tanuki

6 2 0
                                    

Il tanuki (狸 , katakana タヌキ?) è una creatura del folklore giapponese, basata sul cane procione (Nyctereutes procyonoides); quest'ultimo è un animale originario dell'Estremo Oriente, simile al tasso e al procione, ma a differenza di questi appartiene alla famiglia dei canidi. I cani procione che si trovano in Giappone sono divisi in due sottospecie, N. p. viverrinus, il cane procione giapponese più comune, e N. p. albus, la varietà bianca che vive in Hokkaidō.

Caratteristiche

I tanuki sono parte della mitologia del Giappone sin da tempi antichi; si ritiene che siano maliziosi e scherzosi, maestri del travestimento e mutaforma, ma in qualche modo ingenui e distratti.

L'attuale divertente immagine del tanuki si è probabilmente sviluppata durante l'epoca Kamakura. Il tanuki selvatico ha testicoli insolitamente grandi, caratteristica spesso esagerata nelle rappresentazioni artistiche della creatura; i tanuki sono talvolta rappresentati con i testicoli poggiati su una spalla come un sacco, o mentre li usano come tamburo. I tanuki sono inoltre generalmente rappresentati con una pancia molto grande; talvolta usano anche questa come tamburo, specialmente nei disegni dei bambini. Una filastrocca molto comune in Giappone fa esplicito riferimento alle sue caratteristiche più appariscenti: Tan Tan Tanuki no kintama wa / Kaze mo nai no ni / Bura bura bura ("Del Tan Tan Tanuki le palle stan / Seppure il vento soffiando non sta / Girando girando girando."[1]

Durante le epoche Kamakura e Muromachi, alcune storie cominciarono a parlare di tanuki più sinistri; la storia di Kachi-kachi Yama, compresa nell'Otogizōshi, parla di un tanuki che picchia a morte una vecchia e la serve a tavola al marito inconsapevole come "zuppa di vecchia". Altre storie parlano di tanuki come indifesi e produttivi membri della società. Diversi templi hanno storie di sacerdoti che erano in realtà tanuki travestiti. Secondo alcune tradizioni i tanuki sono incarnazioni degli oggetti usati per più di cento anni.

Una popolare storia conosciuta come Bunbuku Chagama narra invece di un tanuki che inganna un monaco trasformandosi in una teiera. Un'altra parla di un tanuki che inganna un cacciatore camuffando le sue braccia come ramoscelli, finché non allarga entrambe le braccia insieme e cade dall'albero. Si dice che i tanuki ingannino i mercanti con foglie camuffate da banconote. Alcune storie raccontano che le foglie facciano parte integrante del modo in cui il tanuki cambia aspetto.

In metallurgia, spesso si usava pelle di tanuki per raffinare l'oro. Di conseguenza, si cominciò ad associare i tanuki alle miniere e alla lavorazione dei metalli, e li si vendeva come decorazione e portafortuna per la prosperità.

Oggi statue di tanuki si possono trovare davanti a molti templi e ristoranti giapponesi; in queste spesso indossa un grande cappello a forma di cono e porta una bottiglia di sakè. Le statue di tanuki hanno sempre una grande pancia, mentre sculture moderne possono anche non avere i grandi testicoli: questi attributi esagerati sono simbolo di abbondanza e prosperità.

Aspetti linguistici

Anche se i tanuki erano importanti nella tradizione e nei proverbi giapponesi, non erano sempre distinti dagli altri animali. In alcuni dialetti, tanuki e mujina (狢?) indicavano sia il cane procione, sia il tasso e animali simili. Ciò che è conosciuto come tanuki in una regione potrebbe esserlo come mujina in un'altra: nel dialetto di Tokyo, oggi standard, tanuki si riferisce al cane procione e anaguma al tasso. Ci sono piatti giapponesi noti come tanuki-jiru, o "zuppa di tanuki", per preparare i quali si usa il cane procione o il tasso, l'ultimo più rinomato per il suo sapore.

Il kanji per tanuki, "狸", inizialmente (prima della riforma della lingua del 1947) era "貍", e si riferiva a tutti i mammiferi di media dimensione, soprattutto gatti selvatici; poiché i gatti selvatici vivono solo in poche regioni del Giappone (ad esempio Iriomote, nella prefettura di Okinawa), si crede che si sia cominciato a usare il kanji per "tanuki" a cominciare dall'epoca feudale. Storicamente, questo ha prodotto molta confusione e traduzioni errate.

Attualmente, in cinese, il carattere 狸, che usa il "radicale canino" (犭), non è una parola di per sé ma compare in "volpe" (狐狸S, húlíP) e "zibetto" (香狸S, xiānglíP), mentre il carattere "貍", che usa il "radicale felino" (豸), non ha più uso corrente.

creature giapponesiWhere stories live. Discover now