento il cursore si sposta sulla superficie verde e luminosa di esso rivelando la scritta: Bersaglio agganciato. Sorpresa! L'oggetto metallico si lancia in caduta libera sulla piazza. Le persone nella zona iniziano a fuggire, spaventati, nelle vie adiacenti ad essa per cercare un riparo. Anche i tre amici, riavutisi dallo sgomento iniziale, inziano a correre verso il viale della zona ovest della città, trascinando con sé Fönir. Qualche attimo dopo l'oggetto si schianta sulla fontana, riducendola in un cumulo di macerie e creando un piccolo ceatere dal quale zampilla fuori dell'acqua. Il gruppo cade a terra a causa di alcuni detriti finiti tra i piedi e sulla schiena. Le sirene di allarme iniziano a spargersi tra le vie e in poco tempo sul posto giungono pompieri, medici e alcune auto della polizia locale. I civili, ormai cessato pericolo, tentano rientrare sulla piazza, ma vengono respinti dagli agenti della polizia e dai pompieri, mentre i medici iniziano ad accertarsi delle condizioni di salute di tutti.
Jinny, Clara, George e Fönir si rialzano con le gambe e schiena doloranti e lentamente e con gli occhi sgranati si avvicinano al cratere appena creato. Ci guardano dentro e vedono un grande cubo metallico al suo centro, con un simbolo stampato su tutte le sue facce: tre frecce che puntano verso il centro di una circonferenza e circondati da un'altra circonferenza, ma trilobata. Sotto al simbolo leggono soltanto tre lettere in maiuscolo: SCP.
-SCP? Che roba è questa? - Chiede George senza staccare nemmeno per un secondo lo sguardo dall'oggetto. Gli altri tre scuotono la testa rimanendo nella sua stessa posizione. A pochi metri di distanza da loro lo sceriffo della Contea si avvicina al cratere e, appena nota il simbolo sul cubo, estrae dalla tasca del giubbotto un dispositivo elettronico, compone un numero e, dopo qualche secondo, dice:
-Sì, sono io. Abbiamo un problema. - E mentre continua a parlare, si allontana dal gruppo per non farsi sentire. Un paio di minuti dopo si avvicina e, conclusa la chiamata e rimesso il dispositivo nella tasca, dice ai giovani:
-Ragazzi, è meglio se vi allontanate da qui. Potrebbe essere pericoloso.
Poi fa un cenno ad alcuni agenti di avvicinarsi e ordina loro di far uscire il gruppo dalla piazza. Poi torna nuovamente al cratere e continua a osservare il cubo. Ha un'espressione preoccupata, gli occhi si spostano velocemente sulla superficie del cubo e poi sulle persone radunatesi intorno alla piazza. Tutt'intorno si sentono soltanto le voci di panico e le sirene spiegate. La calca è grande e gli agenti fanno fatica a trattenere tutti i curiosi. Un gruppo di pompieri si avvicina a grande passo al luogo dello schianto per osservare l'entità del disastro. Lo sceriffo tenta in tutti i modi di fermarli, ma loro non vogliono sentire ragioni e continuano a insistere nel voler transennare la zona pericolosa.
Proprio mentre tra lo sceriffo e il capitano della squadra dei pompieri volano parole grosse, la loro attenzione si sposta improvvisamente sul cubo. Con un forte sibilo su ogni sua faccia si aprono dei piccolissimi fori. Lo sceriffo fa un ultimo tentativo nel mandare via i pompieri, ma proprio in quel momento dei zampilli argentati fuoriescono dal cubo. Sul fondo del cratere inizia a crearsi una piccola pozza metallica che, invece di raccogliersi al centro, si espande sulle pareti del cratere, supera i bordi e inizia propagarsi sulla superficie lastricata della piazza. Lo sceriffo e i pompieri arretrano e ordinano di farlo anche a tutti gli altri. Ma proprio in quel momento lo strato argentato aumenta improvvisamente la propria velocità di propagazione. In un batter d'occhio supera ogni persona, si estende su ogni via e raggiunge i confini della città. Poi si innalza sopra i tetti degli edifici più alti un enorme muro metallico e si chiude a cupola, facendo piombare nell'oscurità la città al suo interno e riflettendo la luce solare all'esterno.
Jinny, Clara, George e Fönir si fanno largo tra la folla e continuano a correre lontano dalla piazza, con il terreno sotto ai piedi che ad ogni passo scricchiola. I lampioni illuminano le strade avvolte da un'improvvisa notte artificiale senza stelle né luna.
-E ora cosa sta per succedere? - Chiede Jinny, cercando di sovrastare la cacofonia delle voci.
-Non lo so e non lo voglio sapere! - Risponde George.
-Ma perché voi non mi ascoltate mai?! Perché avete voluto toccare quel bottone?! - Si lamenta Clara. - Fönir, maledizione a te! Perché lo hai fatto?!
-Volevo vedere cosa sarebbe successo. È forse un reato? - Risponde il ragazzo dietro al proprio gruppo di amici.
-Stiamo per morire, caz…
-Smettetela di litigare e correte! - Interviene George scontrandosi con una persona. Tutti e due cadono a terra, facendo cadere anche Clara, Fönir e un gruppo di altri civili. Jinny si volta indietro e, facendosi spazio coi gomiti, raggiunge i suoi amici a terra e cerca di aiutarli. L'enorme folla impaurita non si ferma nemmeno per un attimo, quasi calpestando i caduti e scontrandosi contro Jinny. La ragazza accusa il colpo in testa e cade sulla schiena priva di sensi. Clara, vedendo quella scena e cercando di scrollarsi di dosso il peso di alcune persone, la chiama a gran voce, ma senza ricevere alcuna risposta. George riesce a divincolarsi e striscia fino alla ragazza. Fönir, intanto, raggiunge con un po' di fatica Clara e la aiuta a rialzarsi. Poi entrambi si avvicinano a George, lui prende in braccio Jinny e riprendono a correre, anche se più affaticati di prima.
In quel momento la cupola si piega verso l'interno nel suo centro esatto e, come per effetto domino, inizia a precipitare al suolo. La massa argentata, nella sua caduta, travolge in pieno ogni singolo essere vivente che si trova in città in quel momento, ma lascia completamente intatti tutti gli edifici. Nessuno ha scampo e in un attimo tutte le persone vengono ricoperti dalla massa metallica. Cala un improvviso silenzio per le strade, lasciando soltanto lo spazio alle sirene della polizia, delle ambulanze e dei pompieri.
Sul bordo di un enorme cratere, al cui centro sorge la città di Comet Town, una macchina nera si ferma sul ciglio della strada. Dall'abitacolo esce un uomo con un vestito elegante e occhiali da sole sugli occhi. Prende un binocolo dal sedile di fianco al suo e osserva la città davanti a lui.
-Oh, interessante. - Commenta l'uomo. - Finalmente questa volta mi prenderanno sul serio. Sento che la fortuna inizia a sorridermi, finalmente.
Rientra nella vettura, ripone il binocolo sul sedile e riparte in direzione del luogo in cui è avvenuto il disastro anomalo.

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