Rapimento

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"Levi, sei sicuro?" sussurrò una voce femminile, mentre toglieva l'innesco alla bomba a mano.

Il ragazzo guardò torvo la donna, scostando un ciuffo di capelli corvino dagli occhi. Aveva un'imbracatura di corda legata alla vita e dei coltelli infilate nelle cinghie di cuoio che correvano intorno alle cosce muscolose. Un mantello verde gli copriva le spalle e il cappuccio era calato sulla testa, nascondendo la folta chioma nera. I suoi occhi grigi scintillarono alla luce della luna.

"Hanji, sei con me?" rispose lui, con un'altra domanda.

La donna annuì con forza, sistemandosi i grossi occhiali sul naso adunco. I capelli rossi erano legati in una coda di cavallo alta e due ciocche di capelli ricadevano libere sulla fronte. La serata era fredda, ma Hanji sembrava particolarmente sudata. Sarebbe stato difficile non esserlo, quando si stava per lanciare una bomba a mano nel palazzo di uno dei più ricchi uomini di Mitras.

Levi legò l'estremità della corda a un arpione e si posizionò sotto al davanzale di una delle finestre del palazzo. Dall'interno non si vedeva alcuna luce: erano le tre di notte e tutta la città era scivolata nel sonno già da parecchie ore.

Il ragazzo fece un cenno alla rossa e questa corse intorno alla palazzina, arrivando davanti al giardino che precedeva l'ingresso. Senza pensarci due volte, lanciò la bomba nella proprietà.

Uno scoppio risuonò in tutta Mitras e il fuoco iniziò a divampare, divorando la parte frontale del palazzo. Si sentirono delle urla di terrore provenire dall'interno. Quelle grida fecero capire a Levi che era il momento di agire. Lanciò l'arpione sul davanzale e si arrampicò silenzioso fino alla finestra. Gettò un occhiata alla sua complice, per assicurarsi che fosse riuscita a fuggire dal fuoco e si rasserenò, vedendola correre verso la carrozza. Nessuno doveva essere ferito in quell'operazione: contava sul fatto che riuscissero a spegnere con facilità l'incendio, che era solo un diversivo per riuscire a entrare indisturbato nel palazzo.

Scivolò all'interno della stanza, che sapeva essere il salotto di quella palazzina. Come aveva previsto, a quell'ora era vuoto. Un'ondata di calore lo accolse, nonostante la bomba fosse stata lanciata come diversivo nella parte opposta del palazzo; se il fuoco era già arrivato li, voleva dire che aveva meno tempo del previsto.

Con l'aiuto dell'ombra e della confusione, attraversò le stanze che lo separavano dalla sua meta. Fu costretto ad appiattirsi un paio di volte contro al muro, per evitare di essere visto dalle domestiche che correvano per il palazzo in preda alla più folle crisi isterica; finalmente arrivò nel corridoio delle camere da letto. Una voce a lui familiare lo obbligò a nascondersi dietro a un mobile.

"Petra, resta nella tua stanza e non uscire per nessun motivo al mondo. Mi hai capito?" urlò l'uomo, cercando di sovrastare il rumore dell'intonaco che cadeva a pezzi.

"Papà, cosa vuoi fare?" gli rispose una voce delicata, dall'interno della camera. La ragazza piangeva.

"Vado a spegnere il fuoco con l'aiuto dei domestici. L'intero ingresso è bruciato e non c'è altro modo per uscire da questa casa. Resta qui, ti prometto che tornerò subito."

"Ti voglio bene!" gridò la ragazza, disperata. L'uomo non le rispose e corse via, passando davanti a Levi e senza accorgersi della sua presenza. Tutto stava andando secondo i suoi piani.

Uscì dall'ombra e si diresse verso la porta della stanza. La trovò chiusa.

Maledetta ragazzina, si è chiusa dentro, imprecò. Senza troppe cerimonie, tirò un calcio alla porta e questa cedette senza alcuno sforzo, cadendo rovinosamente al suolo. La ragazza urlò. Aveva dei capelli castani, tagliati a caschetto e dei dolci occhi verdi. Portava una camicia da notte bianca e le lacrime le rigavano il volto. Era bassina e non poteva avere più di venti anni, anche se quell'abbigliamento poteva ingannare.

"Ciao, Petra." la salutò Levi con un ghigno.

La ragazza si appiattì contro il muro alle sue spalle.

"Chi sei?" domandò, afferrando una statuetta che aveva sul comodino.

"Qualcuno che ti sta per rapire." gli rispose lui, senza preoccuparsi di inventare una scusa. Si avvicinò minaccioso e schivò con agilità il colpo che Petra aveva provato a dargli con la statuina.

"Patetica." ringhiò lui, afferrandola per le spalle e trascinandola sul balcone della sua camera.

La ragazza iniziò a urlare e a dimenarsi, ma la stretta di Levi era molto più forte dei suoi tentativi di fuga.

"Chiudi la bocca o te la faccio chiudere io, mocciosa." la minacciò. La ragazza continuò a chiamare il padre e a invocare aiuto; Levi le piantò un fazzoletto in gola, senza preoccuparsi di essere delicato. Le grida furono soffocate dal tessuto e lui le legò con rapidità i polsi, per poi caricarsela sulla spalla come un fantoccio.

Guardò sotto al balcone e Hanji gli mandò un saluto, sorridendogli dal posto di guida del carro. Levi saltò giù, facendo quasi svenire di paura Petra che sentì improvvisamente il vuoto sotto i suoi piedi. Atterrarono sul materasso morbido, posizionato nel posto merce, e Hanji spronò i cavalli, allontanandosi velocemente dalla palazzina. Tutto era andato secondo i piani: diversivo, rapimento e fuga. Ora doveva solo sperare che quell'idiota di Ral riuscisse a spegnere il fuoco.

La ragazza si agitò, tentando di sputare via il fazzoletto. Le lacrime scendevano copiose lungo le guance. Levi sollevò la testa della ragazza tirandola per i capelli e Hanjie buttò un'occhiata sulla loro prigioniera.

"Carina" commentò.

"Preziosa" la corresse Levi. "Scusa ragazzina, è l'unico modo che ho." la informò, prima di farla svenire con un colpo in testa.

Lasciarono il carro all'ingresso delle gallerie che conducevano alla città sotterranea. Levi slegò i cavalli, carezzandoli con amore. Poi caricò il corpo incosciente della ragazza sulla spalla e si precipitò con la rossa all'interno dei cunicoli.

"Hanji" ansimò, mentre correvano per i corridoi.

"Che c'è?"

"Grazie per oggi, non lo dimenticherò."

La rossa gli fece un cenno di assenso, mentre cercava di non scivolare lungo il pavimento umido. "Lo dovevi a tua madre Levi e io lo dovevo a te."

In love with a criminal [Levi x Petra]Where stories live. Discover now