𝐝𝐢𝐜𝐢𝐚𝐬𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞

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𝗔𝗩𝗩𝗜𝗦𝗢: 𝗱𝗮𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘀𝘀𝗶𝗺𝗶 𝗰𝗮𝗽𝗶𝘁𝗼𝗹𝗶, 𝘃𝗲𝗿𝗿𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗶 𝗮𝗿𝗴𝗼𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗰𝗮𝘁𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗶 𝘀𝘁𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗱𝗮𝘃𝘃𝗲𝗿𝗼 𝗮 𝗰𝘂𝗼𝗿𝗲; 𝗹𝗼 𝗮𝗻𝘁𝗶𝗰𝗶𝗽𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝗮𝘀𝗼 𝗱𝗼𝘃𝗲𝘀𝘁𝗲 𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝗿𝘃𝗶 𝗮𝗱 𝗲𝘀𝘀𝗶 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶. 𝗕𝘂𝗼𝗻𝗮 𝗹𝗲𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮.

«𝗖omunque sei brava con i bambini.»

Benedetta e Leonardo non si erano fermati a lungo: una quarantina di minuti dopo se n'erano già andati, con grande contrarietà del piccolo che aveva incrociato le braccia al petto sostenendo che la zia e Pepe avessero bisogno ancora della sua compagnia.

Anche Matteo doveva andare: alle 15.00 si sarebbe giocata Atalanta-Juventus, sarebbe partito titolare e l'ultima cosa che voleva era farsi trovare impreparato psicologicamente.
Sarebbe andato a Zingonia, avrebbe pranzato in sede e, dopo una rapida e abituale riunione con la comunicazione dei ruoli, delle formazioni e tutto il necessario, si sarebbero avviati in pullman verso il Gewiss.

Per questo aveva indossato nuovamente lo smoking, aveva lasciato la tuta del fratello di Giada piegata sul letto ed era tornato verso la cucina per togliere il disturbo.

Alle sue parole, Giada si era voltata verso di lui e aveva sorriso.
«Mi piacciono tanto, tutto qui. Ho sempre pensato che, se fosse andato male il giornalismo, sarei andata a fare l'educatrice o la maestra alla scuola dell'infanzia. - spiegò facendo spallucce, prima di avvicinarsi e poggiarsi allo stipite della porta - Già vai?»

«Ho la partita, non posso fare tardi. Quando sei libera fatti sentire così ci vediamo.» disse, sorridendole e scompigliandogli i capelli.

«Mh-mh.» mormorò lei, attirandolo a sè per la cravatta per baciarlo a stampo.

«E prima o poi ti procuro un biglietto perché ti voglio vedere allo stadio.» aggiunse Matteo quando ebbe distolto le labbra da quelle della ragazza.

Lei annuì.
«Arriverà il momento, di sicuro. - garantì lei, prima di accompagnarlo alla porta e aprirla - A presto, allora.»

Lui la salutò e uscì, percorrendo il piccolo vialetto e giungendo alla macchina che aveva parcheggiato appena fuori dal cancellino.
Giunse al lato di guida e alzò gli occhi per salutare per l'ultima volta Giada, mandandole un bacio volante, che lei ridendo afferrò al volo.

Lo guardò salire sulla vettura, metterla in moto e lo salutò con la mano quando partì, quindi rientrò.

Solo una volta che ebbe messo in ordine la tavola, sparecchiato e lavato tutto, controllò il telefono e lesse i messaggi che aveva ricevuto sin dalla sera prima, quando era al bar.
Tra di essi, spiccavano quelli del suo gruppo di amici che proponevano una pizza fuori quella sera.

Rispose solo in quel momento e, a parte qualche commento sul fatto che li avesse degnati di un cenno di vita solo allora, accolsero anche la sua adesione e fu Davide ad occuparsi della prenotazione, quindi non sapeva ancora dove sarebbe andata.

Avendo già studiato abbastanza anche il giorno prima, quel pomeriggio poté concedersi un totale relax: la combo della domenica perfetta, per lei, era costituita da Netflix e patatine.
Controllò ogni tanto il risultato di Atalanta-Juventus, e notò con piacere che i bergamaschi trionfarono: non fu Matteo a segnare, e forse era anche prevedibile, dato che era ancora alle sue prime partite da titolare dopo il grande addio di Gomez a gennaio, e sostituire l'argentino sulla trequarti non era affatto un lavoro semplice.

𝐅𝐀𝐕𝐎𝐋𝐄 || Matteo Pessina (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora