Nottate e canzoni...

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Nottate e canzoni...

Nico si portò le ginocchia al petto, nel tentativo di scaldarsi. Maledisse il momento nel quale aveva deciso di vestirsi leggero e imprecò, anche, un paio di volte contro Percy Jackson, che si godeva il sedile del passeggero ed il riscaldamento. Estrasse il cellulare dalla tasca: 23.30 Con ogni probabilità avrebbe fatto tardi, e sua sorella si sarebbe arrabbiata, fantastico! Eppure non era riuscito a lasciar perdere, non era stato in grado di lasciare Percy-sono-un-idiota-Jackson da solo di notte, in chissà quale terribile stato mentale. Certo, avrebbe potuto mettere le ani addosso a quell'imbecille di Luke. Ma a che scopo? Luke era fatto così, un idiota di proporzioni colossali, che non aveva mai fatto nulla di buono. Una raffica, gelida, gli sferzò il volto, facendolo rabbrividire. Si strinse ancora di più alle sue gambe, cercando, disperatamente, una fonte di calore.

Quando la macchina si fermò Nico quasi non ci credette. Si fiondò giù dal bagagliaio, sgranchendosi le gambe. Nico ancora tremava. Si chiuse il giubbotto fino al collo, infilandosi le mani in tasca. Poi, improvvisamente, un tenue calore lo investì, si voltò, solo per vedere Will appoggiargli il suo cappotto sulle spalle.

-Will, si gela! Non fare l'idiota!- lo rimbeccò Nico. Will dal canto suo fece finta di non sentire, sfoderando un sorriso a trentasei denti e dirigendosi verso la portiera del lato del passeggero, convinto di riuscire ad aprirla. Nico pensò di buttargli la giacca addosso, o semplicemente, di lasciarla lì per terra. Eppure il tepore che produceva lo indusse a stringersela addosso, aveva un odore dolciastro, acqua di colonia, probabilmente...

-Ehm, non per darti fastidio, ma qui c'è uno zombie da riportare a casa- Gridò Will, che era riuscito ad aprire lo sportello. Il ragazzo si avvicinò all'amico, osservando Percy, che giaceva, semi-cosciente sul sedile. Nico promise a sé stesso di non ridursi mai in quelle condizioni.

-Percy- disse il più giovane, strattonandogli una spalla- come ti senti? E non provare a vomitarmi di nuovo sulle scarpe- concluse con una smorfia. Quello osservò Nico e sorrise, sornione.

-Lo sai che sei davvero carino quando ti preoccupi?- azzardò Percy, prima di vomitare l'anima proprio davanti allo sportello. Nico stavolta si spostò in tempo. Le guance avevano preso colore, il cuore aveva perso un battito.

Will squadrò Percy, improvvisamente desideroso di lasciarlo lì per strada a vomitare. Eppure, alla fine, decise di caricarselo in spalla, facendosi aiutare dal piccolo amico. Nico era molto più basso e molto meno in forma di lui, eppure non emetteva un fiato, intento a sorreggere il corpo di Percy con tutte le sue forze. Arrivarono al cancello che conduceva alla casa del ragazzo. Era buio, quindi trovare il nome Jackson sul citofono fu un'impresa, ma alla fine ( grazie al cellulare di Nico e dopo aver svegliato una vecchina parecchio agitata) riuscirono a premere il pulsante giusto.

-Percy, sei tu?- chiese una voce femminile, dall'altro capo del citofono. Will volse lo sguardo verso Nico. In fondo lui e Percy non si erano mai visti prima di quella sera, e Nico era un suo compagno di classe, toccava a lui parlare!

-Ehm, signora Jackson, sono Nico, un compagno di classe di suo figlio. Lui è qui con me, solo... al momento non è in grado di parlare...- balbettò Nico. Sally Jackson sussultò.

-Se è uno scherzo sappi che non è divertente, ragazzino!- decretò la mamma di Percy, risoluta.

-Ciao mamma, sono io...- Percy riuscì appena a pronunciare quella frase, prima di accasciarsi a terra a vomitare. Nico era disgustato. Cioè, sul serio, quanto poteva vomitare? Era già la terza volta in meno di mezz'ora! Probabilmente, si disse, aveva bevuto chissà cosa, d ora il suo stomaco ne faceva le spese. Intanto la signora Jackson aveva aperto il cancello, i due si rimisero in spalla Percy, dirigendosi verso l'ascensore.

Remember me (Percico: Percy Jackson x Nico Di Angelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora