nine

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                         MI RIGIRO LA BUSTA TRA LE mani per non so quanto tempo, aggrottando le sopracciglia quando mi rendo conto che al suo interno c'è qualcosa, e tutto è meno che qualche mazzo di soldi - purtroppo, aggiungerei

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                         MI RIGIRO LA BUSTA TRA LE mani per non so quanto tempo, aggrottando le sopracciglia quando mi rendo conto che al suo interno c'è qualcosa, e tutto è meno che qualche mazzo di soldi - purtroppo, aggiungerei.

Senza perdere altro tempo, passo immediatamente la busta a John B attraverso la fessura dalla quale, subito dopo, esco anch'io con l'aiuto di JJ e Pope.

«Quello non è oro» dice quest'ultimo.

«Oh cazzo...» mormora John B, leggendo ciò che si trova scritto sulla busta con il pennarello nero.

«Che succede?» domando confusa.

«È da parte di mio padre» risponde dopo un po' il moro, guardandoci con occhi pieni di confusione ed entusiasmo, perché, finalmente, ha trovato qualcosa di importante.

Dopo le sue parole, seguono dei secondi interminabili di silenzio. Non siamo a disagio o in imbarazzo, ma siamo semplicemente felici per il nostro amico che, finalmente, è sul punto di avere tutte le risposte che sta cercando da ben nove mesi.

E noi siamo qui con lui e per lui.

Improvvisamente, dopo essersi acceso l'ennesima sigaretta, JJ prende parola ed interrompe bruscamente questo silenzio: «Codice rosso, codice rosso! Trafficanti! Trafficanti!»

Delle torce sono puntate nella nostra direzione, ed immediatamente cominciamo a correre verso la stradina opposta, andando chissà dove. Io mi limito a seguirli. Ottimo, no?

«Via via via!»

«Sono quelli che hanno rubato a casa tua» JJ informa John B. A me sembra che neanche li abbia guardati, in realtà.

Ci nascondiamo dietro un muro e spegniamo immediatamente le torce per evitare di essere visti.

«Pensi che siano loro?» chiedo a JJ quando si sporge per controllare la situazione.

«Quel tipo è armato» mi risponde soltanto, per poi tornare velocemente con la testa dietro il muro.

Mi mordo il labbro inferiore per interminabili secondi, e una morsa allo stomaco mi porta a reagire in modo avventato. Non voglio morire a quest'età, sinceramente.

«Oh vaffanculo!» ringhio per poi alzarmi e correre verso l'uscita del cimitero, seguita dai miei amici.

Chissà come o grazie a chi, riesco a scavalcare un grande cancello senza l'aiuto di nessuno - grandi passi in avanti, no? -. Forse è la paura di morire che mi fa questo effetto e inietta nel mio corpo così tanta adrenalina.

«Vai!»

«Sbrigatevi!» dico non appena i miei piedi toccano terra e mi giro per guardare gli altri.

«Ragazzi! Ragazzi! Sono incastrato! Sono incastrato!» spalanco gli occhi quando vedo Pope in serie difficoltà, con il pantalone che si è incastrato in uno degli spuntoni del cancello. Se non stessimo per morire, probabilmente sarei scoppiata a ridere.

𝐔𝐍𝐄𝐗𝐏𝐄𝐂𝐓𝐄𝐃, jj maybank Where stories live. Discover now