Capitolo 5

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«Ciao Yumi.»

Mormora ricambiando l'abbraccio ancora incredulo della mia presenza.

«Ma che ci fai qui? Studi alla Karasuno?»

Domanda Tetsuro appena mi allontano dall'abbraccio con Kenma.

«No.»
Nego stringendo le spalle.
«In realtà io sono di un'altra scuola della prefettura ma vengo qui nel pomeriggio insieme a mio padre.»
Lo indico con un cenno del capo mentre sta parlando allegramente con il coach del Nekoma.
«Sei cambiata tantissimo dall'ultima volta che ti abbiamo vista dal vivo.»
«Ci credo che ero diversa, avevo otto anni Kenma!» ridacchio.

Improvvisamente sento come se avessi un mostro enorme dietro di me. Gli sguardi di Kenma e Tetsuro si posano oltre la mia schiena mentre io percepisco una strana aura che mi mette i brividi. Volto di poco la schiena e faccio un sospiro di sollievo nel vedere un viso amico.

«Mamma mia! Mi hai fatto venire un infarto, Tobio!»

Lo ammonisco anche se in tono scherzoso mentre lui si limita a fissare il mio amico dai capelli neri con aria di sfida. Passo lo sguardo da Tobio a Tetsuro e vederli ringhiarsi a vicenda come se fossero cani mi agita.
Che vogliono fare questi due ora?
Provo a distrarre Tobio magari abbasserà la sguardo.

«Tobio, ti ricordi perché non ti avevo detto il motivo della mia felicità nell'arrivo del Nekoma? Che era una sorpresa? Be'... sorpresa, Kenma e Tetsuro sono miei amici di infanzia!»
Tentativo fallito. Sospiro.
Fortunatamente in mio soccorso arriva Koshi che, con la scusa di fare due chiacchiere, posa una mano sulla spalla di Tobio in modo da farlo ritornare sulla Terra.
«Complimenti per la splendida partita!» sorride calorosamente.
«Complimenti anche a voi, avete una grande energia ed anche se dovete uniformarvi ancora un po' sono curioso di vedervi in partite ufficiali!»
Lancio a Koshi uno sguardo ricolmo di ringraziamento che accetta con un sorriso.

Dopo aver continuato a fare due chiacchiere con Tetsuro e Kenma entrambe i coach chiamano le squadre per darsi un ultimo saluto e tornare ognuno alla propria casa.
Devo ammettere che è stata una giornata strana che mi ha portato sensazioni altrettanto strane. Il comportamento di Tobio è stato completamente diverso da quello che credevo, mai avrei immaginato che avrebbe sfidato Tetsuro con lo sguardo. Per quale motivo poi? Perché si guardavano in cagnesco quei due? Anche Kenma sembrava sorpreso dalla reazione dell'amico, se non fosse arrivato Koshi probabilmente non so come avrei potuto fermare quella lite mentale.
Sospiro passandomi una mano sul viso allontanando la mente da quei pensieri e mi rendo conto di essere seduta comodamente sul mio divano.

«Qualcosa ti preoccupa principessa

La voce di papà mi fa tornare sulla Terra e grazie a quella domanda riesco a ricordare la "grande" notizia che volevo dargli appena tornata da scuola.

«In verità, c'è una cosa che devo dirti.»

Mi sposto di poco nel divano in modo da fargli spazio.

«Davvero? Dimmi pure.»
Papà si siede accanto a me e mi metto a gambe incrociate.
«Io da domani non posso andare a scuola...»
La notizia lo lascia a dir poco sorpreso che sbatte ripetutamente gli occhi cercando di elaborare le informazioni.
«Come prego...?»
Giocherello con le mie stesse dita e faccio un profondo respiro.
«Ecco... stamattina due miei compagni hanno litigato e si sono azzuffati in aula davanti al professore. Alcuni dei ragazzi hanno cercato di dividerli ma è stato tutti inutile ed il professore, per calmare gli animi, ha sospeso tutta la classe per due settimane.»
«Due settimane?!» esclama sgomento. «Ma non era meglio sospendere i colpevoli invece che tutta la classe?»
Scrollo le spalle rassegnata.
«Ormai non mi stupisco nemmeno più.»
«Siete ancora a metà anno e vi comportate come dei bambini dell'asilo?»
«Si comportano come bambini dell'asilo.» lo correggo. «Io ed altri compagni siamo vittime collaterali.»
«Io sono a dir poco allibito da questa notizia...»
«Papà tanto non ci possiamo fare nulla, vorrà dire che starò due settimane a casa e recupereremo tutto ciò che abbiamo saltato.»
«Mi pare il minimo. Io ti avviso: se succede nuovamente una cosa del genere ti trasferisco in un'altra classe o direttamente ti cambio scuola, non è possibile che a te capitino queste classe così disastrate.»

Non è la prima volta che mi trovo in una classe con ragazzi "vivaci".
Anche alle medie i miei compagni maschi erano fuori controllo ed i professori non riuscivano a tenerli tranquilli finendo per far venire addirittura il Preside ad ammonirci. Svariate volte io ed alcune ragazze siamo state vittime collaterali finendo in punizione, con note sul diario oppure, una volta, io e la mia migliore amica di allora siamo tornate a casa completamente sporche di tempera blu perché, durante l'ora di arte, i nostri compagni hanno iniziato a sporcarsi a vicenda con i barattoli di tempera sporcando l'aula e tutti noi.
Già allora mio padre, ed altri genitori, si erano innervositi e non poco perché erano stufi che i loro figli non potessero far lezione per colpa di qualche elemento troppo indisciplinato. I professori promettevano di tener a bada la classe ma la solfa è andata avanti per tutte le medie ed ora che si sta ripetendo anche quest'anno, papà è pronto ad ogni possibile evenienza.
E ad essere onesta anche io mi sto stufando di questa storia. Ricordo che gli anni delle elementari sono stati una vera e propria pacchia, nessuno faceva baccano e, se succedeva, veniva punito solamente il colpevole e non accadeva più. Capisco che stare seduti su delle sedie tutto il giorno non è il massimo e che ad una certa ora hai bisogno di sgranchire le gambe, ma questo non ti autorizza a disegnare svastiche sul muro, scrivere "I love weed", lanciare sedie, spaccarle coi piedi o ancora far scappare il professore dalla disperazione.

«Dai papà, vedrai che passeranno in fretta queste due settimane ed i miei compagni smetteranno di fare gli scalmanati.»

Cerco di rassicurarlo anche se la mia voce è poco convinta. Lui mi sorride ed annuisce concordando con me.

«Va bene, ti credo perché me lo dici tu. Ora però io vado a dormire, sono a dir poco cotto.»

Si alza dal divano e prima che possa raggiungere le scale che danno al secondo piano lo fermo afferrando un angolo della felpa.

«Non vuoi mangiare niente? Lo sai meglio di me che non è salutare saltare i pasti.»

Cerco di trattenerlo ma non sembra fare effetto visto che libera la felpa.

«Vorrei ma sono sicuro che se mi mettessi a cenare crollerei con la faccia sul tavolo come un sacco di patate.» scherza con una risata. «Tu preparati quello che vuoi e vieni a letto quando te la senti. Mi raccomando però, non fare le ore piccole.»
«Okay papà, stai tranquillo.»
Lo rassicuro e prima di andare in camera mi da la buonanotte seguita da un bacio sulla fronte.

Faccio un profondo sospiro e mi lascio cadere sul divano con in sottofondo il vociare della televisione.
Per cena, visto che non avevo molta fame, ho preparato del Oyakodon che ho mangiato in poco tempo.
Sono ancora confusa dal gesto di Tobio. Forse dovrei indagare, non c'è nulla di male nel chiedere, no? È solo per pura curiosità, il piacere della scoperta.
Recupero il cellulare dallo zaino, entro su WeChat, cerco il suo numero e gli scrivo.


Ehi Tobio. Sono Yumi.


A mia sorpresa, la risposta arriva subito.


Ciao Yumi. Che succede?

Niente di che, volevo fare due chiacchiere con te e chiederti una cosa.

Okay. Cosa devi chiedermi.

Ecco... oggi ho visto che avevi un po' i nervi tesi... Come mai?

Davvero?

Non te ne sei nemmeno accorto? Ahah!

In verità no, non ci ho fatto caso. Tu da cosa l'hai capito?

Ottima domanda! In verità non sono sicura quando l'ho capito ma sono rimasta sorpresa di come stavi guardando Testuro.

Chi? Il leader del Nekoma?

Esattamente.

Perché come lo guardavo?

Me lo chiedi pure? Ahahah! Gli stavi letteralmente ringhiando contro.

Nemmeno lui sembrava così felice di vedermi.

Ascoltami, Tetsuro è una delle persone più bonarie che conosca, è ovvio però che se tu ti presenti a lui ringhiando, non ti dice: "Ehi amico, come stai?". Capisci ciò che voglio dirti?

Con Koshi era sorridente e simpatico.

Certo, perché gli ha sorriso ed ha ricambiato la gentilezza con altrettanta gentilezza.

Sarà... a me comunque quel tipo non piace.

Davvero? E perché?

Mi ha dato fastidio il modo in cui ti prendeva in braccio oppure ti stava troppo appiccicato...

Ma è normale che voleva stringermi il più possibile.

E perché è normale?!

Perché non ci vediamo da quando io ho otto anni, è ovvio che la nostalgia la senti. E poi a me piacciono le sue attenzioni.

Ho notato...


"Perché questa frase, detta da lui mi da così fastidio...?"


Cosa vuoi insinuare?

Niente, niente.

Mh... comunque abituatevi a vedermi tutti i giorni nelle prossime due settimane.

Oh...

Perché?

La mia classe è stata sospesa per colpa di due ragazzi che hanno fatto rissa.

Ma se sono due i colpevoli perché hanno sospeso tutta la classe?

Guarda, lascia stare, ormai io e papà ci siamo abituati. Probabilmente se la situazione non cambia dovrò cambiare scuola.

Addirittura?

Sì. È dalla prima media che capito in classi "vivaci" dove è impossibile fare lezione e papà è stufo.

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