Capitolo 8

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Lady Bridgerton leggeva il Whisteldown con aria assorta, o almeno questo era quello che chiunque avrebbe pensato di lei vedendola seduta con in mano il giornalino. Anche le persone che la conoscevano bene, come i suoi figli, non si sarebbero mai accorti che lei stava solo muovendo gli occhi seguendo le righe. Anni di pratica le erano serviti per imparare la tecnica giusta per spostare lo sguardo: non troppo lento ma neanche troppo veloce, abbassando gli occhi ad ogni riga e formare poi quella piega della bocca che viene soltanto quando si legge qualcosa di estremamente scandaloso. In realtà i suoi occhi saltavano le parole, le lettere si confondevano tra di loro e la sua mente viaggiava libera. Aveva ricevuto un invito a palazzo, sogno di qualsiasi donna londinese, eppure era convinta che qualcosa di grosso stava per succedere. Alla fine l'ora scoccò e Lady Bridgerton scattò in piedi,uscì e si diresse verso la carrozza. La regina la stava attendendo.

La regina non gradiva aspettare. Lady Bridgerton era di cinque minuti in ritardo come imponevano le regole dell'alta società; arriva cinque minuti dopo così il tuo ospite avrà il tempo di prepararsi, ma lei non aveva alcun bisogno di sistemarsi: era perfetta in qualsiasi condizione. In ogni caso il rispetto dell'etichetta era un punto a vantaggio della famiglia Bridgerton, non tutti avevano il lusso,come Sua Maestà, di essere venerati qualunque cosa facessero. Le porte della sala si aprirono e Lady Bridgerton entrò. Era accompagnata dalla governante, indossava un abito celeste un po' datato che probabilmente era all'ultima moda nelle sartorie più esclusive di Londra ma aveva un'aria così sbiadita al confronto con il suo, bianco e rosa che se si fosse messa in piedi sarebbe arrivato ad un diametro di due metri. "Vostra maestà" salutò rispettosamente l'altra inchinandosi. Sembrava estasiata nel trovarsi in quel palazzo enorme e pieno di cianfrusaglie che a lei non servivano. La donna si accomodò poi nella poltrona con un piccolo cenno di ringraziamento al paggio che l'aveva aiutata a sedersi. Terza categoria, decise la regina mentre una sinfonia alleggiava nell'aria. Lei divideva sempre le persone invitate a palazzo in tre categorie: gli inservienti, quelli che neppure considerava perché altro personale avrebbe potuto accoglierli; le perdite di tempo, quei nobili che, dopo essere invitati, credevano di avere qualcosa di speciale e cominciavano a comportarsi con sufficienza pensando di essere importanti e deludendo così le sue aspettative; infine c'era la terza categoria, persone che semplicemente si ritenevano fortunate di essere state al cospetto della regina. Lady Bridgerton era del tutto ignara di quello che passava per la mente di Sua Maestà, sembrava particolarmente colpita da un quadro alla parete, probabilmente fingeva. La regina sapeva riconoscere uno sguardo di ammirazione falso da uno vero, però apprezzava il tentativo di farle credere di non essersi accorta che aveva appena sniffato un po' di erba. Non era una cosa salutare e non avrebbe dovuto farlo, ma il sapore inebriante che le avvolgeva la bocca era più potente della ragione. "Che ve ne pare?" domandò. Lady Bridgerton rispose "La musica? La trovo sublime". Altro indizio che non stava veramente ammirando il quadro altrimenti avrebbe capito che si riferiva a quello ma lasciò correre e colse l'occasione che gli si era presentata. "È Mozart?" chiese Lady Bridgerton. La regina bevve un sorso di tè prima di iniziare a narrare una storia successa tanti anni prima e che meritava sicuramente di essere ricordata. "Ebbi modo di conoscere Mozart quando era un bambino di neanche 10 anni, mi accompagnò nelle esecuzioni di un'aria e dichiarai che sarebbe diventato uno dei più grandi compositori d'Europa". Tutto ciò che aveva raccontato era vero eppure si sentiva una bugiarda ad illustrare la storia omettendo alcuni passaggi. La prima volta che aveva incontrato il bambino gli aveva predetto che non sarebbe diventato nessuno e che il pianoforte non avrebbe dovuto sfiorarlo mai più però, per qualche assurda ragione, quel bambino aveva più talento di chiunque altro e molta più tenacia; aveva continuato a suonare incurante di quello che gli altri malignavano su di lui. Era stato spettacolare vedere come poi fosse diventato il migliore musicista in tutta Europa e Lady Bridgerton sembrava d'accordo con lei. "E avete avuto certamente ragione". La regina annuì. "Raramente sbaglio in certe materie" confermò sapendo che nessun altro in quella sala avrebbe potuto affermare il contrario. "Sapete perché? Perché quando scelgo di concedere i miei favori, mi aspetto di non essere delusa". In effetti con Mozart era andata così, lui non aveva voluto deluderla e lei non lo era stata. Lady Bridgerton aveva colto il messaggio esattamente come quel bambino molti anni prima. "Vostra maestà, devo forse presumere". Ma lei la interruppe chiamando il suo valletto e mormorando qualcosa su del tabacco. "È un insopportabile pettegolo, perché se parlassimo in sua presenza finiremmo sulla bocca di tutto il regno prima di sera" spiegò poi quando uscì. "Capisco" replicò Lady Bridgerton. E sembrava aver capito davvero, non aveva mai conosciuto qualcuno di altrettanto sveglio come la Viscontessa. "Suppongo di sì, auspico un radioso futuro per vostra figlia dopo il suo debutto in società. Un futuro come consorte di un duca, per esempio, che coppia di fuoriclasse. Mio Dio, anche solo a immaginarli c'è da restare incantati". Iniziò quel discorso a vuoto solo per riempire il silenzio che si era formato. L'altra non sembrava intenzionata ad aprire bocca, aveva uno sguardo perso nel vuoto e, per la prima volta, sembrava aver perso il controllo delle emozioni: il suo volto esprimeva concentrazione e responsabilità ma, soltanto dagli occhi, si poteva scorgere un bagliore di speranza che le illuminava il viso. Arrivò il suo tabacco fresco e decise che era arrivato il momento di metterla in guardia, perché quella luce di speranza era così affascinante che non voleva vederla andare persa per nulla al mondo. "Come dicevo, l'aura del successo non ha illuminato solo il giovane maestro, di sicuro l'intera famiglia Mozart ne avrebbe risentito se il loro ragazzo fosse rimasto per sempre a Salisburgo. Non ne convenite?". Lady Bridgerton annuì. "Assolutamente". Congedò Lady Bridgerton e la guardò andare via. Poteva sentire la governante,al suo fianco, domandare "Che cosa dovremmo fare?". Erano troppo distanti perché potesse udire la risposta di Lady Bridgerton ma le sembrò quasi di vederla sorridere e prendere in mano la situazione. "Inviteremo Lady Berbrooke per un tè, signora Wilson. Immediatamente".

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⏰ Last updated: Jul 10, 2021 ⏰

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