Capitolo 20 Il figlio di Piton

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«Mio figlio...» rimbombava la voce nella sua mente.

"Chi sono realmente?"

«Mio figlio...» ripeté la voce.

"Di chi sono figlio?"

Solo il buio lo circondava, Aaron non sapeva dove fosse, si sentiva stanco e confuso.

Dal nulla apparve Severus Piton, l'uomo in abito nero rimaneva lì, immobile.

«Professore!» L'insegnante non rispose.

«Mi dica la verità!»

L'uomo si dissolse, lasciando il ragazzino nella solitudine.

«Si rimetterà secondo lei?» domandò una voce misteriosa.

«Ha tenuto in mano un oggetto magico potente, probabilmente gli ha drenato una considerevole quantità d'energia ma non è in pericolo.»

Il ragazzino aprì gli occhi, davanti a lui c'erano delle figure che doveva ancora mettere a fuoco.

«Grazie al cielo stai bene giovanotto!» disse una figura femminile che poco dopo identificò. Era Madame Pomfrey, l'infermiera della scuola, aveva dei capelli grigi che arrivavano fino al collo e indossava un abito nero e bianco «Non avevo mai visto un caso come il tuo in tutti questi anni, solitamente gli studenti riportano delle ossa rotte per via del Quidditch, oppure sono vittima di qualche incantesimo o pozione... tu invece sei stato prosciugato di tutta la tua energia!»

«La mia energia...» Il giovane Serpeverde cominciò a mettere a fuoco l'ambiente attorno, osservando le piastrelle grigie del pavimento e i grigi mattoni delle mura.

«Hai dormito per un giorno intero!» rispose Draco che insieme agli altri del gruppo era lì per controllare le condizioni di salute dell'amico.

Aaron alzò la schiena, nel tentativo di alzarsi. «Non sforzarti, devi recuperare le forze!» lo rimproverò David.

Il ragazzino dai capelli rossi si sdraiò e fisso le arcate dell'infermeria. «Piton, gli devo parlare.» annunciò lui.

«E perché scusa?» domandò Madame Pomfrey.

«Devo vederlo e basta! Ho molte domande, domande a cui solo lui può rispondere.»

Il portone dell'infermeria si spalancò «Qualcuno ha fatto il mio nome?» Il professore di pozioni entrò nella stanza e si avvicinò ad Aaron.

«Forse è meglio se vi lasciamo soli...» L'anziana donna e il gruppo di ragazzini se ne andarono lasciando soli il giovane Spereverde e l'insegnante di Pozioni.

«Mi deve dire la verità.»

«Non capisco di cosa tu stia parlando...»

«Prima di svenire... ha detto a Richardson che non si sarebbe dovuto più azzardare a far male a "suo figlio..."»

L'uomo in abito nero non diede alcuna risposta, c'era solo un'espressione indecifrabile sul suo volto. «Anni fa c'era un ragazzino... era solo, senza alcun amico ma un giorno incontrò qualcuno di speciale, che gli avrebbe cambiato la vita... una ragazzina era insieme a sua sorella quel giorno, quest'ultima non si rivelò particolarmente simpatica ma non gli interessava. La ragazzina si chiamava Lily, era l'unica persona che gli mostrò veramente amicizia, sia lei che il ragazzino erano maghi ed entrambi frequentarono Hogwarts, lui fu smistato in Serpeverde, lei in Grifondoro.» Il volto di Piton si fece cupo, come se dovesse rivangare un doloroso ricordo. «Tuttavia, quella ragazzina fece amicizia con delle persone poco raccomandabili, in particolare con un certo James, il quale provava un odio verso il ragazzino, solo per la sua stessa esistenza, i suoi atti di bullismo un giorno superarono il limite e per questo Lily non ci volle più avere nulla a che fare.» Il professore s'interruppe un'altra volta, come se volesse mettersi a piangere. «Quando i due divennero adulti, si sposarono, ma il padre avendo giurato precedentemente fedeltà al Signore Oscuro decise di fuggire, per permettere al giovane di vivere una vita priva di pericoli.»

«Quindi lei sarebbe...»

«Esatto, sono tuo padre.»

Aaron cominciò a piangere, le lacrime gli rigavano il volto, in quel momento stava provando un turbinio d'emozioni. «Mi hai abbandonato!» il ragazzino dai capelli rossi provò ad alzarsi dal letto, non avrebbe più tollerato la presenza dell'uomo in quella stanza.

«Figlio mio...»

«Non chiamarmi mai più "figlio mio!"»

Aaron Evans e lo Scudo di SerpeverdeWhere stories live. Discover now