👕- 𝟎𝟏 𝐂𝐨𝐧𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐯𝐞𝐬𝐭𝐢𝐭𝐢

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Jeon Jungkook si svegliò per l'ennesima volta in ritardo, la sua sveglia suonava da già troppi minuti quando si alzò dal letto con un balzo, per correre verso la doccia cercando di prepararsi in pochi minuti, sperando di arrivare in tempo almeno per la riunione di lavoro.

– Questa volta mi licenziano sul serio, ne sono certo – farfugliò correndo a destra e a manca per tutta la casa, cercando il suo maglione preferito. Ad interrompere la sua ricerca disperata fu il suono di una notifica, proveniente tra le lenzuola sfatte del suo letto.

– Chiunque tu sia non è il momento, sappilo. – grugnì infastidito per poi avvicinarsi al letto, mettendosi alla ricerca del suo telefono, dopo pochi minuti finì la sua ricerca fallimentare e Jungkook mise su un broncio tenero e infastidito, scaraventò le lenzuola sul pavimento e finalmente trovò l'oggetto delle sue ricerche.
Sentì il cuore fermarsi ed iniziare a battere più velocemente, il suo telefono era appena stato scaraventato per terra e stranamente ora era finito al di sotto del materasso, lo recuperò e poté finalmente vedere il mittente del messaggio, sua madre.
Spense lo schermo del telefono e vide il suo riflesso, i suoi capelli bruni solitamente impeccabili era spettinati, i suoi grandi occhi neri gonfi erano spenti, chiunque avesse un ricordo di lui risalente a poco prima avrebbe ricordato i suoi occhioni lucenti, da farlo sembrare un bambino curioso.
Jungkook quasi non riconobbe se stesso. All'arrivo dell'ennesima notifica, notò anche l'orario, era dannatamente in ritardo.
Lanciò, nel panico, il telefono sul letto che ora era ancora più in disordine di prima e corse verso l'armadio per indossare la prima maglia adatta al lavoro.
Dopo essersi vestito alla bell'e meglio corse verso la porta e per poco non dimenticò il telefono in camera…
Nella furiosa corsa giù per le scale, dove rischió di cadere tra il quarto e terzo piano per la fretta, incontró un vicino di casa, in quella mattinata tutto sembrava volergli far perdere ancora piú tempo…Dopo troppi secondi spesi in convenevoli pur di non sembrare maleducato, Jungkook riuscí con uno sbuffo infastidito ad entrare in macchina.
La distanza tra il suo appartamento e il suo ufficio era approssimativamente 20 minuti di macchina , traffico escluso, avrebbe dovuto percorrere lo stesso percorso nella metà del tempo per arrivare almeno alla riunione.
Era fottuto. Una volta arrivato in ufficio, si fiondò nella sala riunioni inchinandosi un infinitá di volte per scusarsi del suo ritardo.
Fortunatamente il cliente non era ancora arrivato, che fosse anche lui nella sua stessa situazione? Dopo ben due ore di chiacchiere fintamente amichevoli al fine di raggiungere un accordo, la riunione finì e Jungkook fu libero di avvicinarsi alle macchinette del caffè e prepararne minimo 2 litri. Nell’attesa cercó di ricordare qualcosa della riunione, visto che non riuscí a seguire molto per colpa della stanchezza. Il brontolio del suo stomaco gli ricordo che quella mattina, oltre al non aver bevuto il caffè, non era riuscito neanche a mangiare una brioche!

– Hey, Jungkook, stamattina eri in ritardo di nuovo, che ti succede? –

– Oh Jin Hyung, non ho idea di cosa mi succeda, è da qualche mese che non trovo più dei vestiti quando mi servono, in più mi sento stanco e confuso… –

– Si, noto che sei confuso... hm fammi controllare… la testa è attaccata al collo, per fortuna, e non puoi dimenticarla, hai i pantaloni e anche le scarpe, congratulazioni, non li hai dimenticati! Non si può dire lo stesso dello zaino! – rispose ridacchiando entusiasta l'amico.

– Cazzo! Ho dimenticato lo zaino in macchina! – mise il broncio per poi abbandonare il caffè appena pronto e correre in macchina a recuperare lo zaino, con all'interno il computer portatile che gli serviva per il lavoro. Fortunatamente Jin, non avendo ancora bevuto il caffè quella mattina, ne approfittò. Ora che ci pensava Jungkook avrebbe dovuto offrirgli un caffè ogni giorno per tutte le volte che lo aveva aiutato nell'ultimo periodo.

– Aish, questi ragazzini d'oggi... non sanno neanche dove hanno la testa, solo per esser nati alpha alti e forti si credono meglio di noi beta… –
Finite le sue ore lavorative, Jungkook, finalmente tornò a casa. Da qualche mese, ogni tanto iniziava ad essere più distratto del solito e disordinato, non ricordava di esserlo mai stato così tanto. Subito dopo una doccia rigenerante, andò verso il letto, dove era sicuro di aver lasciato gli abiti comodi che usava per stare in casa, che però non trovò...

ᴏʟᴛʀᴇ ʟ'ɪꜱᴛɪɴᴛᴏDonde viven las historias. Descúbrelo ahora