2. Scuse e perdoni

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Il giorno dopo Angel, iniziò a darmi "lezioni di seduzione", o come piaceva dire a lui "la trombalezione".
« Allora. Come prima trombalezione, Analizzeremo il soggetto » disse portandosi dietro una lavagna ed un pennarello.
« Scusa e quella dove l'hai pre– »
« SHH!! Dunque, questo è Alastor » disse cercando di disegnarlo, ma ne uscì fuori solo un triste scarabocchio.
« Questa sei tu » continuò disegnando me...
« Angel non ho le tette così grandi »
« Questo lo dici tu. Comunque, quando devi sedurre qualcuno, il gioco sta tutto nei fianchi. Alzati in piedi »
Obbedii sbuffando e subito lui mi fece mettere in una posizione a dir poco scomoda.
« Bene, sedere in fuori, anche il petto, spalle dritte, bene così, et voilà! »
« Ehm, non ti sembra un po' esagerato? »
« Assolutamente no! Ora dobbiamo pensare alla camminata... »

Il mattino volò via così tra una strigliata di Angel sulla mia postura scorretta e una pausa sigaretta con tanto di alcolici.
« Sei pronta, amore » mi disse baciandosi la mano come un cuoco soddisfatto del proprio piatto.
Sospirai e guardai il modo in cui ero conciata: troppo attillata per i miei gusti fin troppo semplici e casti.

« La preda è lì, non dimenticare ciò che ti ho insegnato oggi »
« Si, sensei » sbuffai pensando che era tutto solo un stupido spreco di tempo.
« Ora va e ricorda: sii sicura di te stessa e conquistalo! » esclamò spingendomi all'interno della stanza facendomi quasi perdere l'equilibrio.
« E-Ehi Al! » lo trovai intento a leggere un libro a gambe incrociate su di una graziosa poltrona in camoscio rosso.
« Anastasia, che tempismo! Sai, stavo giusto per venirti a cercare »
« A me? Davvero? »
« Si, pensavo alla tua testa, non capivo il motivo di tanta confusione »
« Aspetta, eri preoccupato per me? »
« Oh cielo no! Ero solo curioso e vagamente confuso, nulla di più cara »
« Mmh capisco. E-ehm... c-che cosa leggi? »
« Solo uno dei miei libri preferiti, Macbeth »
I miei occhi si illuminarono di colpo.
« Shakespeare?! »
« Per caso l'argomento ti attrae? »
« Oh mio dio si, io amo Shakespeare, mia madre me lo leggeva sempre quando ero piccola! »
« Saggia donna tua madre »
Mi feci spazio in quella piccola poltrona con capienza per una persona sola, arrivano per sbaglio a posarmi totalmente sul corpo di Alastor, che non disse nulla per mia grande sorpresa.
« Sono contento che abbiamo trovato finalmente una cosa in comune, chére » rispose fissandomi intensamente, poi mi ricordai delle lezioni di Angel e mi ricomposi.
Vidi proprio quest'ultimo affacciarsi dalla porta e farmi cenno di sciogliermi i capelli. Obbedii e mi tolsi il ferma capelli argentato che li teneva legati un uno chignon.
Li sistemai tutti da un lato lasciando libera una parte del collo, non mi ero mai sentita più a disagio in morte mia. Ma Alastor sembrava più interessato a leggere un libro che già conosceva a memoria che al corpo di una donna. Finsi di tossire cercando di attirare la sua attenzione ma fu tutto inutile e me lo fece anche presente.
« Se stai cercando in qualche modo di sedurmi, sotto consiglio di quella sottospecie di batuffolo con sei braccia, sappi che non funzionerà » disse senza scollare gli occhi dal suo libro.
« Perché invece non ne parliamo da persone civili senza dover ricorrere per forza al sesso? » continuò posando il libro sul tavolino in legno davanti a lui. Mi misi composta e da un lato ringraziai quella personalità di Alastor, se fosse stato al gioco non oso immaginare come sarebbe andata a finire.
« Voglio solo sapere la verità, sei stato tu a manomettere i miei sogni questa notte? »
« E tu mi avresti donato sul serio il tuo corpo per una simile sciocchezza? HA HA HA! Oh chère... »
« Rispondimi e basta! » alzai il tono ma a lui sembrò non importare.
« No mia cara, io non ho fatto proprio niente » rispose più serio che mai guardandomi negli occhi, forse era vero...forse lo stavo giudicando troppo in fretta. E in effetti, che motivo avrebbe avuto di farmi ciò? Ok era interessato a me ma sarebbe davvero arrivato a tanto? Ma allora quei guanti uguali ai suoi...
« O-Ok... » detto questo mi alzai ma allo stipite della porta mi invitò a fermarmi.
« Comunque sappi, che non è nulla di personale » disse.
« Che cosa? »
« Forse in altre circostanze, non ci avrei pensato due volte a strapparti i vestiti di dosso » rispose con tutta la calma del mondo mentre aveva ripreso a leggere Macbeth.
Inutile dire che quelle parole mi fecero arrossire, sentivo le guance bruciare e cominciavo ad avere caldo, mi faceva uno strano effetto, anche se non avevo capito a pieno le sue parole...
Senza rispondere uscii fuori dove un Angel emozionato mi stava aspettando.
« Ho sentito tutto e oh-mio-dio! »
« Ti prego non dire niente, mi hai fatto fare la figura della troia Angel » lo rimproverai togliendomi i tacchi.
« Intanto però hai avuto le informazioni che cercavi, no? »
Rimasi in silenzio.
« Ana? E-eheh...è vero che gli hai chiesto tutto, giusto? »
« Beh no! Ho solo chiesto se centrasse qualcosa col sogno di stanotte »
« Cosa?! Cosa?!! E tutto questo casino allora a cosa è servito?! »
« Senti Angel fino a prova contraria non ho mai chiesto il tuo aiuto ok? »
« Ah quindi le cose stanno così? Bene, non ti aiuterò più allora. Sentito Anastasia? Fan-culo! » queste furono le ultime parole di Angel prima di andarsene dalla stanza. Sospirai avendo appena perso l'unico amico vero che avevo trovato fino ad allora.

𝐒𝐦𝐢𝐥𝐞, 𝐦𝐲 𝐝𝐞𝐚𝐫 // hazbin hotel fanfiction (Alastor x OC)Where stories live. Discover now