1° capitolo: 19 anni dopo

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Kenny spalancò gli occhi non appena senti dei colpi pesanti e insistenti alla sua porta.

"arrivo mamma dammi un attimo" disse il ragazzo mentre si sedeva debolmente sul vecchio e marcio materasso; non appena mise le gambe a terra si mise una mano tra i suoi unti e scompigliati capelli color oro, la testa gli pulsava tremendamente mentre le ultime immagini della notte precedente gli scorrevano velocemente davanti; per tutti i suoi amici la festa di ieri sera si era conclusa con un normalissimo rientro a casa, non per lui. Mentre le immagini di quel camion gli passavano per la mente si rimanifestarono i colpi alla porta, questa volta più forti.

"Ok mamma arrivo" disse Kenny alzando la voce mentre si alzava pigramente, apri l'armadio a muro della sua stanza prendendo l'unico abito al suo interno, uno stretto parka arancione con all'interno una maglietta azzurra della Abidas; si tolse lentamente il pigiama e indossò quegli abiti insieme a delle braghe distese per terra infine indossò le sue scarpe marrone scuro prima di varcare la soglia della sua stanza.

"Ciao mamma" disse Kenny mentre si sedeva a tavola alla madre che stava velocemente distribuendo la colazione alla famiglia.

"Ben svegliato Kenny" disse la madre mentre gli porse il piatto di plastica contenente la sua colazione: una fetta di pan tostato e un bicchiere d'acqua.

"Stuart a tavola!" urlò la madre girandosi verso la porta che dava sul salotto, poco dopo arrivò il padre di Kenny, Stuart McCormick che muto si sedette al tavolo mentre gli veniva offerta la colazione, la stessa di Kenny ma con l'unica differenza del bicchiere, il bicchiere del padre era infatti pieno non d'acqua ma bensì di birra che immediatamente l'uomo bevve tutto d'un sorso.

"che fai!" urlò la signora McCormick al marito non appena lo vide bere "aspetta che arrivi anche Karen, alcolizzato di merda".

Stuart stava per ribattere ma fortunatamente entrò in stanza la piccola appena chiamata, si sedette immediatamente al tavolo sfoggiando un sorriso in netto contrasto con le espressioni stanche dei genitori e lo sguardo pensieroso del fratello.

"Grazie mamma" disse solamente la piccola, mentre le veniva offerto lo stesso piatto del suo fratellone, appena anche la signora si sedette al tavolo iniziarono tutti a mangiare la colazione.

Come avrete intuito i McCormick non erano una famiglia in buona condizione economica, nella piccola cittadina di South Park, dove vivevano da ormai molti anni, erano a pieno titolo la famiglia più povera; a capo della famiglia vi era Stuart McCormick un uomo alto non così magro come ci si aspetterebbe da uno nella sua situazione, aveva corti capelli castano chiari e baffi a ferro di cavallo dello stesso colore, i suoi occhi erano nero chiaro e sembravano due pozzi neri e profondi. A causa delle condizioni della famiglia indossava da anni gli stessi vestiti: una semplice camicia blu rattoppata da cui si poteva scorgere la maglietta bianca sottostante, jeans grigi e per concludere un cappello rosso sbiadito con su scritto scotch; come si può intuire dalla scritta era un uomo che alzava spesso e volentieri il gomito ma, ciò nonostante, calmo e amorevole verso i figli e la moglie, quando non beveva.

Sua moglie Carol era una donna che fin da giovane aveva condiviso la passione per l'alcol col marito e paradossalmente questa era una delle cose che aveva rafforzato il loro legame; fisicamente sarebbe stata di bell'aspetto se non fosse stato per la scarsa igiene corporea dovuta alla situazione familiare, a causa di ciò i capelli un tempo di un rosso fuoco erano ormai di un colore sbiadito e unto. Anche gli occhi ormai erano di azzurro spento e stanco; come il marito era ormai da anni che indossava gli stessi vestiti: maglietta verde un-tempo-chiaro con la scritta "sono con lo stupido" con sotto una freccia che indicava verso destra e pantaloni blu scuro sporchi. Il motivo per cui Carol e Stuart si erano messi insieme era forse dovuto alla nascita del loro primogenito, chiamato da entrambi Kevin fu partorito quando la madre era solo diciottenne; il povero bambino era cresciuto vedendo i propri genitori consumarsi nell'alcool e nella povertà fino a che non vi piombò anche lui sebbene in misura minore; ora mentre la famiglia stava facendo colazione lui mangiava la sua nel carcere di Denver per aver provato a rubare la cassa di un minimarket.

Tuttavia per ogni cosa negativa vi è sempre una cosa positiva, è il karma nella vita e nel caso dei McCormick il lato positivo si era manifestato sotto forma della piccola Karen McCormick, terzogenita della famiglia aveva ereditato i capelli castani del padre, che teneva raccolti in due treccine, e gli occhi azzurri della madre; vestita anche lei sempre allo stesso modo con una felpa verde da maschio (era infatti quella usata da Kevin quando era lui il bambino piccolo di 11 anni) e pantaloni neri. Il suo viso era un po' scarno ma la piccola non soffriva di malnutrizione (fortunatamente) ed ha compensare l'aspetto sporco, dovuto alle condizioni economiche che l'obbligavano a farsi una doccia al mese, vi era il suo atteggiamento giocoso e allegro che portava vivacità e colore ovunque andasse e lo dimostrò proprio in durante la colazione quando le bastò raccontare della sua eccitazione per il suo ultimo anno di elementare che, come per magia, tutti in stanza sorrisero di gusto, non era tanto ma bastava a Karen che, nonostante tutto, amava la sua famiglia più di ogni altra cosa al mondo.

All'improvviso la piccola si alzò e corse fuori dalla stanza urlando gioiosa che andava a preparare la cartella; a quelle parole anche Kenny si alzò andando ad aspettarla nel soggiorno per accompagnarla a scuola. Mentre si stendeva sul divano sudicio approfittò del momento per guardare le notizie alla televisione sperando in qualcosa di allegro, fu tremendamente deluso, le notizie erano le stesse da un po' e mostravano la situazione in cui vessava South Park: furti, omicidi e cose peggiori erano sempre sui notiziari insieme all'inefficienza della polizia quasi tutta sul libro paga della mafia.

"almeno non ci si annoia mai" pensò Kenny guardando i titoli ricordandosi perché non avrebbe mai permesso a Karen di andare da sola alla fermata dell'autobus; sentiva in quanto suo fratello maggiore che era compito suo proteggerla dai pericoli dell'ormai poco-sicura cittadina.

"sono pronta Kenny" disse la piccola entrando in stanza con lo zaino alle spalle e il suo immancabile sorriso

"perfetto" disse Kenny ricambiando il sorriso e alzandosi dal divano "allora si va".



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