Capitolo primo

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                                                                         Ashford, Inghilterra, 1979


La porta del negozio si aprì di scatto,facendo tintinnare il campanellino posto sopra di essa,che aveva l'unica funzione di avvisarmi dell'ingresso di un nuovo cliente all'interno della mia bottega.

<<Signorina Hutchinson!>> La voce era quella di una donna,squillante e dannatamente fastidiosa.

<<Mi dia ancora qualche minuto,signora Baylor.>>

Rimasi ancora un po' accovacciata dietro al bancone,fingendo di star recuperando tutto il necessario per svolgere l'operazione che,di lì a poco,avrei dovuto affrontare. La verità è che non avevo alcuna voglia di avere a che fare con la signora Baylor,poiché quel giorno avrei dovuto operare sua figlia,la piccola Lizzie.

Dalla mia posizione,riuscivo a vedere le scarpe rosse della signora Baylor,che batteva nervosamente il piede,in attesa del mio arrivo. Accanto a lei,riuscivo anche a vedere le scarpette rosa di Lizzie,che si alzava e abbassava nervosamente sulle punte.

Mi feci coraggio,afferrai la pesante cassa di legno,contente tutto ciò che mi occorreva per operare e mi alzai.

La signora Baylor era una donna sempre ben vestita e quel giorno,per l'occasione,aveva indossato un tailleur nero e un grande ed elegante cappello bianco.

Accanto e lei c'era Lizzie,che mi guardava con gli occhi sgranati e colmi di paura. Aveva il volto rigato di lacrime e il braccio sinistro era diventato di un color violaceo,tanto la madre lo stringeva forte.

<<Buongiorno signora Baylor.>> Esordii, accennando un timido sorriso.

La signora Baylor lasciò il braccio di suo figlia ed iniziò a rovistare all'interno della sua borsa,senza ricambiare il mio saluto.

Approfittai di quegli attimi di silenzio per parlare un po' con la bambina.

Mi inginocchiai per poter guardare Lizzie negli occhi e afferrai le sue piccole mani:<<Allora Lizzie,come stai?>> Chiesi con dolcezza,accarezzandole i dorsi delle mani con il pollice.

La bambina guardò a terra e prese a dondolarsi, facendo ondeggiare le sue treccine ma non rispose,si limitò a fare spallucce.

La signora Baylor si schiarì la voce,richiamando la mia attenzione.

Accarezzai la guancia di Lizzie e mi alzai di nuovo.

<<Allora,signorina Hutchinson qui ci sono i suoi soldi.>> Disse la signora Baylor,lanciando con noncuranza una mazzetta di sterline tenuti inseme da un elastico,sul bancone.

<<Le illustrerò brevemente il problema. Vede,mia figlia Lizzie,non si comporta come si compete ad una persona del nostro rango. Una bambina come lei non può certo permettersi il lusso di giocare,come fanno tutti i suoi coetanei che sono senza dubbio destinanti ad un'esistenza vuota e miserabile. Voglio che mia figlia prenda lezioni di pianoforte e danza classica,inoltre voglio che legga e primeggi in ogni campo. Lei,signorina Hutchinson,ha il compito di aggiustare mia figlia e si sbrighi,non abbiamo tempo da perdere. >> Concluse,scacciandomi via con un gesto della mano,come fossi stata un cane randagio.

Ascoltando il monologo di Hannah Baylor ebbi la sensazione di star assistendo ad uno spettacolo teatrale, a causa del fastidioso uso di un linguaggio fin troppo forbito e di quel frenetico gesticolare come un direttore d'orchestra,che immagino servisse a dare enfasi ad ogni sua parola.

La signora Baylor distolse lo sguardo da me e lo posò sulla figlia:<< Dopo starai bene e tutti ti ammireranno. Forza,ora sali sul tavolo operatorio.>> Disse,iniziando a trascinare sua figlia nella mia direzione e rivolgendomi uno sguardo complice,che non ricambiai.

La bottega dei bambini rottiWhere stories live. Discover now