6. Centy

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Kayla
"Muovi quelle gambe! Scatta non restare ferma."
Lo odio. Odio sto Centy. Cosa cavolo pretende da me? Cioè insomma dovrebbe insegnarmi a maneggiare un'arma e invece mi ritrovo a dover fare dei passi scrausi con i piedi. Perché? A che mi servono? Mica ballerò per i demoni e mostri no?
"Forza ragazza, non siamo qui in vacanza, qui si lavora. Quindi datti una mossa. Chiaro?"
Vorrei che stesse zitto. Continuo a fare quello che mi dice ma non capisco nulla. Sono entrata nel pallone. Non capisco più cosa mi chiede di fare. Lo so sono un macello.
La porta si apre mentre finisco a terra. È Austin.
Non potevo fare un figuraccia con qualcun'altro? No proprio con lui!
Si vede che soffoca un sorrisetto. So quanto faccio schifo. Ho tutti i capelli in viso, sono sudata, ansante e sicuramente tutta rossa.

Austin
Entro nella sala di allenamento destinata ai ragazzi che sono alle prime armi. La vedo.
E l'immagine che mi appare davanti agli occhi è a dir poco signorile. Cioè a dire il vero non l'immagine che vedo adesso, ma quella che immagino dopo. La vedo a terra, la tenuta le fascia il corpo snello, mettendo in evidenza il suo seno, i capelli le coprono leggermente gli occhi. E il suo respiro affaticato è la cosa più eccitante al mondo. Un brivido di piacere mi pervade il corpo. Mamma mia quanto mi manca, quanto vorrei baciarla. Vorrei abbracciarla e piangere su di lei come ho pianto ogni notte sul cuscino. Vorrei abbracciarla e non fare più incubi.
Mi scocca un'occhiataccia. Quello sguardo non è destinato veramente a me vero? Lei non può odiarmi dopo quello che abbiamo fatto, passato, vissuto, dopo quello che abbiamo perso entrambi.
"Austin. Che ci fai qui?" mi domanda Centy.
"Dovevo avvisarla che la signora Willson la vuole vedere, ha detto che deve dirle una cosa" Rispondo
"Grazie per l'avviso, ci vado subito." si volta verso Kayla. "Tu ragazza per oggi hai finito." Centy esce dalla sala, io e lei rimaniamo soli. Lei si alza, non mi guarda. E si avvicina a me per passare la porta. Le afferro il polso. Sussulta e poi sibila: "Lasciami stronzo."
Quelle parole mi fanno male, fanno male lupo che c'è in me. Prima o poi questa ragazza mi spezzerà il cuore. Non la mollo. "Vuoi che ti insegni qualche mossa?" rimango stupito da quel che ho appena detto, pure lei è stupita. Non se l'aspettava, a dire la verità nemmeno io ma dettagli.
"No grazie, ora devo andare." mi guarda negli occhi e io mi perdo in quell'azzurro bellissimo. Si avvicina. Il mio battito accelera.
"Ti ho detto di mollarmi." mi strattona il braccio.
Di mala voglia la lascio e le mie dita già sentono la mancanza della sua pelle calda. La guardo uscire a passo svelto dalla sala.
Mi lascio scivolare contro la parete. Appoggio le braccia sulle ginocchia, passo le mani fra i capelli.
Avverto la presenza di Brian, sta venendo qui. Avverte che ho bisogno di lui. La porta di apre ed entra il mio angelo custode, il mio braccio destro, il mio migliore amico.
"Aust." mi fa. Si avvicina,si siede di fianco a me, mi passa un braccio sulla spalla. Basta quello per farmi piangere. Certo non scoppio il lacrime come un bambino ma le lacrime scendono. Non emetto singhiozzi, non lo faccio mai, piango spesso pensando a lei. So che è da deboli, la gente crede che i miei diventino rossi perché mi faccio di droga ecc.. Ma in verità sono rossi solo perché piango. Solitamente non lo faccio spesso. Solo qualche volta, dopo gli incubi o insomma quando mi sento giù per lei.
"Mi sta uccidendo." sibilo frustrato.
"Lo noto alpha. Non staccarti. Insisti. Dimostrarle che sei una brava persona Aust. Tu non sei quello che sei diventato."
"Prima devo capirla meglio. Cerca tu di diventare amico suo. Io cercherò di starle alla larga, devo osservarla e capire come prenderla."
"Da dietro." ride.
"Che coglione che sei." rido e mi asciugo le lacrime.
"Il coglione migliore del mondo." si finge importante (lui è ben importante che sia chiaro, ma solo per me). "Ci facciamo una corsetta?"
Propone alzandosi. Lo guardo stanco.
"Dai! Alzati sfaticato! Una corsetta non ha mai ucciso nessuno." mi porge la mano, l'afferro e mi lascio tirare su. Do una passata ai pantaloni ed esco dietro di lui dalla sala. Di solito mi da fastidio camminare dietro la gente ma con lui non mi ha mai dato fastidio. So che lui non è una minaccia per me,non cercherà mai di spodestarmi, inoltre non mi sento superiore a lui. Si potrebbe dire che siamo due alpha. Ma non è così, l'alpha deve essere solo uno.
"Tre, due, uno... Via!" urla e scatta senza preavviso.
"Barone" inizio a correre dietro di lui. Superiamo la gente che si sposta coem se fossimo mostri. Corriamo verso la mensa. Lo raggiungo poco dopo. Rimaniamo per un po' uno affianco all'altro. Mi perdo nei miei pensieri,ha ragione correre mi libera, mi rilassa. È la sensazione più bella che posso vivere in questo periodo, (sarebbe più bello baciare Kayla, abbracciarla, lei sarebbe la sensazione più bella del mondo). Poi siccome non posso perdere lo supero di qualche metro. Arrivo alla porta e la tocco.
"Ho vinto....come sempre." lo stuzzico.
"Ti ho lasciato vincere.." mi dice. Anche se si sa che non è vero. Sono sempre stato più veloce io. Anche quando eravamo piccoli,lo battevo sempre.
"ah certo Brian."
Ci mettiamo in fila con il vassoio. Certe ragazzine ci guardano, iniziano a ridacchiare e sparlare tra loro. Pensano che non le sentiamo ma..
"Mamma mia che fighi!"
"Austin è bellissimo!"
"Pure Brian! Cioè ma guarda che fisico che hanno!"
Io e Brian ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
-Ora guarda che faccio Aust.- Mi dice. Abbassa la mano. E la mette sotto la maglietta che si alza scoprendo una parte dei suoi addominali e si gratta la pancia.
-Furbacchione.- Rido, sentendo le ragazze:
"Oddio ma hai visto che addominali?"
Finiamo la fila. Prendiamo il cibo. Mangiamo. Ci raggiungono gli altri (Zoe, Kevin ecc..)
"Come vi è andata la giornata?" domada Zoe sporgendosi.
"Tutto bene." rispondo senza interesse. Il mio interesse va tutto alla persona che è appena entrata in sala. Kayla.
-Non guardarla Aust.- Mi fa Brian.
Distolgo lo sguardo, lo concentro sul mio pranzo, sulla pappetta che mi ritrovo davanti. Mangiamo.
Poi entra la signora Willson. In tutta la sala cala il silenzio. Lei non viene praticamente mai in mensa.
"Domani si terranno i giochi di squadra." annuncia la Willson. Ha uno sguardo leggermente preoccupato. "ora pregherei tutti di andare nelle proprie caste." se ne va e inizia il putiferio,tutti che si alzano e iniziano ad andare da tutte le parti. E che cazzo, un po' di ordine no?
-Ragazzi seguite Brian, io vado a fare una cosa. Siate ordinati, uniti. Ordino al branco.-
-Sissignore-
Mi avvio tra la folla alla ricerca della direttrice. Supero il mare di gente che sale le scale e la raggiungo.
"C'è qualche problema?" domando.
"No, tranquillo Austin. Sento solo un'aura strana, un aura che non sentivo da secoli."

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