ᴱˣᵀᴿᴬ ¹.⁰

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𝐊𝐀𝐈 𝐅𝐎𝐂𝐔𝐒

[ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴇxᴛʀᴀ
ɪʟ ɢɪᴏʀɴᴏ ᴅᴏᴘᴏ]

"Quindi come è andata a finire la festa?"

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"Quindi come è andata a finire la festa?"

Chiedo ad Alya, curiosa.

"Marinette si è finalmente dichiarata ad Adrian"

Dice Alya con un sorriso, portando in alto le braccia per enfatizzare ciò che ha appena detto, il suo entusiasmo si può percepire anche attraverso lo schermo del computer.

"È fantastico Marinette! Lui cosa ha risposto?"

Chiede sempre più curiosa alla corvina che, nonostante il rossore delle sue guance continuava a sorridere.

"Ha... ha detto che non può subito darmi una risposta, ma è disposto ad invitarmi ad un appuntamento!"

"Ad un appuntamento?"

Chiese Kai incredula.

"Si! Ad un appuntamento"

"È veramente fantastico, sono felice per te Marinette"

"Tu, a tal proposito, cosa hai fatto ieri sera? Ti abbiamo persa per tutta la serata."

Mi chiede Alya con tono malizioso.

"Non è successo nulla di che, sono andata a casa poco dopo aver lasciato la camera di Juleka"

"Ne sei sicura? Non hai, per caso, passato la serata con qualcuno?"

Sorrido a quella esclamazione, cercando di mantenere la calma e ci penso un po' su, forse dovrei dire la verità alle mie amiche, ovviamente omettendo dei piccoli particolari, ad esempio la dichiarazione del ragazzo.

"Ho solo accompagnato Luka nella sua stanza verso mezzanotte, ma non è successo nulla"

Dico con una alzata di spalle.

"Oh quindi-"

Interviene Marinette senza però finire la frase, con gli occhi spalancati mentre Alya si lascia sfuggire una rumorosa risata.

"Non fatevi strane idee, l'ho solo accompagnato"

Dico spalancando gli occhi ed alzando il tono di voce

"Allora come è stato? Raccontaci"

Dice Alya, il sorriso trionfante di chi sapeva da sempre la verità.

"Ho appena detto che non abbiamo fatto nulla!"

Qualcuno suona al campanello, salvandomi da quella orribile situazione.

"Ora devo andare, è arrivata mia madre, ci vediamo domani a scuola"

"A domani"

Dicono all'unisono Marinette e Alya, sui loro volti è ancora presente un sorrisetto trionfante.
Il campanello suona ancora, forse ha dimenticato le chiavi di casa.

"Arrivo!"

Grido dalle scale per poi andare alla porta di ingresso.
Chi mi trovo davanti però non è mia madre con le buste della spesa, ma bensì un ragazzo alto dai capelli blu, che ha abbandonato i vestiti eleganti eleganti della sera prima per tornare, come tutti i giorni, ad un paio di jeans strappati, una felpa e una maglietta bianca con una grossa macchia rossa molto simile a del ketchup.

"Luka"

Dico spalancando gli occhi per la sorpresa.

"Stavi aspettando qualcun altro?"

Chiede guardandosi attorno.

"Solo mia madre che è andata a fare la spesa"
"Entra pure"

Dico spostandomi dall'ingresso per permettergli di entrare.

"Scusa per il disturbo"

Dice il ragazzo studiando l'ambiente attorno a lui dal corridoio fino al salotto.

"Figurati, posso fare qualcosa per te?"

Dico con un sorriso mentre nella mia mente appaiono immagini della sera prima.
Il mio cuore inizia a battere all'impazzata, per colpa dell'imbarazzo. Il ragazzo abbassa lo sguardo, grattandosi la nuca alla ricerca delle parole giuste da usare.

"Volevo... ecco ringraziarti per ieri sera."

Arrossisco, pentendomi di averlo fatto entrare con il solo scopo di farmi venire voglia di sprofondare proprio nel mezzo del mio salotto.

"Non... serve ringraziarmi, sul serio. Ci vediamo a scuola?"

"In realtà mi stavo chiedendo se avessi qualcosa da fare sabato."

"Sabato? Perchè-"
"Oh. Vuoi invitarmi ad un appuntamento?"

"Si beh, solo se ti va ovviamente"

"Certo che no, in realtà pensavo di andare in una pizzeria, sai quella nuova che hanno aperto vicino alla scuola"

"Mi sembra una buona idea"

Dico, non potendo rifiutare l'invito ad una pizzeria. Il ragazzo sorride dolcemente, come se mi avesse letto nel pensiero. E subito lo riconosco. Questo è il vero Luka, il Luka che mi piace ed il Luka che non potrei mai sostituire con altri.

"Già che sei qui che ne dici di sentire la canzone  di cui ti parlavo ieri?"

"Aspetta... l'hai finita? Non hai detto che ti mancava ancora molto da fare?"

"Ho avuto molto tempo per pensarci ieri"

"Ed hai già deciso come chiamarla?"

Mi chiede mentre saliamo le scale. In effetti non avevo pensato al titolo, nonostante sia una delle parti più importanti.

"Allora?"

"La chiamerò «odio le feste»"

Il ragazzo ride, scuotendo il capo.

"Per qualche motivo la tua canzone mi ha già conquistato"

Luka Couffain🫐: Odio Le FesteWhere stories live. Discover now