"Bene dato che hai visto che adesso sto bene, puoi anche andartene." Dico con un gesto della mano per indicare che se ne può andare.

"Ok, tanto ho cose migliori da fare, ma prima..."

Sapevo che non se ne sarebbe andato via così facilmente, era troppo bello per essere reale.

Porta una mano in tasca, ne tira fuori un frutto e sotto il mio sguardo sorpreso mi lancia una mela rossa.

"Non sei venuta in mensa, penso che tu abbia fame."

E si gira per andarsene. E io che credevo avrebbe fatto domande riguardo a ciò che aveva appena assistito.

"Lucius!"

Subito si gira di scatto e si rivolge a me.

"Grazie."

"Di niente."

E se ne va. Cosa mi è preso? L'ho veramente ringraziato? Mi sa che mi sto rimbambendo, di sicuro è l'influenza di Melany e delle sue galline-amiche. Comincio a mangiare la mela e una volta finito riprendo gli allenamenti. Però devo ammettere che da parte sua è stato un gesto davvero carino.

Lucius

Adesso ne ho la conferma, lei non è umana, nessun umano per quanto forte sia, può frantumare così le rocce senza battere ciglio, con una tale fermezza che solo nel vederlo ti fa accapponare la pelle. Prima ho evitato di insistere nel farle delle domande, poiché non era il momento giusto. Ma devo scoprire, perché se ne era andata dalla classe così di punto in bianco e non me la bevo la scusa del fatto che stava male, lei nasconde qualcosa e non credo che se ne sia andata via solo per scaricare la sua forza, c'è qualcos'altro sotto.

Sono in camera e non so il perché: dovrei essere in giro per la scuola alla ricerca di quella persona che in quest'ultimo periodo ho leggermente trascurato a causa di una ragazza dalla chioma indefinita. Mentre penso a ciò, un luccichio attira la mia attenzione: sulla scrivania di Luna trovo il suo diario con già la chiave nel lucchetto. Che fortuna! Chissà perché è stata così smemorata? Solitamente la vedo molto più cauta; sarà meglio approfittare della sua imprudenza, difficilmente penso che mi ricapiterà di ricevere una simile fortuna. Come si suol dire:

L'occasione rende l'uomo ladro.

Ma è un mio compito essere tale.

Mi avvicino alla sua scrivania e afferro il diario che è già aperto, sfoglio le pagine e ne prendo uno a caso e inizio a leggere.

Caro diario,

ho capito che non posso accettare il cognome White, lui non è mio padre, anche se mi ha accudito fin da piccola non posso accettarlo, c'è qualcosa dentro di me che dice che non è giusto che esso non mi appartiene che mi sono appropriato di qualcosa che non è mio. Lo sai a volte penso che i miei genitori mi abbiano abbandonata, perché sapevano che sarei stata un disastro e non posso negare che abbiano avuto torto, ma sono pur sempre i miei genitori e per questo non riesco ad accettare il cognome di Edgar, infatti mi sembra di mentire e illudere me stessa, io non ho nessuno! Io non appartengo a nessuna famiglia! Io sono orfana! È inutile negare l'evidenza. Ieri sono entrato nell'ufficio di Edgar a porgergli questo cambiamento: ne abbiamo discusso a lungo e alla fine ha detto che ci penserà, penso accetterà questa mia decisione, sa quanto stia lottando in questo momento, ma continua ad essere difficile stare soli. So che se non avrò più il mio cognome sarò presa di mira ancor di più dai miei compagni e io sono ancora troppo instabile per non scoppiare, dovrò intensificare gli allenamenti, li farò anche di notte, tanto sto comunque fuori a dormire e alla mia compagna di stanza non dispiace il fatto che io sparisca sia di giorno che di notte. Non vedo l'ora di avere una stanza tutta mia, in cui potrò essere lasciata in pace, ma per quello devo fare ancora molta strada. Dimenticavo di dirti che qualche giorno fa la scuola mi ha regalato un pianoforte, anche se so che non era per farmi piacere, ma semplicemente per darmi l'attrezzatura giusta, affinché mi eserciti per i loro stupidi concorsi e innalzi il prestigio della scuola; ma nonostante ciò ho accettato lo strumento, la musica è comunque uno dei tanti motivi per cui non ho ancora ucciso nessuno. In un certo senso è stato un bene che mi abbiano regalato questo pianoforte, poiché molto probabilmente avrei smesso di suonare. Il pianoforte che prima usavo riporta in me troppi ricordi ormai dolorosi e non più allegri come un tempo, infatti non c'è niente di peggio che ricordare i momenti felici nell'infelicità. La musica mi ha sempre aiutata: quando suono mi sento travolta da un'aura di positività, mi sento immersa in un altro mondo e non mi rendo più conto di ciò che ho attorno, infatti l'altro giorno ho suonato per cinque ore senza sosta, non riuscivo a impedire alle mie mani di continuare a pigiare quei tasti, essi volevano continuare a volare tra il bianco e il nero all'infinito, riempendo le mie orecchie e la mia anima di musica. Le persone si sorprendono del fatto che io riesca a comporre questi brani così complessi che loro definiscono meravigliosi, ma a me non sembra di fare chissà cosa semplicemente io riporto negli spartiti le note impresse nel vuoto che sembra siano impresse nella mia mente da sempre e poi le trasformo in melodia, ma ormai la mia musica non è più quella di un tempo. Essa è cambiata insieme a me.

Questa pagina è finita così. Allora lei è orfana, ecco per quale motivo la vedevo stonare in un ambiente del genere. Giro un'altra pagina e inizio a leggerne il contenuto.

Caro diario,

essere buoni a questo mondo non serve a nulla, è una forma di debolezza e di sofferenza, anche se inizialmente non appare tale; mi dispiace sopprimere il mio lato positivo, ma si devono fare dei sacrifici per sopravvivere e non essere schiacciati da un enorme masso. Cosa mi ha fatto cambiare tanto? Beh, semplice...

"Chi ti ha dato il diritto di leggere il mio diario?!"

Sussulto nel sentire la sua voce. Ero talmente immerso nella lettura di quelle pagine che non mi sono accorto del suo ritorno. Proprio adesso doveva presentarsi in camera? Stavo finalmente per scoprire il motivo per cui lei è tanto acida. Si avvicina a grandi passi con aria minacciosa e con occhi che sembrano sputare fuoco in ogni direzione. Si avvicina a grandi passi con aria minacciosa e una volta che è di fronte a me, in un attimo mi strappa dalle mani il diario, afferra la chiave e se lo rimette al collo.

"Io non volevo..."

Cerco di giustificarmi, un'altra cosa che non ho mai fatto se non con mio padre; ma vengo interrotto.

"Zitto per piacere. Non raccontare le tue fandonie; vorresti forse farmi credere che il mio diario si è appoggiato miracolosamente tra le tue mani e si è aperto?! E che poi i tuoi occhi così per caso hanno iniziato a leggerlo?!"

In effetti non ha tutti i torti. Non ho molte scusa per giustificare il mio gesto e sarebbe cosa vana protestare, pertanto rimango in silenzio.

"Stasera non dormo qui. Voglio stare sola, quindi non cercarmi!"

Detto ciò se ne va, sbattendo la porta dietro di sé; questa volta si è arrabbiata davvero parecchio. Spero solo che si calmi. Beh, almeno mi ha avvertito del fatto che stasera non sarebbe tornata.

Chissà cosa le è successo di tanto terribile da farla diventate così acida? Un tempo era davvero stata buona? Difficilmente riesco a credere alla cosa, mi sembra praticamente impossibile anche solo immaginare una Luna dolce. Almeno adesso sono consapevole del perché non possiede un cognome o meglio so perché lo ha rifiutato, chi si sarebbe mai immaginato di trovare un orfanella in mezzo a un collegio di ricchi viziati?

Chissà cosa avrà voluto dire quando affermava che era troppo instabile per non scoppiare. Di che allenamenti parlava?

Adesso capisco anche il motivo delle sue proteste iniziali quando il preside aveva detto che avrei condiviso la camera con lei. Non ha mai sopportato la compagnia di nessuno e ho finalmente compreso le parole che disse un tempo riguardo al fatto che non era la prima volta che dormiva in quella raduna. È sempre sparita, rifugiandosi in mezzo a quel pezzo di foresta e io sono l'unico idiota che si sia mai preoccupato delle sue sparizioni.

Quel diario ha tutte le risposte che cerco alle domande a cui lei non risponderà mai; devo trovare il modo per riaverlo. ma per il momento devo aspettare che le acque si calmino, se fossi troppo avventato rischierei di scatenare una tempesta mai vista.

Looking for The Lost AngelDonde viven las historias. Descúbrelo ahora