Capitolo 10 - Affondate l'Italia (prima parte)

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Ah l'Italia! Adoro lasciare che il vento sottragga dalle labbra il nome della mia nazione!

Questo suono - Italia! - permeato ancora di quel grandioso slancio salvifico che aveva fatto in modo di unire tutti quegli ignobili sobborghi sotto un'unica, indiscutibile, grande bandiera!

Mi basta dire Sono italiano per scardinare sorrisi, spianare fronti e riuscire a rendere più digeribile il pezzo di vita delle persone che incontro. E questo semplicemente dicendo: Italia.

Libertà, Pace, Fratellanza, Amore; Italia! Magnifiche assonanze.

Parli bene. Io provo vergogna quando dico di essere italiano. Qui su Athenai conoscono tutti la nostra storia. Non possiamo barare.

Sarebbe troppo pretendere arguzia da un veronese.

Non offendere. Siamo tutti dentro fino al collo. Neanche tu puoi fare l'eroe: nessuno qui lo è.

Certo, però anche se la colpa è ricaduta su di noi in parti uguali, c'è almeno qualcuno che sta tentando di non lasciarsi schiacciare dalla sfiducia. Proviamo a seguire i guizzi della mente, abbandoniamoci all'ideale, pensiamo alla certezza di un futuro migliore.

Te lo faccio vedere io il futuro migliore!

Smettetela voi due! Un veronese e un livornese. Bella coppia.

Sentila sentila. Madame Poppea.

Non ti permettere.

Perfetta sintesi della città che l'ha generata: prepotente, grassa, rozza ed arrogante.

Ti prendere volentieri a calci nel sedere. Livornese dei miei stivali.

Basta litigare! Cercate di fare una bella impressione almeno qui. Siamo in diretta.

In diretta con la Terra.

Certo.

Mi ci pulisco con i Terrestri.

Non è colpa loro se siamo qui.

Ah no? E chi ha fatto in modo che la mia nazione - l'Italia che tanto ne tessi le lodi! - potesse essere presa in mano dallo straniero perché ne potesse fare ciò che meglio credeva? Io? Non di certo.

E' stato per il bene di tutti.

Non per il mio! Ricordo benissimo quei maledetti indiani - o peruviani - o congolesi - o da dove cavolo erano originari - venire porta a porta a consegnarci la nostra condanna a morte.

Si o no. Se sei qui, significa che hai firmato.

Ed è stato un errore! La mano sinistra punisce la mano destra, ogni volta che ci penso.

Ma dai, non farla più grande di quel che è. Qui stiamo bene.

Io no. Stavo meglio nella mia valle; tra le mucche e i pascoli.

Mucche e pascoli. Senti questo.

Si, MUCCHE E PASCOLI! C'è qualcosa da ridire? Dalla Valle Brembana, mica da Canicattì.

Calmi, calmi.

Come facciamo a stare calmo quando la spara così grosse? Già al tempo della nostra deportazione, saranno stati dieci anni che le mucche erano scomparse dalla penisola! E poi parla di pascoli; lasciamo perdere.

Se vuoi fare il nostalgico, non farlo qui davanti a noi.

Mucche e pascoli nel 2061. Effettivamente una follia. Purtroppo da quello che riesco a capire, è che è stata detta in buona fede. E' il ricordo che offusca la realtà della storia. L'unico rimedio sarebbe quello di scrivere. Abbiamo mai pensato ad un libro di memorie collettivo?

Interviste dal futuroWhere stories live. Discover now