1- ... che cosa provo? [Kagami x Reader]

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Iniziamo con il botto con il nostro Taiga Kagami!!
TW: sangue
Crediti per la fanart: shima920 (twitter)
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Tokyo.
Era sera, forse le otto.
Mi trovavo a casa mia con Taiga Kagami, il mio migliore amico di infanzia. Ero tornata in Giappone nella casa di mia madre solo il giorno prima e, dato che ero a conoscenza della sua nuova residenza a Tokyo, ho deciso di chiamarlo al telefono e invitarlo nel mio appartamento per una cena.
Non lo vedevo da moltissimo tempo, più o meno da due anni, ossia da quando ha lasciato l'America.
Ci siamo conosciuti lì per puro caso grazie a Tatsuya, volevo invitare anche lui quella sera, ma ha negato gentilmente la mia richiesta perché aveva gli allenamenti serali.
Sarebbe stato bello fare una specie di "reunion" tutti insieme, ma mi andò bene anche stare da sola con Kagami-kun... dopotutto ci divertivamo sempre insieme.
Preparai moltissimi cheeseburgers con le patatine fritte, mangiammo tutto raccontandoci molti aneddoti degli anni passati insieme.
<<Ti ricordi quella volta in cui siamo entrati di nascosto in quella casa abbandonata?>> ridacchiai, mentre lui si mise una mano sulla fronte ridendo a sua volta.
<<Mi ha traumatizzato, è stata colpa tua, io non volevo neanche entrarci in quel... covo pieno zeppo di fantasmi!>> quasi tremò ripensandoci, facendomi ridere ancora di più per la sua espressione.
<<Kagamin ha paura dei fantasmi... povero cucciolino!>> dissi prendendolo in giro, così lui si coprì il viso arrossendo violentemente.
<<Vogliamo parlare di quando ti nascosi la biancheria pulita?>> mormorò.
Io spalancai gli occhi.
<<ERI STATO TU?!?>> esclamai tirandogli una patatina fritta in testa.
Lui rise e si vendicò, tirandone una anche a me.
<<Credevo fosse stato Tatsuya, lo picchiai tutto il giorno>>
<<Per questo è stato divertente, in realtà eravamo d'accordo>> rispose, trattenendo una risata con un'espressione che stava per farmi esplodere dal ridere.
Io mi alzai e camminai verso di lui, per poi dargli un colpetto in testa.
<<AIA!>> esclamò
<<Te lo meriti, PERVERTITO!>>
Alle mie parole scoppiammo entrambi a ridere, dopodiché Taiga mi abbracciò finché non ci calmammo.
Nonostante fosse cambiato moltissimo fisicamente, caratterialmente era rimasto pressoché identico nei miei confronti.
Eravamo stati lontani due anni, ma il legame che ci legava era così forte che non ci eravamo mai separati completamente.
Lui teneva molto a me e viceversa, molte persone a noi vicine ci dicevano che un giorno ci saremmo sposati... quando eravamo piccoli io ridevo a queste parole, però le ripensai quella sera.
Io provavo effettivamente qualcosa per lui, però non sapevo se fosse amore o semplicemente un'amicizia molto molto forte, perciò non glielo dissi mai.
Lui non mi raccontò mai niente di sensazioni simili, perciò arrivai alla conclusione che a lui molto probabilmente non interessavo.
Non ci rimasi male quel giorno, anzi, ero molto felice di passare una sera diversa con una delle persone più importanti della mia vita.

Passammo il resto della serata a guardarci una partita dell'NBA, in quanto sia a me che a lui, ovviamente, piace il basket.
Verso mezzanotte tornò anche mia madre a casa, io avevo intenzione di far restare il mio amico anche a dormire, ma Kagami mi avvertì subito che la mattina seguente doveva allenarsi molto presto.
Ci salutammo, e io mi sdraiai immediatamente sul mio letto, esausta.  Presi il mio portatile, aprii Spotify e inserii le cuffiette nelle orecchie. Ascoltai qualche canzone, ma ben presto mi addormentai. 
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Durante la notte venni svegliata dalla voce di mia madre che, nella stanza accanto, parlava al telefono con qualcuno. Sembrava una conversazione molto animata, il che mi preoccupò leggermente. In quel momento però, io volevo solo dormire, quindi mi alzai dal letto controvoglia e mi diressi verso la sua camera, pronta già ad alzare la voce. 
Appena entrai nella stanza lei si voltò verso di me sorpresa. 
<<Aspetta, si è appena svegliata, chiedo a lei.>> disse, scostando il cellulare dall'orecchio e rivolgendosi a me con una domanda.
<<Kagami-kun ti ha detto dove sarebbe andato questa sera?>> mi domandò mia madre, confusa quanto me. 
Corrugai la fronte e ci pensai un po' su, poi scrollai il capo.
<<No, mi aveva detto solo che doveva tornare a casa perché domani mattina doveva andare agli allenamenti di basket... perché?>> gli domandai, avvicinandomi a lei e cercando di ascoltare la chiamata. 
Non rispose, restando per alcuni secondi sconcertata e per poi riavvicinare il cellulare al suo viso.
<<Gli ha detto che tornava a casa...>> sussurrò tentennando e balbettando lievemente. 
Restai immobile accanto a mia madre, sperando che presto mi fossero date spiegazioni. 
<<Sei sicura Y/N?>> mi chiese ancora, sperando probabilmente in una mia risposta negativa.
Annuii, alzando le spalle. 
<<Si...si, dice di si...>> riferì alla persona all'altro capo del telefono, poi aggiunse: <<Io non so che dirti, ma credo che fosse vero a questo punto...>>. 
Mi stavo alterando, volevo capirci qualcosa in più anch'io ma sembrava che la mamma fosse troppo concentrata e presa dall'argomento per calcolarmi.
<<Certo, poi facci sapere...>> concluse così la chiamata, voltandosi finalmente verso di me. 
Notai che tremava leggermente, reggendo il mio cellulare ancora stretto tra le sue mani. 
<<Mamma, che è successo?>> chiesi ancora più spaventata e confusa. 
<<Era Alexandra Garcia...ha detto che lei è fuori Tokyo da qualche giorno e poco fa le è stato riferito con una telefonata che Kagami è stato investito da un furgone, ma lei sapeva che fosse a cena a casa nostra e quindi ha pensato ad uno scherzo di qualche suo amico.>> mi spiegò, ancora sconvolta. 
Anch'io restai spiazzata da quella notizia, passandomi lentamente una mano tra i capelli.  <<Ha anche detto che ha provato a chiamare altri suoi amici, ma nessuno rispondeva e quindi ha pensato a te.>> raccontò ancora.
<<E cosa gli hanno detto al telefono? Cioè, è stato investito e...?>> domandai con voce tremate, sperando di non ricevere la risposta che mi aspettavo. 
<<È stato trasportato d'urgenza in ospedale ma la questione è grave...quando l'hanno chiamata lo stavano caricando sull'ambulanza, quindi non dovrebbero ancora essere arrivati, penso...> mi informò lei, deglutendo a vuoto e riconsegnandomi il cellulare. 

One shot [Kuroko no basket]Where stories live. Discover now