Logan si strinse maggiormente a Ryan. Stava cercando di trattenere le lacrime, erano proprio lì, pronte a scorrere, silenziose, sulle sue guance.

"Non li sopporto più, Ry. Anche se sono meno frequenti gli incubi rispetto ad alcuni anni fa, questi ricordi continuano a dilaniarmi."

Ryan sospirò e gli baciò il capo. "Non prendi nulla per provare a dormire meglio la notte o degli ansiolitici?"

Logan scosse il capo negativamente. "No, tutti gli psicologi che ho avuto hanno provato a prescrivermi dei medicinali, ma io non ho mai voluto prendere nulla. Dopo quello che successe a Katie, sono restio anche a prendermi un'aspirina."

Ryan, per provare a risollevare l'umore di Logan, gli picchiettò con le nocche sul capo. "C'è parecchio casino qui dentro, occhi belli. Cosa posso fare per provare a rimettere un po' in ordine?"

Logan posò il mento sul suo petto e guardò quel fantastico ragazzo che aveva avuto il coraggio di iniziare un percorso insieme a lui. "Mi basterebbe anche solo un bacio," gli rispose.

Ryan gli sorrise e ritornarono nuovamente quelle rughette di espressione attorno agli occhi di cui Logan non poteva più fare a meno.

"Okay. Ti accontenti davvero con poco."

Ryan glielo diede quel bacio, poi gliene diede un altro, poi un altro ancora e alla fine fecero di nuovo l'amore.

Ryan fu dolce, fu attento. Fu perfetto.

Lo amo, cazzo.

•••

Il mattino seguente Ryan si svegliò stranamente per primo. Aveva le gambe attorcigliate a quelle di Logan che dormiva ancora con la testa seminascosta sotto al cuscino.

Aveva la fronte distesa, sembrava rilassato e per il resto della nottata non aveva avuto altri incubi, fortunatamente.

In realtà, a svegliarlo fu uno strano rumore di pentole e piatti che proveniva dalla cucina di Logan.

Che strano.

Si alzò, stando attento a non svegliare Logan; si infilò un paio di boxer puliti del paramedico, una sua t-shirt e dei pantaloncini, poi a piedi scalzi si diresse in cucina.

Udì qualcuno canticchiare e quando giunse in cucina sobbalzò perché si trovò davanti una donna minuta, alta forse un metro e mezzo con un coltello da cucina stretto in mano.

"Oh, Cristo!" esclamò, portandosi una mano al petto.

La donna lo guardò, aveva gli stessi occhi allungati e la carnagione quasi lattea di Logan.

"Chi sei? Perché sei in casa di mio figlio?" gli domandò, aveva un evidente accento asiatico.

Era la mamma di Logan, indubbiamente.

"Salve, signora. Mi chiamo Ryan Carter e sono il ragazzo di suo figlio," si presentò.

La donna sbatté le palpebre e lo guardò strano, quel dannato coltello ancora stretto in mano.

"Il ragazzo? Mio figlio non ha il ragazzo. Non mi ha detto nulla," rispose.

"Stiamo insieme da poco, signora. Forse è per questo che non le aveva detto ancora nulla."

Logan (Red Moon Saga 3) Место, где живут истории. Откройте их для себя