𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟓

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/dɛd jɛt/

aggettivo + avverbio

"Per favore, dimmi che abbiamo finito."

"Questa è l'ultima scatola, credo." Jeongguk lasciò cadere l'oggetto di cartone sul pavimento. C'era qualcosa scarabocchiato sopra, altri vestiti o forse un vecchio servizio di piatti che gli aveva regalato sua madre. Il più giovane guardò fuori dalla finestra e proprio in quel momento si accorse che il sole stava già tramontando alle spalle di alcuni edifici.

Taehyung allungò la schiena facendola scrocchiare e si gettò a terra con noncuranza. Dire che era esausto era una cosa, ma sentiva che gli ultimi due giorni avevano prosciugato la vita dal suo corpo più di qualsiasi altro semestre al college.

"Ahh, non posso credere che l'abbiamo fatto."

Taehyung si guardò intorno, c'erano ancora alcune cose da disfare ma osservando tutto il loro duro lavoro, quel pavimento finalmente iniziò a sembrare un posto decente sul quale le persone potessero effettivamente vivere. Immaginò alcune altre cose appese alle pareti bianche immacolate, un paio di piante, e in quel balconcino avrebbero avuto un divano invece di quel tappeto vuoto da quattro soldi.

Perché quel bastardo aveva dovuto prendersi il divano quando se n'è andato? Taehyung l'aveva portato fin da Daegu.

Fino ad allora, gli era toccato rimanere seduti sul tappeto con un altoparlante al centro che suonava una playlist indie rock che Jeongguk aveva scelto e che Taehyung non conosceva -che sia benedetto il suo buon gusto musicale- Tirò fuori anche una bottiglia di vino dal nulla, e ad essere onesti desiderava qualcosa del genere. Aveva seriamente bisogno di rilassarsi.

Finirono per sedersi a terra, dopo aver finito un piatto di noodles ai fagioli neri e un po' di quel vino in due tazze -perché non avevano trovato nessun altro tipo di bicchiere- e parlando della vita in generale.

Taehyung si era tranquillizzato perché non aveva la più pallida idea di che tipo di coinquilino sarebbe stato Jeongguk quando accettò di condividere un appartamento -una cosa è sentire com'è qualcuno dai tuoi amici chiaramente di parte e un'altra cosa è conoscerlo di persona, con i tuoi mezzi- e dopo aver trascorso un'intera giornata a trasferirsi lì, a disfare le loro cose e a passare le prime due ore obbligatorie imbarazzanti, era sicuro di dire che Jeongguk era -in effetti- un bravo ragazzo. E, soprattutto, la convivenza sarebbe stata facile. Poteva già dirlo.

"...e poi ho deciso di trasferirmi a Seoul da solo. Dopo aver incontrato te e Jimin quella sera, mi ha chiamato un paio di volte per prendere un caffè e da bere. Immagina quanto sono rimasto sorpreso quando mi ha detto che conosceva già i miei vicini."

"Sì, Jimin e Hoseok conoscono tutti in giro. Conosco Yoongi perché io e lui abbiamo frequentato la stessa scuola a Daegu. Penseresti che questa città sia enorme, ma in realtà è un piccolo mondo quando."

"Sono... felice che tu abbia bisogno di un coinquilino." Disse Jeongguk. "Sto migliorando ora, ma sono timido ogni volta che sono in giro con nuove persone e dal momento che Yoongi e Seokjin si stavano trasferendo da qualche altra parte... sono andato un po' nel panico."

"Sei così carino." Pronunciò Taehyung. Forse era l'alcol a parlare, ma fanculo. "Non preoccuparti. Andrà tutto bene."

"Non è giusto. Sento di essere molto strano con te ma anche... il vino? Sono loquace, farnetico e cose del genere... scusa...scusa... starò zitto e sarò un buon coinquilino d'ora in poi."

"Puoi fermarti per favore? Questa è a malapena la prima notte." Taehyung guardò la bottiglia mezza vuota. "Sai, dovremmo brindare in questo momento, per festeggiare."

𝑳𝑶𝑽𝑬 : Glossary Of Associated Terms | TAEKOOK (Traduzione Italiana)Where stories live. Discover now