Chapter 32 -Don't do that-

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"Molto divertente"
Esclama aiutandomi a disporre il nylon a terra.
Penso che l'unica cosa che abbiano fatto Amanda e Daniel sia stata quella di togliere tutti gli oggetti; ma almeno quello l'hanno fatto.

"Hai intenzione di aiutarmi oppure quella di guardarti allo specchio?"
Sbotto notando che ormai, l'unica che sta mettendo i teli per iniziare a pitturare, sono io. 
É da almeno cinque minuti davanti a quel maledetto specchio.

"A me andrebbe benissimo la seconda opzione"

Lo guardo sorpresa, lasciando cadere a terra uno degli ultimi teli da disporre a terra e fissare con lo scotch.
Mi avvicino, sorridendogli, per poi prenderlo per un'orecchio e trascinarlo dove ero fino a qualche secondo fa.

"Mi fai male"

"Bene! Ora aiutami"
Lo sento borbottare qualcosa di incomprensibile; ma almeno ha ricominciato ad aiutarmi.

Potremo finire velocemente, se mi aiuta seriamente. E poi, dovrei essere io la sfaticata? Ma per piacere. Ho davanti agli occhi un'esemplare unico di homo sfaticatus.

"Okay, penso che potremo iniziare"

"A fare?"
Lo guardo dubbiosa, cercando di capire se sta parlando seriamente o mi sta prendendo ancora una volta per il culo.

"Un castello di sabbia"
Esclamo alzando le mani in aria, per poi lasciarle cadere sui fianchi.

"Luke ma cos'hai al posto del cervello? Melma?"
Non ricevo una sua risposta, mi sorride semplicemente; e non capisco il motivo del suo sorriso; ma basta che si capisca lui.

"Forza. Iniziamo a dipingere le pareti"
Mi avvicino ai due barattoli di vernice appoggiati sulla scrivania, per poi aprirne uno.

Il colore sembrerebbe quasi mogano; ma sinceramente non mi importa che colore sia. Mi basta finire velocemente e poi uscire da qui.

Sento i passi del biondo avvicinarsi a me; e inizio a pensare alla vicinanza fra noi due. Non mi fa bene stargli troppo vicino; quindi mi velocizzo a prendere un pennello, immergerlo nel barattolo ed allontanarmi.

Mi maledico mentalmente quando mi accorgo di avere ancora i capelli sciolti.
Metto in bocca il pennello dalla parte del manico; per poi farmi una crocchia scombinata, per poi iniziare a pitturare la parete esattamente di fronte a me.

"Perchè devo fare questa cosa?"
Chiede, scocciato il biondo, iniziando a pitturare a qualche metro di distanza da me.

"Ti ricordo che è stata colpa tua se siamo qui"

"Non è vero"

"No. Scherzi. Mi sono fatta una doccia a base di acqua, farina e uova da sola"
Sorrido automaticamente per la mia piccola vittoria, sentendo il silenzio da parte del biondo.

"Peró sei tu che hai iniziato questo ciclo"

"Questo ciclo? E sentiamo, cosa avrei fatto?"
Esclamo girandomi verso di lui per guardarlo.

"Mi hai buttato nel lago, bambolina"
Ribadisce continuando a passare quel maledetto pennello sulla parete di legno.

"Ma la vuoi smettere?"
Sbotto irritata, avvicinandomi al barattolo della vernice, per immergerci il pennello.

"Di fare che cosa, precisamente?"

"Di usare quegli insulsi soprannomi"

"Ma perchè?"
Chiede per poi guardarmi ed incrociare le braccia al petto subito dopo aver appoggiato il suo pennello sulla scrivania.

"Perchè sono orrendi"
Chiarisco, facendo alcune smorfie disgustate.

"Io penso che siano bellissimi invece, bambolina"
Lo vedo fare alcuni passi avanti; ma non ho alcuna intenzione di spostarmi da qui.

Stubborn -Luke Hemmings-Where stories live. Discover now