Capitolo 4

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Capitolo 4

I seguenti giorni li passai come una sfocatura.
Passai in una concessionaria con Greg per comprarmi una nuova auto.
Poichè il mio vecchio pick-up era stato praticamente trasformato in nulla.
E' difficile credere quanto danno abbia procurato un albero al mio pick-up. Il parafango anteriore si ridusse in poltiglia e il motore all'interno era inutilizzabile.
Alla fine tra varie indecisoni di Greg scelsimo una Toyota.
Passavo le giornate aiutando Dee a cucinare, stavo incominciando a mangiare più del solito, ormai le uova strapazzate erano diventate la mia colazione preferita.

***

Arrivò presto il primo giorno di scuola a Maine.
Quel giorno ero molto ansiosa, non sapevo neanche come vestirmi e visto che era già tardi, indossai veloce i Jeans blu con una felpa bianca, con su scritto "Hope".
Uscii velocemente di casa, salutando frettolosamente Sarah, Greg e Dee, i quali ancora stavano facendo colazione.
Salii in macchina, poggiai lo zaino sul lato del secondo passeggero, misi le chiavi e accesi il motore, partii...
Durante il viaggio verso scuola i ricordi si vecero più chiari...
<< E: "Tu sei la parte migliore della mia vita."
B: "Puoi avere la mia anima, non voglio invecchiare senza di voi, senza di te. Soffrirò."
E: "Non ti preoccupare. Tu sei umana. Il tempo guarirà tutte le ferite. Sono io quello che non dimenticherà.">>
Pensavo a quelle parole fino a quando non arrivai a scuola. Me li annotai sul mio diario, così che potevo facilmente ricordarle.
Mi procurarono molto dolore quelle parole, provenivano da una voce perfetta, vellutata.
Chi era?! Se potessi ricordare tutto sarebbe più semplice...
Poi, in che senso non volevo invecchiare senza di loro, senza di lui?!
La mia anima...
Pensavo che fosse il film Horror visto l'altra sera con Dee che mi procurava questi ricordi, ma non parlava di invecchiare o di morire...
<<E: "Tu sei la mia vita, adesso">>
Aprii la portiera dell'auto e caddi a terra, il ricordo era divenuto così chiaro.
Mi tirai su dalla strada, e riportai il mio zaino sulla  mia spalla. Lo aprii, presi il diario e scrissi "Tu sei la mia vita, adesso."

Che cosa voleva dire? Ciò mi risultò molto irritante, non riuscire a ricordare, era insopportabile...
La voce era la stessa di prima.
Ma non riuscivo a ricordare a chi appartenesse.
A causa dei miei ricordi, ero già di 5 minuti in ritardo. Camminai fino all'ingersso della scuola.
Era un semplice liceo,almeno, L'ingresso si diramava in due corridoi: Uno era lungo e largo, dove vi si dirigevano tutti gli studendi nelle loro classi, l'altro era più stretto e aveva solo due stanze. Entrai nel primo corridoio, presi il foglio, dove c'era scritta la prima ora, era di chimica, bussai ed entrai, ua donna robusta era sedutta alla cattedra e portò giù gli occhiali fini, scivolandoli fino al suo naso, mi fissò, con sguardo truce.
Bene, primo giorno di scuola e già mi faccio odiare, perfetto.Pensai.
"Lei deve essere, la signorina Swan, giusto?!" Mi disse, porgendomi un gentile sorriso, al contrario dello sguardò con cui mi fissò poco prima.
"Oh...sì...sono Isabella Swan, scusi per il leggero ritardo." Dissi balbettando.
"Non si preoccupi, la comprendo essendo una nuova arrivata, prego si sieda lì vicino a Jake!" Mi indicò un ragazzo alto, moro, con una pelle bronzea tutto l'opposto della mia, ben piazzato di mosculatura, e un sorriso smagliante. Mi sorrideva, mi avvicinai cautamente e mi sedetti accanto a lui, ignorandolo, avevo le guance rosee, così mi nascosi il volto tra i capelli.
Intanto la professoressa iniziò a parlare di varie formule chimiche. Ma io ero dispersa nei ricordi di quelle parole, strane, quasi insensate.
Quando mi sentii toccare il braccio, un tocco, leggero e caldo. Mi voltai alla mia destra e vidi il viso di Jake che sorridendomi e tendendomi una mano mi disse: "Piacere, io sono Jake." Ricambiai la stretta di mano. "Piacere Bella." dissi un pò titubante.
"Sai, non devi aver paura della professoressa Meson è la più brava, inoltre, tutti i professori se la prendono con me, quindi, se hai bisogno di aiuto con loro, io so come prenderli." Mi disse facendo un ghigno. Era simpatico. "Bene, ne terrò conto." dissi sorridendogli. "Bene dopo ti faccio fare un giro in mensa, così ti presento un pò di persone, sempre, se per te va bene." Mi disse, "Oh...Certo, anche se non sono una persona, molto socievole" Dissi diventando rossa in volto.
"Beh, tranquilla, vorrà dire che mi accontenterò di pranzare con te, tranquillamente" Disse sorridendo, ricambiai.

Suonò la campana.
Ci diriggemmo in mensa...
"Ci sono altri "nuovi bambini" oltre a te, li vedrai subito in mensa." Disse Jake.
"Pensi siano strani?" dissi, volendo sapere i dettagli.
"Beh, sono l'ultimo che può giudicare sulla normalità degli altri, poi non ho mai parlato con loro." Disse sorridendo. Ma non si stancava mai di sorridere?
"Quali sono, i loro nomi?"
"Uhh, che ci credi o no, non si sanno. Tutti noi li chiamiamo "Nuovi bambini"."
A quel punto, attraversammo la porta della mensa...
"Ci sono." Dise Jake, indicando un tavolo in un angolo.
Rimasi sorpresa. C'erano solo due persone lì sedute. Una ragazza e un ragazzo. La ragazza era molto piccola. Aveva i capelli corti, neri. Dall'altra parte del tavolo c'era il ragazzo. Lui era magro, aveva i capelli biondi, quasi bronzo, arruffati. Ma anche il loro pallore non passò inosservato ai miei occhi. Avevano lo sguardo su entrambe le loro facce. Sembravano...immobili.
La ragazza era accasciata in avanti in uno sguardo di tristezza disegnato su so piccolo viso. Il ragazzo, aveva i pugni serrati lungo i fianchi. I suoi occhi non si muovevano e occasionalmente si scambiavano delle parole, talmente in tono basso che nessuno poteva udire. Rimasero immobili e distanti.
Dentro stavo pensando sul tale dolore che si disegnò sul loro volto. Non era nulla di fisico. Era tutta un pò un'angoscia mentale. Il ragazzo teneva gli occhi chiusi, come se stesse pregando che non gli scendesse nessuna lacrima dal volto.
Ma quello che fu molto più strano fu che...
Nessuno di loro due, versò una sola lacrima. Forse me lo aspettavo di più dalla ragazza. Ma dio, sembrava che avevano entrambi perso qualcosa o qualcuno a loro molto caro.

Angolo Autrice: Spero vi piaccia anche questo capitolo, grazie per il sostegno, Recensite!.

Non dimenticheró maiWhere stories live. Discover now