12. Perso

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Austin
"Stammi lontano."
Come ha potuto dirmi una cosa del genere?
Tiro un calcio al letto.
Quando l'ho baciata mi sono sentito a casa, come ai vecchi tempi. Ho sentito il mio corpo andare a fuco, mi ha risvegliato un sacco di ricordi, come i suoi sorrisi, le risate che mi donava anni fa, sin da quando eravamo piccoli.
E lei, lei ha avuto la forza di mandarmi via, di mordermi il labbro, di rifiutarmi.
Il dolore che ho provato sentendo quelle due semplici parole lo hanno sentito tutti quelli del branco. Mi sono spezzato.
Non pensavo potesse farmi così male.
Sento bussare alla porta, dall'odore sento che è Brian.
Gli dico che può entrate. Mi siedo sul letto e mi passo le mani sul viso.
"Aust, sai che non ricorda. Non soffrire così." Mi dice.
"Mi ha detto di starle lontano. Mi ha rifiutato." Ringhio, anzi più che un ringhio è un lamento.
"Sei stato impulsivo Aust. Sai che lei le cose che tu percepisci non le percepisce. Ti ricordi ben che lei non è come noi."
"Lei è come noi." Dico
Mi guarda senza capire.
Sospiro e inizio a spiegare.
"Io e gli altri siamo partiti per questi due mesi per capire cosa le fosse successo. È stato in viaggio tremendo. Pieno di sfide e mostri. Siamo giunti da ἀλήθεια dopo molto tempo quando avevamo perso le speranze."
"Siete stati da Aletheia? Dalla dea della verità?"
Annusico.
"E che vi ha detto?"
"Mi ha detto." Lo correggo.
"Ma hai detto siamo giunti."
"Certo fisicamente siamo giunti tutti. Ma ecco loro poi non l'hanno vista, è apparsa solo a me. Gli altri hanno perso coscienza."
"E che ti ha detto allora?"
"Mi ha detto la verità, ovvero che Kayla è solo un lupo addormentato e appunto per questo non ricorda nulla e non ha l'istinto come il nostro, perché qualcuno le ha preso i ricordi. Inoltre mi ha detto anche che durante la nostra separazione ha una maledizione di Ares avuta per qualcosa."
"E come facciamo a farle recuperare la memoria?"
"Dobbiamo andare all'oracolo."
"Andiamoci."
"Deve essere presente pure lei."
"Ma lei praticamente ti odia."
"La dea mi ha spiegato come fare. Ma sarà difficile."
Brian capisce che non voglio spiegargli altro. "Va bene Aust. Mi fido di quello che fai."
La fiducia che Brian mi dà mi infonde sicurezza. Per me è molto importante avere il suo appoggio.
"SU forza fatti una doccia e mai a dormire che è meglio, devi rilassarti un po'" mi consiglia.
"Va bene." prendo l'asciugamano e dei vestiti puliti e mi dirigo verso le docce, è pieno di ragazzi che chiacchierano. Appena arrivano mi guardano tutti. "Che avete da guardare?"
Dopo ciò nessuno mi guarda più. Entro nell'ultima doccia , chiudo la porta, mi svesto e inizio a lavarmi. L'acqua è gelida, l'hanno usata in troppi ed è finita quella calda. Infilo le mani tra i capelli e massaggio con foga il cuoio capelluto, scrostando il sudore. Cerco di fare il più veloce possibile ma poi inizio ad abituarmi alla temperatura e me la prendo con calma. Provo a non perdermi nei miei pensieri e non pensare più a nulla.
Finisco la doccia, mi asciugo il corpo e un po' i capelli con una passata veloce con l'asciugamano. Infilo i vestiti puliti ed esco dal bagno. Mi dirigo verso i dormitori nuovamente.
Sento un chiacchiericcio. Riconosco la voce di Oliver e quella di lei, entrano poco dopo nel mio campo visivo. Lei è accucciata vicino a lui e sembrano presi da una chiacchierata abbastanza piacevole visto che sorridono entrambi. Lui mi vede ed esclama: "Aust!" mi corre incontro e mi salta addosso, strozzandomi con le braccia.
"Ciao piccola peste." Gli sfrego la testa scompigliandogli i capelli.
Si tira un po' indietro e mi chiede come sto.

Kayla
Vedere Austin mi mette a disagio per due motivi:
1) Ha cercato di baciarmi solo un'ora fa e gli ho morso il labbro
2) La sua presenza mi dà fastidio sempre e comunque.
Più li guardo più mi rendo conto che Austin è una persona dolcissima e che il fatto di essere un duro potrebbe essere legato al suo passato, alle perdite che ha subito. Ma d'altronde tutti cambiano dopo aver passato brutti momenti, pure io credo di essere cambiata, anche se non ricordo nulla della mia infanzia o di qualche anno fa o meglio se ho qualche ricordo sono immagini confuse.
A volte mi chiedo se sia normale avere immagini così confuse della propria infanzia e del passato in generale. Sinceramente ricordo chiaramente il mio passato fino a circa tre anni fa, se provo ad andare più indietro non riesco, trovo solo immagini confuse, sfocate, con qualche voce lontana o bisbigli. Nulla che mi possa aiutare ad arrivare a qualcosa di concreto che possa essere visto come un filo conduttore dei miei ricordi.
"Kayla, domani ti va di fare colazione con me?" domanda il piccolo Oliver scendendo da suo fratello.
"Non devi fare colazione con la tua casta?" domando, non si sa mai che Austin si arrabbi.
"Noo macchè! Io faccio come voglio. E voglio fare colazione con la mia nuova amica." si gira verso il fratello maggiore. "Posso non è vero fratellone?" chiede con voce supplice.
Austin sospira e accetta con un cenno del capo. Il piccolo lo abbraccia tutto felice e lui sorride, ma i suoi occhi sono di ghiaccio, gelidi. Mi avverte di non fare nulla di male a suo fratello presumo.
"Allora ci vediamo alle otto in punto davanti alla porta della mensa!" annuncia Oliver prendendomi le mani e stringendole tra le sue tutto felice, un gesto così bello che mi fa sentire ben voluta per una volta nella vita.
"Perfetto signorino." rispondo abbassandomi alla sua altezza.
"Che bello" mi posa un bacino sulla guancia. "Buonanotte Kayla cara!"
Sorrido ricambiando il bacino. "Buonanotte Oliver."
Lo guardo avviarsi mano nella mano con suo fratello. Il piccolo ridacchia e quindi penso stiano parlando tra loro come fanno i lupi.
Mi avvio verso il dormitorio della mia casta, pronta per andare a dormire sono stanchissima. Mi infilo la maglietta e un paio di pantaloni e salgo sul letto, sotto le coperte. Appoggio il viso sul cuscino e cerco di trovare sonno. Ma la mente va a oggi, nel preciso momento in cui mi ha baciato Austin, va a ricordare come mi sono sentita a casa, come era famigliare tutta la situazione. Riesco ancora a sentire il sapore delle sue labbra. Sono confusa, non capisco nulla di ciò che sto ricordando e nemmeno di ciò che era successo prima. Ma la cosa che mi rende più confusa è:
Perchè lui mi è così famigliare se lo conosco da appena qualche mese?

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