Capitolo 4

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Prima di iniziare a leggere il capito volevo informarvi che non ho avuto il tempo di rileggerlo, quindi se doveste trovare degli errori, fatemeli notare tranquillamente. Mi fareste un grande favore. Grazie e buona lettura :)


< Che succede? Chi sono questi uomini? > fu Jason ad interrompere l'imbarazzante silenzio che si era venuto a creare in quella stanza.


Sophie guardò l'amica aspettando che rispondesse, ma il suo sguardo era fisso sull'uomo riccio, non era neanche sicura stesse respirando. Alla fine decise di parlare lei < Sono il Signor Styles e il Signor Malik, i due strutturati che affiancheremo >, il volto di Jason si indurì ripensando a quello che poco prima gli era stato raccontato riguardo a quell'Harry Styles < sono qui per lasciarci dei documenti per il tirocinio >.

Cadde nuovamente un silenzio pesante tra loro, questo spinse Caleb ad intromettersi per evitare una rissa che vedeva già prendere forma visto lo sguardo che Jason stava lanciando al riccio che invece, noncurante del ragazzo, continuava a fissare la sua amica < Perché non andiamo in sala? Così diamo a Julie e Jason tempo per sistemarsi > Nessuno rispose ma si diressero nell'altra sala.

Una volta rimasti soli Julie prese un grande respiro, quasi si fosse dimenticata la base dell'inspirare - espirare per sopravvivere. Cos'era appena successo? E perché si sentiva come una bambina colta in fallo?

< Adesso lo ribalto. > il ringhio al suo fianco quasi la spaventò < Jason, te l'ho detto, Sophie ha esagerato. Non ha fatto nulla > cercai di spiegare.

< Ti ha messo le mani addosso! > praticamente le urlò contro il ragazzo < Jason, no! Quante volte te lo devo dire? Abbiamo solo parlato, non mi ha neanche sfiorata! Lo sai com'è Sophie, non sa raccontare una storia dalla A alla B, lei te la racconta mettendo dentro tutto l'alfabeto! Secondo te, se mi avesse fatto qualcosa, sarei qui? Avrei accettato questo tirocinio? >

Dopo aver chiarito con il ragazzo, che comunque non sembrava molto convinto, Julie si diresse verso il bagno per cambiarsi e darsi una pulita, aprendo la porta si scontrò con qualcosa, alzando lo sguardo sperò che il pavimento di aprisse e la inghiottisse.

< Ehm...mi-mi scusi Signor Styles, credevo fosse libero > abbassò lo sguardo per nascondere il rossore che le stava invadendo il viso. < Nessun problema > rispose con tono duro, fin troppo. Che portò, per qualche strano motivo, Julie a sentire il bisogno di scusarsi.

< Per cosa si sta scusando signorina Benson? > domandò utilizzando lo stesso tono di prima < Non lo so >. Fu solo un lieve sussurro, ma arrivò all'orecchio di Harry come un suono perfettamente chiaro.

Harry si sedette sul bordo della vasca < Cosa intende? > Julie non sapeva cosa dire perché nemmeno lei riusciva a capire perché si sentisse così dispiaciuta. < Io-io non lo so. Solo, mi dispiace > .

< Non capisco, si sente dispiaciuta nei miei confronti? Per cosa esattamente? > Dio, Julie voleva sotterrarsi. Non poteva semplicemente dirle "nessun problema" ed andarsene? Dovevano giocare allo psicologo proprio in quel momento? Quando lei aveva su una maglia troppo lunga, dei pantaloncini troppo corti ed era sporca di farina e creme varie?

< Non volevo farla innervosire, tutto qui > la ragazza cercò di sembrare sicura di sé...fallendo miseramente. < Cosa le fa pensare che sia colpa sua? > non voleva proprio chiuderla quella conversazione.

< Oggi ci siamo incontrati tre volte e tutte e tre le volte lei sembrava molto nervoso, quasi arrabbiato > la voce sempre più sottile < E crede che io provi un sentimento negativo nei suoi confronti perché...? > Harry era sempre più interessato a quella conversazione.

< Non lo so, veramente, Signor Styles, non importa. Mi sarò sbagliata. Ora, credo sia meglio andare dagli altri > sperò di essere riuscita a chiudere così la conversazione.

< Forse sarebbe meglio che lei prima si sistemasse, non crede? > domandò Harry. La stava prendendo in giro? Cavolo, si! 

< Oh, sì. Giusto. Beh...allora ci vediamo dopo. Cioè tra poco. Nel senso...> Il suo balbettio fu interrotto da una risata bassa e roca che sorprese la ragazza.

Harry aveva le braccia incrociate al petto, la testa buttata in dietro e le fossette sulle guance mentre rideva come se avesse appena sentito una barzelletta divertentissima.

Era veramente bello.

< Sistemati Julie, ci vediamo giù > le sorrise cercando di trattenere la risata che non dava cenno di voler smettere. E poi...era passato di nuovo al "tu"?

Prese un respiro profondo, chiuse la porta del bagno a chiave e si face una doccia, evitò di pensare che al piano inferiore sarebbe potuta scoppiare una rissa tra Jason ed Harry, anche perché non era sicura di chi avrebbe vinto.

Una volta finita la doccia si accorse di non avere portato il cambio in bagno.

CAVOLO.

Mandò un messaggio a Sophie: Vieni in bagno!

Quando sentì bussare aprì trovandosi la bionda davanti, entrò e dopo essersi scusata per non aver avvertito l'altra ragazza dell'imminente arrivo di Harry e Zayn le portò i vestiti rimanendo con lei in bagno.

< Hai intenzione di dirmi cosa sta succedendo o devo indovinare? > ruppe il silenzio Sophie

< Cosa intendi? Con Jason? Lo sai, Soph. Non è nulla, scherziamo e basta! > Julie si sorprese che l'amica avesse tirato in ballo ancora quella storia, conosceva la situazione. < No, parlo del Signor Styles! > rispose, come fosse la cosa più ovvia del mondo.

< Cosa c'entra lui? > non stava capendo, davvero.

< Vi fissavate! Nel vero senso della parola, vi guardavate e non parlavate. Posso capire l'imbarazzo del farsi trovare mezza nuda davanti ad uno strutturato, ma eri come paralizzata! > Cercò di spiegarsi la bionda.

Julie non aveva voglia di discutere, così le diede solamente ragione, dicendole che non sapeva come reagire per la situazione poco consona in cui era stata trovata.

Poco dopo tornarono dagli altri e videro Caleb e Zayn parlare tranquillamente, anzi scherzare su qualche programma televisivo mentre Harry semplicemente ascoltava. Poi c'era Jason, che continuava a fissarlo in cagnesco.

Presero un caffè mentre Styles e Malik spiegavano l'utilità di quei documenti alle ragazze, avevano quasi finito quando Sophie iniziò a martellare di domande Zayn. L'altra ragazza non perse quell'occasione e si diresse verso il terrazzo con le sue fidate Marlboro e ne accese subito una.

Si stava rilassando, finalmente.

La porta dietro di lei si chiuse e girandosi notò Harry. Allentò la presa sulla sigaretta che cadde e istintivamente la spense con il piede.

Sentì uno sbuffo provenire dall'uomo e Julie abbassò la testa quando lo vide avvicinarsi a lei.

< Non può funzionare così > esordì Harry.

Julie lo guardò con un sopracciglio sollevato, si era per caso persa parte della conversione?

< Di cosa sta parlando, Signor Styles? > Harry l'affiancò e con un piede spinse la sigaretta oramai spenta giù dal terrazzo.

< Dobbiamo lavorare insieme Julie. E non può funzionare se la situazione continua ad essere così. Dobbiamo chiarire. > Nessuno dei due sapeva bene a cosa concretamente si riferisse quel "così" ma entrambi avevano capito. Infatti Julie annuì.

< Ci vediamo domani sera. Passo a prenderti alle 20.00, ceniamo da me. Questo è il mio numero > porse un biglietto da visita alla ragazza che lo fissava quasi impaurita < Se ci dovessero essere problemi, scrivimi >.

Julie s'irrigidì quando sentì la mano del Signor Styles alla base della sua schiena, l'avvicinò a sé e le lasciò un lieve bacio sulla guancia.


< A domani sera, signorina Benson >

Good girls go bad - h.s. (daddy)Where stories live. Discover now