Kitsunetsuki

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Kitsunetsuki (狐憑き? o 狐付き? anche traslitterato kitsune-tsuki) significa letteralmente "posseduto dalla volpe": si credeva che una volpe fosse in grado di entrare nel corpo delle sue vittime, generalmente giovani donne, attraverso un'unghia o il petto, nutrendosi così della loro forza vitale e vivendo all'interno del corpo senza relazione con l'anfitrione.[29] In alcuni casi sembra che i tratti del viso del posseduto cambiassero leggermente, in modo da ricordare le fattezze di una volpe. Infine, secondo la tradizione giapponese, gli analfabeti, una volta posseduti, acquisivano temporaneamente la capacità di leggere e scrivere.[30]

Il folclorista Lafcadio Hearn (1850-1904) descrive questa condizione nel suo libro Glimpses of Unfamiliar Japan:

«Strana è la follia di coloro posseduti da un demone volpe. Talvolta corrono nudi gridando per le strade. Talvolta dormono o con la bava alla bocca, ululano come volpi. E su alcune parti del corpo del posseduto compare sotto pelle una protuberanza che si muove, che sembra avere vita propria. Pungila con un ago, e immediatamente si sposta in un altro posto. Nessuna mano possiede una presa così salda da impedire che scivoli via dalle dita. La gente posseduta si dice che parli e scriva in lingue fino allora sconosciute. Mangiano solo ciò che sembra piacere alle volpi — tofu, aburaage e azukimeshi — e ne mangiano una gran quantità, come se non essi, ma la volpe che li possiede, fosse affamata.»

Hearn fa poi notare che, una volta liberata dallo stato di kitsunetsuki, la vittima si rifiuterà di mangiare tōfu, azukimeshi e altri cibi che piacciono alle volpi.

«L'esorcismo, spesso effettuato in un santuario di Inari, può indurre la volpe a lasciare il corpo nella quale è ospitata.[32] In passato, quando questa soluzione falliva o non era disponibile un sacerdote, il posseduto veniva malmenato o bruciato vivo nella speranza di costringere la kitsune ad andarsene.[33] Intere famiglie sono state ostracizzate dalla loro comunità a causa di un familiare che si pensava fosse stato vittima di kitsunetsuki.»

In Giappone, il kitsunetsuki incominciò a essere trattato alla stregua di una malattia dal periodo Heian (794-1185), venendo indicato come diagnosi comune di infermità mentale fino al XX secolo.[34][35] Lo stato di possessione veniva utilizzato come spiegazione per il comportamento anormale mostrato dagli afflitti da disturbi mentali. Nel tardo XIX secolo, il dottor Shunichi Shimamura dichiarò che le malattie fisiche responsabili dell'insorgenza di febbre erano spesso ricondotte allo stato di kitsunetsuki.[36] È indubbio che la maggior parte di tali storie di possessione a opera di volpi siano influenzate dalle credenze popolari, ma ciò nonostante esse continuano a verificarsi anche in tempi più recenti, come ad esempio le insinuazioni fatte ai danni dei membri del nuovo movimento religioso Aum Shinrikyō, accusati di essere posseduti.[37][38]

In medicina, il kitsunetsuki è considerata una sindrome culturale unica della cultura giapponese. Coloro che soffrono di questa malattia (i più colpiti sono uomini con poca cultura, religiosi e donne) credono di essere posseduti da una volpe.[39] I sintomi includono ossessione per riso e fagioli rossi dolci, apatia, irrequietezza e avversione al contatto visivo. Il kitsunetsuki è simile alla licantropia clinica, ma si distingue da essa sotto alcuni aspetti.[40]

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