II

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      "Mi dispiace" asserì Asher.

Sadie fece un'espressione di sorpresa. Non immaginava che sapessero chi fosse Noah. Poi, elaborando la risposta di Asher, sentì il sangue gelarsi nelle vene. Lanciò un'occhiata furiosa ai due ragazzi. Come avete potuto...?

Il silenzio fu colmato dal pianto di Lisie che, di tanto in tanto, strillava "Non può essere morto."

I tre studenti non fiatarono finché la ragazza non smise di piangere.

"Dov'è lui? Voglio vederlo."

Dylan le passò un pacco di fazzoletti e lei lo accettò con gratitudine. Ne tirò fuori uno e si asciugò le lacrime. Quando la sua vista fu più nitida, guardò i due ragazzi in piedi con tristezza.

"Lo vedrai," intervenne Asher, "ma prima devi lasciare che ti aiutiamo."

La ragazza annuì con un nodo in gola, mentre Sadie e Dylan guardavano Asher come se fosse impazzito.

"Mi hai portato quello che ti ho chiesto?" Domandò Sadie, una volta recuperato un po' di sangue freddo.

"Ecco." Asher le porse il bottino che era riuscito a trafugare dall'ambulatorio della dottoressa Philips.

"Vorrei disinfettare le tue ferite, ma ho bisogno che ti spogli." Le disse Sadie.

I due ragazzi si voltarono per lasciarle un po' di privacy, dirigendosi verso il letto di Dylan, che era dall'altra parte della stanza, oltre il corridoio.

"Ma perché le hai detto che glielo avresti fatto vedere?" Chiese Dylan sottovoce.

"Ha il diritto di vederlo." Rispose semplicemente Asher.

"Ah sì? E cosa diremo alla polizia quando ci troveremo ammanettati in una stanza per gli interrogatori?"

Asher strinse le spalle: "Cosa importa?"

"Ash, sono stufo delle tue bravate. Non voglio essere trascinato in questa storia solo perché tu non pensi mai alle conseguenze di ciò che fai!" Dylan era talmente furibondo da aver dimenticato di bisbigliare.

"Senti, ho fatto la cosa più logica, ok? La polizia capirà. Smettila di comportarti come un insensibile, adesso. Quella ragazza sta soffrendo." Rispose Asher, deluso dall'atteggiamento dell'amico.

"Ma quale logica? E poi sarei io l'insensibile? Tu hai lasciato un cadavere nella foresta, cazzo!"

*

Sadie tentò di improvvisare una conversazione per coprire le voci dei ragazzi seduti qualche metro più in là e per distrarre Lisie dal bruciore del disinfettante.

"Sei molto bella." Affermò. Non era riuscita a non farsi notare, mentre aveva osservato ogni curva del corpo di Lisie quando si era tolta i vestiti.

"Grazie" rispose quest'ultima, con un po' di imbarazzo.

"Perdonami, temo di essere stata inopportuna." Sadie accennò un sorriso, poi aggiunse: "Ora puoi rivestirti, se vuoi."

Lisie si rimise la maglietta e poi osservò la gamba poggiata sul grembo di Sadie.

"Qui devo mettere dei punti e sarebbe meglio se non indossassi pantaloni aderenti per stanotte." Spiegò la ragazza.

"Farà male?" Domandò Lisie.

"Un po', ma non è nulla di insopportabile. Cercherò di essere delicata." La rassicurò Sadie.

"Tu sei..." Lisie fece una pausa, cercando la parola giusta: "saffica?" Quando lo disse se ne pentì immediatamente.

I diari di Noah WrightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora