Anno 2 - Parte II

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"Quindi, mi stai dicendo che vuoi lavorare il 14 ma non il 15?"

Osamu non riusciva proprio a capirlo.

Inoue-san, accanto a lui, aveva messo su una faccia confusa ma non aveva proferito parola, stringendo forte le labbra tanto da renderle bianche. Forse aveva ancora paura di Sakusa, forse no considerando che erano stati fatti passi avanti pazzeschi tra i due, fatto sta che era il più furbo di tutti e aveva scelto, con un'intelligenza impressionante, di mantenere per sé quello che stava pensando. E non doveva essere qualcosa da poter essere liberamente esternato in presenza di persone perbene, a giudicare dall'espressione aggrottata. Sfortunatamente, ci stava mettendo così tanto impegno che sembrava a pochi secondi dallo scoppiare.

Come il capo magnanimo che era, Osamu si fece coraggiosamente carico dell'onere di cercare di comprendere il suo dipendente più ostico. "Perché cazzo questa cosa?" Domandò, forse più aggressivo di quanto avesse preventivato. Ma la seconda settimana di febbraio si stava rivelando il suo inferno personale privato, quindi non avrebbe nemmeno chiesto scusa.

Fortunatamente, Sakusa era una di quelle persone a cui quegli atteggiamenti isterici rimbalzavano addosso, quindi lo guardò altezzoso e sbuffò da sotto la mascherina. "San Valentino è meno opprimente."

Dove? Dove esattamente il 14 febbraio non era opprimente?

Osamu avrebbe speso un sacco di tempo ed energie per decorare l'intero negozio con roba rosa a forma di cuore, con sagome discutibili di bambini nudi con ali, archi e frecce e con odiosi glitter rossi e bianchi ovunque non ci fosse il pericolo che cadessero nel cibo, praticamente firmando ad occhi chiusi per la presenza costante di brillantini in posti inspiegabili per settimane. Avrebbe inserito nel menù gli speciali onigiri con confettura di ciliegie, confettura di fragole e cioccolato, disponibili solo per l'occasione e decisamente non replicabili, non importava quante volte gli sarebbe stato chiesto di fare un'eccezione. Si sarebbe messo a regalare rose di origami a qualsiasi essere femminile avesse varcato la dannata porta del suo ristorante, sperando di non ricevere pugni in faccia da accompagnatori troppo protettivi e con poca elasticità mentale.

Capitava di domenica, per Dio, gli sarebbe presa un'orticaria sicura a fine giornata e lui aveva il coraggio di dire che San Valentino non era opprimente?

"Le persone sono concentrate su sé stesse, sulla loro relazione. Sarà una giornata tranquilla, tutto sommato." Spiegò Sakusa pulendo un tavolo con concentrazione, la mascherina sulla bocca copriva le labbra in movimento. "Il 15 è il giorno degli sfigati."

"Sakusa-kun, scusami, forse intendevi il giorno dei single." Intervenne timidamente Inoue-san. Sakusa annuì sicuro, guardandolo con approvazione. "Esatto." Accettò, evidentemente soddisfatto di essere stato capito.

Notizia flash: nessuno aveva capito niente.

"No, aspetta. Spiegami in quale angolo contorto della tua mente single e sfigati sono uguali." Lo accusò Osamu, cercando (e non riuscendo) di trovare il filo logico dietro quel ragionamento decisamente campato in aria.

Sakusa sospirò infastidito. "Non ho mai detto questo. Ma il 15 sarà pieno di single che entreranno con la convinzione di far festa grande e si ritroveranno a piangere ai tavolini o, peggio, al bancone, annacquando la loro di birra perché secondo loro nessuno li vuole." Gli spiegò con convinzione. "O donne a loro dire intraprendenti che scambieranno quel giorno per un'occasione per avere la libertà di allungare le mani, pensando che nessuno le denuncerà solo perché avranno bevuto un bicchiere di troppo e sono clienti paganti." Batté le palpebre, pensoso. "O uomini." Aggiunse alzando le spalle.

Poi li fissò negli occhi, serio come la morte. "Non succederà." Affermò, una convinzione nella voce che prometteva esattamente quello che stava dicendo. "Verranno denunciati sicuramente."

Golden AgeWhere stories live. Discover now