«Ho sentito che tua madre ha il cancro, è vero? Non volevi farmi entrare a casa tua perché non volevi che la vedessi?» chiese diretto, quasi brutale.

«Mia madre è morta di cancro tre mesi fa», ammise semplicemente. White si dovette sedere, poggiò i gomiti sulle ginocchia e passò entrambe le mani tra i capelli color biondo cenere.

«Tuo padre?», una risata acida, in risposta, squarciò le pareti.

«Con la sua segretaria, con i suoi figli perfetti, nella sua villa.»

«C-Che?» sollevò la testa per incrociare i suoi occhi, feriti.

«Tradiva mia madre ancora prima che io nascessi con la sua segretaria. Poi, quando è nato il mio fratellastro, ha mollato me e mia madre.» quel sorriso triste e forzato incrinò quelle labbra sottili. «Quell’uomo è un cliché vivente», ridacchiò.

«Smettila di ironizzare» asserì, secco.

«Cosa dovrei fare se non ironizzare?! Crollare?!» urlò esasperato, «Non posso permettermelo!».

«Non sto dicendo questo! Ma smettila di sminuire il tuo dolore!», Price deglutì con gli occhi lucidi. Lo scrutò a fondo, quel viso sofferente, poi sospirò. Sapeva che non voleva esporsi più di così davanti a lui, doveva cambiare discorso. «Posso farti una domanda?»

L’azzurrino esitò un pò, distolse lo sguardo posandolo sul tavolino. «Ormai…» sussurrò a fatica mentre si sporgeva verso il pacchetto di sigarette, ne estrasse una e, come un deja vù, cercò di mettersela tra le labbra.

«Cosa c'è tra te e Daniel?» chiese, facendo sussultare il suo interlocutore per la domanda inaspettata. Quel bastoncino di tabacco cadde dalle dita finendo a terra.

«Cavolo… » sussurrò mentre prendeva coraggio per raccoglierla.

«Non prenderla, tanto non te la lascerò fumare comunque», aggiunse poi.

«Sei peggio di una suocera», sospirò, «É il mio ex fidanzato».

Boccheggiò, tutto si sarebbe aspettato tranne che loro due fossero stati insieme. «E perché vi-»

«Perché lui non voleva una relazione a distanza. Ma la verità è che, oltre alla predisposizione al tumore, ho ereditato anche la predisposizione alle corna da mia madre». Lo interruppe, intuendo la domanda.

«Quindi quella misteriosa ragazza che “aveva accalappiato Daniel” eri tu?», Victor annuì.

«La sua famiglia non sa nulla della sua sessualità, ti chiedo di essere discreto e di tenere questa notizia per te».

«Mi hai preso per un pettegolo?»

«No, ti ho preso per il re dei pettegoli», lo schernì ed il biondo si ritrovò ad alzare gli occhi al cielo.

«Quindi sapevi che ti tradiva?» domandò tornando al discorso originale. All’annuire del ragazzo, «Perché? Perché non lo hai mollato subito?»

«Perché L’amore rende stupidi», un sorriso amaro si dipinse sul suo volto. «O forse perché avevo bisogno di sentirmi protetto ed al sicuro.» ammise subito dopo, «Mia madre entrava ed usciva dall’ospedale, non avevo amici. L’unico con cui potevo sfogarmi era lui. Ora lascia che ti faccia io una domanda». White sembrò rizzare le orecchie come un cane, «Perché mi fai tutte queste domande? Perché sei interessato a ciò che c'è tra me e Danny? Perché mi stai aiutando?»

«Questa è più di una domanda»

«Non cambiare discorso. Qual'è il tuo secondo fine?»

«Non c'è nessun secondo fine Signor ghiacciolo. Hai semplicemente attirato la mia attenzione», ammise sincero. «Pensavo fossi un teppista e, vederti piangere in ospedale, mi aveva alquanto destabilizzato. Non pensavo fossi il tipo, le voci su di te dicevano solo il contrario. Ma poi mi sono avvicinato a te, hai demolito tutti gli stereotipi con tutti i presupposti che mi ero fatto su di te». “E non riesco a starti lontano ed ignorarti” pensò.

E il tempo scivola viaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora