"Sei stata molto brava." La incoraggiò Dylan.

Asher si astenne dal complimentarsi e le disse di andare a casa a prendere i bagagli.

"Potremmo accompagnarti e aiutarti a portare la tua roba qui." Propose Dylan con gentilezza.

"Scordatelo. Non possono vederci insieme a lei." Intervenne Asher, con il suo solito tono austero.

"Perché? Potremmo fingere di averla appena conosciuta." Insistette Dylan.

"Ho detto di no." Gli occhi di ghiaccio di Asher fulminarono l'amico.

"Andrò da sola." Lisie tentò di calmare le acque. "E passerò anche da Charlene. Sarebbe sospetto se non lo facessi."

I diari, pensò improvvisamente Asher. Questa è l'occasione giusta per prenderli.

"Verremo con te." Disse improvvisamente, con quella luce che gli brillava negli occhi.

"Cos'hai in mente adesso?" Chiese Dylan scocciato.

"Dobbiamo far visita anche noi alla signora Charlene, ha qualcosa che ci serve." Affermò Asher beffardo.

A Lisie non piacque il modo in cui parlò e decise di fargliela pagare:

"Non chiamarla Charlene. Per te, è la signora Wright." Disse tagliente.

Poi si girò e andò verso la porta.

*

Una volta in città, decisero che sarebbe stato meglio andare dalla signora Wright prima di prendere i bagagli a casa di Lisie, così non avrebbero dovuto trascinarli in giro.

Lisie suonò il campanello e attese che Charlene venisse ad aprirle.

Nel frattempo, i due ragazzi si erano nascosti dietro alla casa.

"Oh Lisie." Charlene abbracciò la ragazza, con le lacrime agli occhi.

Lisie avrebbe voluto piangere con lei, ma non poteva.

"Charlene, si faccia coraggio. Tornerà, sono certa che Noah sta bene." Quella menzogna le pesò più di ogni altra detta in quella giornata.

"Entra, ti prego." La implorò la madre disperata.

"Io non posso trattenermi, oggi devo portare la mia roba al college e non posso lasciare che si faccia tardi. Sono molto rigidi alla Goldleaf University." Spiegò Lisie.

"Solo un caffè veloce, non ti tratterrò a lungo."

Il viso dolce della signora Wright impietosì Lisie talmente tanto che si fece convincere ad accettare.

La seguì in quel soggiorno tanto familiare e pensò che non vi sarebbe mai più rientrata con Noah, non avrebbero più mangiato tramezzini al burro d'arachidi e marmellata su quel tavolo. Anzi, senza marmellata per Noah che la odiava.

Represse le lacrime che le bruciavano e si sedette sul divano, mentre aspettava che Charlene le preparasse il caffè.

*

Asher e Dylan si tolsero le scarpe, indossarono dei guanti di lana (gli unici che avevano portato al college) ed attesero che la signora Wright lasciasse la cucina per entrarvi.

Quando la donna portò finalmente le tazze fumanti in soggiorno, i due ragazzi fecero il loro ingresso e salirono le scale silenziosamente. Fu facile individuarle, grazie alla precedente spiegazione di Lisie.

Al piano di sopra, trovarono quasi immediatamente la stanza di Noah, vi entrarono e tirarono fuori le scatole nascoste sotto al letto.

"Qui ci saranno una trentina di diari!" Bisbigliò Asher arrabbiato, "La signorina ha omesso questo dettaglio."

"Quali prendiamo?" Chiese Dylan.

"Lisie ha detto di averlo conosciuto al liceo, quindi ci interessano solo quelli degli ultimi quattro anni e mezzo." Rispose Asher, iniziando a frugare nella grossa scatola.

I due ragazzi impilavano di lato tutti i diari degli anni che gli interessavano. Quando ebbero finito di controllarli tutti, la pila consisteva di otto diari.

Ne presero quattro ciascuno e lasciarono la casa.

Una volta fuori, si rimisero le scarpe, tolsero i guanti e corsero dall'altra parte della strada. Sedettero su una panchina in attesa che Lisie finisse.

"Che fai?" Disse Dylan in tono di rimprovero.

"Mi immergo in una piacevole lettura, tanto abbiamo tempo da perdere." Rispose Asher, aprendo uno dei diari con calma.

"No. Non li leggeremo senza Lisie." Sentenziò Dylan.

"Uff come sei noioso." Sbuffò il ragazzo con gli occhi azzurri, continuando la sua lettura.

Dylan gli strappò il diario di mano e l'amico protestò.

"Ero sul più bello." Iniziò Asher.

"Smettila." Tagliò corto Dylan, "Lisie sta arrivando."

I due ragazzi si alzarono e la videro correre come una furia verso di loro.

"Sei un essere spregevole," gridò Lisie ad Asher, piangendo "Mi hai fatta entrare in quella casa per rubare quanto di più intimo e personale Noah avesse. Mi hai fatta mentire a sua madre, guardandola negli occhi. Le ho detto che sicuramente il figlio stava bene e sarebbe tornato presto. Quando non solo è morto, ma ne è pure scomparso il corpo e quella donna dovrà seppellire una bara vuota e anche questo è colpa tua."

Lisie fece per scattare verso Asher, con l'intento di colpirlo, ma Dylan si mise tra i due, trattenendo Lisie per i polsi.

"Calmati." Le disse piano.

Lei si sfogò piangendo, allora Dylan le lasciò andare i polsi e la strinse a sé.

Asher ne aveva fin sopra i capelli di Lisie e quella sceneggiata ridicola fu la goccia che fece traboccare il vaso.

"Ho fatto tutto questo per proteggere te, perché lo avevo promesso a Noah. È stata tua l'idea di andare a casa sua a consolare la madre e sei così sciocca da non esserti neanche accorta del fatto che lui ti amasse!" Asher vomitò le parole con tutta la rabbia che aveva in corpo.

Dylan lo trafisse con lo sguardo. Asher!

La ragazza allontanò la testa dal petto di Dylan e, guardando Asher negli occhi, gli disse: "Ti odio!"

Asher se ne andò, lasciando lì Dylan, Lisie e i diari di Noah.

I diari di Noah WrightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora