Un nuovo inizio

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Erano passate delle settimane. O forse un mese. Non ci aveva dato peso. Non aveva più fatto sogni. Non l'aveva più rivisto. Non percepiva più niente di lui. Era una sorta di vuoto, un vuoto positivo, forse abitudine. Tipico di chi sta ricominciando a respirare, di chi deve ricominciare a vivere. Questo però era strano per lei: sentiva  che ci fosse qualcosa sotto. Era decisa a voler scoprire la verità. 


Quella mattina era giunta al museo in compagnia della sua amica Natasha. Seguivano il gruppo dei loro colleghi di università: erano stati tutti convocati urgentemente dalla Dottoressa Vanderwheele, perchè il Professor Behdety aveva un annuncio da fare. Chissà cosa era successo adesso! Come al solito c'erano un po' di persone all'entrata del museo, ma una cosa in particolare aveva attirato l'attenzione di Cleo: tra i vari flash delle telecamere e tra i vari giornalisti, un uomo, accompagnato da alcune guardie, si guardava intorno circospetto. Cleo guardò meglio. Non appena i suoi occhi si fissarono sul volto di quell'uomo, dei ricordi le raffiorarono. Brividi percorsero tutto il suo corpo, e quasi le mancò il respiro. Era lui. Era quel malvivente che anni prima aveva cercato di rubare nel museo lo Specchio di Iside. Era il discendente di quel visir che aveva tentato di ucciderla. Cosa ci faceva lì?? Ma proprio mentre quello stava per girarsi e vederla, lei si voltò dall'altra parte. Allora si rivolse alla sua amica Natasha: << Ehm, Natasha scusami, sai per caso perchè ci sono tutte quelle persone? Hai capito cosa sta succedendo?? >>, ma quella non l'aveva proprio ascoltata: era troppo impegnata a guardare il suo ragazzo con una faccia da ebete! "Oh, ma figurati!", pensò Cleo sbuffando. Cercò di accelerare il passo, e di non dare troppo nell'occhio, affinchè quell'uomo non la vedesse e non si ricordasse di lei. Poi Natasha tornò sulla terra, e le chiese: << Ehm, scusami Cleo, hai detto qualcosa? >>. Cleo incominciò a spazientirsi. Ed era appena incominciata la giornata!

<< Buongiorno a tutti, ragazzi! >>, esordì il Professor Behdety. << Sono grato di quello che state facendo con la Dottoressa Vanderwheele per far tornare il mio museo a splendere! >>, asserì impettito buttando l'occhio alla dottoressa accanto a lui, che sorrise orgogliosa. << Come avrete visto anche voi, abbiamo bisogno di tanti aiuti, e a causa di...ehm...curiosi imprevisti dei giorni precedenti...>>, il Professore aveva vergogna di ammetterlo,<<...siamo rimasti anche senza una guardia notturna. Quindi, abbiamo deciso...>>, Cleo a quel punto si chiese sospettosa che fine avesse fatto Walter, <<...che assumeremo e ci faremo aiutare anche da persone come ex carcerati! >>. A sentire quelle parole Cleo ebbe un colpo. << Poi, sapete quanto ci tengo che il nostro museo sia attivo anche nel sociale! >>, aggiunse quello. "Ma che fesserie!", pensò la ragazza: a lui non era mai importato niente del sociale! Ma come gli era saltato in mente?? << Però, ora parliamo delle cose importanti...>>, ricominciò tutto eccitato. Cos'altro ci poteva essere ancora? Cleo ne aveva già abbastanza. Era la nipote del professore, eppure anche lei a volte non riusciva a sopportarlo! << La Dottoressa Vanderwheele mi ha detto che vi sareste organizzati in gruppi per dividervi meglio il lavoro! >>. Ecco, era arrivato il momento che Cleo stava tanto aspettando: essere scelta da lui come coordinatrice o come capogruppo! << Ebbene, vorrei presentarvi una persona che ho conosciuto in Egitto nei giorni scorsi, prima di tornare qui. Ecco, lui si chiama Taj Sati Amin, è egiziano ed è un esperto in Egittologia. Lo considero un genio! >>, e così si avvicinò al professore un ragazzo, forse dell'età di Cleo o un po' più grande, con felpone e cappuccio. Aveva quasi tutti i capelli rasati, con una piccola treccina laterale; i lineamenti del viso erano aggraziati, con labbra carnose e occhi espressivi e sporgenti; la pelle era liscia e abbronzata. << Sarà lui a coordinarvi e ad aiutarvi nel lavoro. >>, aggiunse Behdety. COSA?! Il cuore di Cleo si spezzò per la delusione. Lei era sempre stata la più brava della sua classe, l'aveva aiutato sin da bambina, conosceva tutto di quel  museo, ed era persino sua nipote, ma lui non l'aveva scelta...! Come aveva potuto farle questo?? A quel punto quel ragazzo si voltò lentamente e posò i suoi occhi proprio su Cleo. Il suo sguardo magnetico e intenso attraversò la ragazza, che si sentì tremendamente imbarazzata. "Che strano tipo", pensò. Il Professor Behdety poi si diresse proprio verso di lei, accompagnato dal ragazzo. << Volevo presentarti mia nipote, Cleo Carter. Lei è bravissima, suo padre era un archeologo. Potrà aiutarti. Inoltre, volevo dirvi che per un po' di tempo non sarò presente qui al museo. Pertanto, potrete riferirvi alla Dottoressa Vanderwheele e allo stesso Taj. Non escludo che potrebbe sostituirmi in futuro! >>, disse orgoglioso Behdety. Cleo era rimasta senza parole. << Ciao. >>, la salutò il giovane. C'era una certa bramosia nei suoi occhi. << S-salve...>>, rispose Cleo stranita. << Potrai essere la mia assistente... >>, le disse con fare determinato ma altezzoso. Assistente?! Ma come osava??! Era appena arrivato e già faceva il padrone!? Cleo fu colta di sorpresa. Alzò un sopracciglio. Non avrebbe potuto rifiutare, anche se non aveva per niente gradito il suo atteggiamento. << Va bene. >>, rispose secca. Il ragazzo fece un sorriso sghembo ed incrociò le braccia. Allora la Dottoressa esclamò: << Bene, ora possiamo incominciare a lavorare! >>, così il giovane si staccò da Cleo. La ragazza lo seguì con lo sguardo mentre quello si allontanava. Era diffidente. Poi la sua amica Natasha le sussurrò civettuola: << Interessante questo ragazzo, non trovi, Cleo?? >>, << Sisi...certo...! >>, le rispose l'amica con tono sprezzante.

Erano nella Sala Egizia, e Cleo era presa da papiri e rotoli di pergamene. Con la coda dell'occhio cercava di spiare il nuovo arrivato. Egli era immobile con le braccia dietro la schiena, girato di profilo mentre guardava fuori dalla finestra. Si era abbassato il cappuccio della felpa.  Improvvisamente un raggio di sole lo illuminò. Cleo lo osservò accuratamente, e una cosa le saltò all'occhio: quel ragazzo aveva un certo non so che di familiare; aveva un aspetto regale, nonostante la felpa extra-large e i jeans stracciati, e incuteva un po' di soggezione. Il sole però non aveva esaltato solo la bellezza di quel ragazzo: si poteva scorgere in lui anche una certa inquietudine. La ragazza notò che il suo profilo somigliava  a quello del  faraone che era raffigurato sulla stele che apparteneva a Tutenstein. Distratta nell'osservarlo, urtò per sbaglio il tavolino sul quale stava lavorando, e cadde insieme ai libri e ai papiri che aveva in mano. Tutti si girarono, persino Taj. Mentre Cleo cercava di riprendersi dalla caduta, lui le tese una mano: << Ti sei fatta male? >>, le chiese in maniera cortese. << Ehm, nono...! >>, rispose lei imbarazzata, rialzandosi velocemente. Poi riaccolse tutto da terra, e con una risatina nervosa, esclamò: << Va tutto bene, tranquillo!! Io...vado. Si è fatto tardi. >>, poi schizzò via. Il ragazzo rimase interdetto.

Era notte fonda. Cleo si buttò sul suo letto stremata. Era stata una giornata dura...e strana. Aveva dimenticato per un po' la questione di Tutenstein, perchè l'aver rivisto quel malvivente e l'aver conosciuto quel ragazzo l'avevano destabilizzata non poco. Decise però di non pensarci. Posò la testa sul cuscino, sospirò, e disse: << Buona notte, Tut. Ovunque tu sia. >>.


Era stato un nuovo inizio. Un nuovo inizio non dei migliori, però!

TUTENSTEIN: REVIVEDWhere stories live. Discover now