Daphne avrebbe preferito trovarsi ovunque tranne lì. Non aveva mai desiderato scappare da casa sua ma in quel momento le era venuto qualche ripensamento. Sua madre aveva invitato, a sua insaputa, Lady Berbrooke e ora se la stavano sorbendo durante l'ora del the. Dover sposare Nigel Berbrooke era un'orribile faccenda ma trattare con sua madre era anche peggio. Quell'orribile donna se ne stava seduta al loro tavolo, sparando giudizi sulla loro famiglia e pensando di essere superiore a chiunque le stesse attorno, se qualcuno avesse mai avuto voglia di starle intorno. Daphne prese la decisione istantanea che non sarebbe mai andata a trovare la futura suocera se non quando sarebbe stato proprio necessario. Se avesse davvero dovuto sposare Nigel, l'avrebbe fatto a modo suo. Sua madre aveva invece dei modi impeccabili, come sempre. Sembrava perfettamente a suo agio come se quello fosse un matrimonio comune e le madri si stessero solo mettendo d'accordo sul colore del vestito della sposa. "Nigel è il mio unico figlio, non ne ho avuti altri... un ragazzo molto speciale, tanto che sono solita ripetere che il Signore non me ne ha dati altri perché avevo raggiunto la perfezione col primo" stava raccontando adesso Lady Berbrooke. Daphne per poco non ebbe un conato di vomito, le stava salendo il the appena bevuto. Lady Bridgerton commentò velocemente, probabilmente si era accorta del disagio della figlia, ma Daphne giurò di aver sentito un pizzico di esasperazione nelle sue parole. "Bontà divina". Magari anche un briciolo di noia. Daphne sperò che le sue fossero più che illusioni di una ragazza disposta a credere a qualsiasi cosa per sperare che la madre la supportasse. Era come aggrapparsi ad una roccia bagnata dal mare: scivoloso e fatale. Lady Berbrooke era nel frattempo ignara di tutto. "Non tutte le donne hanno questa fortuna, lo so. Signorina Daphne, permettete che vi osservi con più attenzione; sembrate in salute benché il contegno lasci un po' desiderare". Daphne s'impedì di crollare, mantenne un'espressione impassibile mentre sua madre replicava al suo posto. "Non ha dormito molto stanotte". "L'emozione" si spiegò meglio Lady Bridgerton alla faccia confusa di Lady Berbrooke. Lei si bevve la bugia e Daphne sentì un moto d'orgoglio verso sua madre. Lady Bridgerton era un'esperta nell'arte di inventare frottole su due piedi. Da bambini, la sera, tutti i suoi figli si radunavano in salotto per ascoltare le sue storie. Hyacinth e Gregory non erano ancora nati però Lady Bridgerton accoglieva in grembo Francesca, Eloise era piccola, aveva un anno e non si staccava dalle sue braccia neanche per un secondo, Daphne e Colin avevano rispettivamente cinque e sei anni e non facevano altro che fare a gara a chi stava più in silenzio durante il racconto, finendo così per chiacchierare tutto il tempo; Benedict aveva undici anni e si riteneva troppo grande per ascoltare quelle favole ma tutti sapevano che era nascosto dietro la libreria; Anthony invece stava seduto al fianco della madre attento finché non arrivava loro padre, ancora vivo all'epoca, giusto in tempo per il finale. Un giorno però Lady Bridgerton finì tutte le storie che conosceva così iniziò ad inventarle. Riusciva a creare un elaborato racconto in meno di tre minuti e sembrava che quella capacità non era mai svanita, solo non era stata utilizzata. "Certo, ma dovreste sforzarvi, tesoro. Il mio Nigel è molto esigente: ha già rifiutato numerose ottime debuttanti dicendo –madre, apprezzo molto di più un buon contegno dell'aspetto esteriore- ci credereste?". Daphne bevve un sorso di the sperando che alla madre venisse un'altra grandiosa idea perché, in quel momento, lei ne era a corto.  

Rose sfornò un'altra dozzina di cupcake che sarebbero stati gettati via senza neanche essere degnati d'un occhiata. Le venne voglia di mangiarne uno ma si trattenne, era una cameriera impeccabile e non voleva venire meno a tutto ciò. Funzionava sempre così: cameriere e domestiche si prodigavano in mille lavori per ricevere, alle volte, un'occhiata soddisfatta, la nobiltà inglese poche volte si accorgeva di tutto ciò che veniva fatto per lei e spesso notava il singolo errore commesso da un domestico. Per certi versi, la famiglia Bridgerton era un'ottima famiglia per cui lavorare: pagavano bene, trattavano le cameriere con gentilezza e non caricavano di compiti nessuno. Rose aveva lavorato per solo altre due famiglie nel corso della sua vita. I primi padroni erano brave persone ma per un affare andato male avevano dovuto fare dei tagli al personale, a Rose non era dispiaciuto andare via all'inizio: in quella casa era sempre oberata dalle faccende domestiche, magari le sarebbe mancata un po' Lady Penhallow e il suo the pomeridiano con tutta la servitù seduta allo stesso tavolo; però le avevano lasciato delle ottime referenze e se ne era andata eccitata di conoscere qualcun altro oltre ai due signori anziani residenti in campagna che non ricevevano mai visite. Ben presto, però, aveva cambiato idea. Il secondo padrone era il figlio di mezzo di un'importante casata; ricco quasi quanto la regina, era noto per non essere per niente un gentiluomo con le sue cameriere, ma Rose non aveva mai vissuto a Londra così finì tra le sue grinfie. Era stata fortunata ad essere stata accolta dai Bridgerton e se ne rese conto una volta ancora quel pomeriggio, quando Lady Bridgerton suonò la campanella che dava il segnala di portare altri biscotti di sopra. "Ecco" esclamò Miss Wilson, la governante personale della signora Bridgerton. Poi si rivolse alla cameriera dei Berbrooke. "La vostra signora è una gran mangiatrice di biscotti. Non preoccuparti, Rose, ci penso io". Rose non la guardò ma sentì il suo sguardo che la fissava mentre si allontanava. Sistemò la teglia ancora bollente nel lavello prima di sospirare. E dopo due secondi di silenzio aggiunse "Le governanti pensano di essere il centro dell'universo quando siamo noi cameriere a tirare il carro". L'altra cameriera rise, erano entrate in confidenza. "La mia non è certo meglio". Rose non commentò, se voleva che il discorso pendesse la piega che voleva lei avrebbe dovuto aguzzare un po' l'ingegno. "Tu sei fortunata, però. Avete solo il signorino di cui occuparvi. Quali problemi può mai dare?". "O non hai la minima idea". Rose sorrise mentre si faceva raccontare tutto.

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⏰ Dernière mise à jour : Jul 10, 2021 ⏰

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