Capitolo 1

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~ La mia storia ~

Mi presento: sono Vanessa Russel per gli amici Ness.
Sono una ragazza di 21 anni dai capelli lunghi e di colore come il caramello.
Ho una carnagione chiara che mette in risalto le mie labbra, rosee e carnose.
Non sono una ragazza molto alta e di certo non ho un fisico da urlo come certe ragazze, infatti detesto quella piccola pancetta fastidiosa difficile da togliere, ma dopotutto non mi lamento, io sono fatta così.

Vivo a Venezia o almeno fino a domani...

Me ne vado da questo bellissimo paese che amo tanto, ma dopo la morte dei miei genitori, causata da un'incidente stradale, ho deciso a malincuore di andarmene, perché quel dolore stava diventando insopportabile.

Casa mia, le vie di Venezia, Venezia stessa, mi fanno ricordare sempre i miei genitori ed io non riesco a sopportarlo.

I miei genitori si chiamavano Howard Russel e Marta Rossi.
Mio padre, da come si intuisce già dal nome, era americano; moro, occhi castano chiaro come i miei.
A volte portava un filo di barba, che lo rendeva più adulto.
Sembrava un grande uomo, sempre serio e calcolatorio, ma in realtà era l'uomo più dolce che conoscessi.
Non si esprimeva tutti quelli che passavano per strada, anzi, era abbastanza sulle sue, l'unica persona che riusciva a comprenderlo era mia madre.
Mia madre, invece era italiana, forse la donna più bella che abbia mai visto.
Io non sembro nemmeno sua figlia e questo mi dispiace molto di non aver ereditato molto anche da mia madre.

Lei a differenza di mio padre, aveva i capelli più chiari come il miele.
Lineamneti perfetti, un viso dolce incorniciato dai suoi lunghi capelli che le coprivano le spalle.
Non le piaceva truccarsi troppo, ma amava mettere il suo rossetto rosso facendole risaltare quel suo splendido sorriso.
Ogni volta che usciva di casa, aveva sempre le labbra colorate di rosso, non ne era mai senza.

Tutti e due lavoravano su una crociera, solo che mia madre si occupava delle aree Hotel, mentre mio padre della gestione della navigazione.

E proprio in un maledetto giorno in cui stavano tornando a casa da me dopo settimane su quella crociera, un tir lì tampnò uccidendoli all'impatto.
I miei genitori non erano mai a casa, erano sempre via "per questioni di lavoro" come mi dicevano sempre.
Odiavo ogni volta che venivano in camera mia a dirmi che dovevano partire per lavoro, ma nonostante tutto gli volevo un bene da morire!

E dopo una lunga riflessione, decisi che era meglio andarmene di casa.
Per fortuna ho mia cugina, Giulia, che abita a Londra assieme a suo futuro marito Chris.

Giulia è come una sorella per me e il rapporto che ho con lei è veramente bello.
Ha 24 anni.
È una ragazza in gamba e che non di fa mettere i piedi in testa.
È una ragazza dalle mille idee e dolcissima, forse è la persona con il cuore più grande di questo mondo.
Un'estate lei andò per una vacanza a Londra, ma poi incontrò Chris che la fece innamorare di lui, trattenendo così lì.
Inizialmente i genitori di Giulia non erano d'accordo su questa scelta di rimanere a Londra, loro avevano in programma di trasferirsi in Germania, dato che il padre, nonché mio zio, aveva trovato un lavoro in quel paese, ma dopo varie discussioni, i suoi genitori si convinsero e lasciarono la figlia con il suo amato, mentre loro andarono in Germania.

Ho conosciuto Chris, è davvero un bravo ragazzo, perfetto per mia cugina, pacato, simpatico, ma sensibile e tra qualche mese si sposeranno.
Sono veramente felice per loro e ho sempre sognato anche io di trovare un uomo che io possa amare, ma questo si vedrà soltanto in futuro.
Anche con Chris vado molto d'accordo e ogni volta che in vacanza vado da loro mi diverto un mondo, ma questa volta mi trasferisco pure io lì, definitivamente per crearmi una nuova vita, un futuro migliore, anche se sarò costretta a lasciare i miei adorati nonni materni che ci sono sempre stati.
Furono loro a darmi la tragica notizia dei miei genitori
Ricorderò quella telefonata per sempre.

E il giorno prima che io partissi erano qui con me, ad aiutarmi a preparare le valigie e salutarmi per l'ultima volta.
Non hai avrei più rivisti per un po di tempo e mi dispiaceva lasciarli soli.

"Mi prometti che verrai ogni estate a trovarmi?"mi chiese mia nonna mentre mi abbracciava con le lacrime agli occhi

"Certo nonna! Te lo prometto!"gli risposi io.

Ispirò e si staccò da me guardandomi negli occhi, mentre io cercavo di fargli un sorriso consolatorio cercando con tutte le mie forze di trattenere le lacrime.

Poi fu il turno di mio nonno.
Andai verso di lui e lo strinsi in un forte abbraccio, mentre lui (un po meno emotivo di mia nonna) mi sussurrò all'orecchio :

"prenditi cura di te e saluta tua cugina anche da parte nostra!"

"Lo farò!"gli dissi io regalandomi poi un bel sorriso sincero.

Mia nonna prese per il braccio suo marito appena lui si staccò da me cercando di conoslare la donna tra le lacrime.
Si avvicinarono alla porta, uscendo definitivamente di casa, lasciandomi da sola.
Appena la porta d'entrata si chiuse, il sorriso che cercavo di tenere per i miei nonni, sparì, diventando una linea dritta e gli occhi persi nel vuoto.

Mi dispiaceva lasciarli, ma non potevo più rimanere in quel luogo che mi rattristava ogni giorno di più.
Era troppo difficile, dovevo iniziare a vivere una nuova vita!

Rimasi immobile, lasciando che il silenzio pervada la casa, interrotto solo dal mio respiro.
Dopodiché mi ripresi dai miei pensieri e andai a sedermi sul divano.

Era sera ormai, dalla finestra penetrava solo la fioca luce dei lampioni.
Mi rialzai e mi dicessi verso la finestra.
La aprì e appoggiai i gomiti sul davanzale in marmo davanti a me.
Faceva caldo quella sera, infatti la leggera arietta che scuoteva i miei capelli era calda, piacevole e pervasa dall'odore dell'acqua salata.

A qualche metro da casa mia si potevano vedere le gondole, tipiche imbarcazioni veneziane, una vicina all'altra che barcollavano leggermente.
Il cielo era sicuramente limpido, ma mi era difficile vedere le stelle, dati i lampioni che illuminavano le vie.
Rimasi per qualche secondo così, mi accesi una sigaretta e continuai a guardare il paesaggio, ispirando ed espirando il fumo che usciva dalla mia bocca.
Di solito non fumo, solo qualche volta, ma solo per noia.

Quando finì la sigaretta la spensi sul portacenere in vetro, chiusi la finestra e me ne andai a letto.

Ero pronta per il giorno dopo, pronta per una nuova vita!

~ A New life ~ Tom Holland Where stories live. Discover now