Lacrime salate, calendule sul mare

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Primavera 1443 D.C.

Romano amava il mare. Quel ringhio d'acqua che sentiva all'alba e quei sussurri di onde che lo cullavano la notte erano una costante nella sua vita. Il mare dava tanto agli abitanti di quel piccolo villaggio e gli abitanti, di ritorno, lo amavano e rispettavano. Il mare dava tanto anche a Romano e la sua piccola famiglia: lui e il fratello, al sorgere del sole, si trovavano su quel loro piccolo peschereccio a lanciare e tirare reti, mentre il nonno, tanto popolare fra le donne anziane e di mezz'età, vendeva il pescato al miglior prezzo. Il mare dava tanto, instancabile, e non chiedeva mai indietro come un vero amico, come un vero fratello, ed era per questo che Romano, a differenza di Feliciano, non aveva paura di morire portato via dalle onde del mare: gli aveva dato la vita e tutto il necessario per viverla, tornare fra le braccia di quelle acque salate altro non sarebbe stata, per lui, che la più dolce fra le morti.

Un giorno di Marzo si svegliò, anche se con difficoltà come suo solito. Si affacciò alla finestra: appena sveglio sentiva sempre il bisogno di vedere quel gioiello blu, ancor prima di riempire i polmoni di aria nuova, fresca e pulita.

Il mare era una creatura abitudinaria, non avvezza alle novità eppure non era di quell'avviso quel giorno: da lontano si intravedeva un'ombra scura che andava avvicinandosi.

Svegliò il fratello, si vestì, mangiò pane e latte e di tutta fretta si mise a correre verso il molo cittadino. Più si avvicinava e più quell'ombra acquistava una forma conosciuta e quando Romano arrivò a destinazione divenne ben chiaro che si trattasse di una caravella. Cosa ci faceva una caravella da quelle parti? Il loro era un piccolo paesello lungo la costa campana, a nord da Napoli circa due giorni a piedi e uno a cavallo; nessun tipo di imbarcazione, che non fosse un peschereccio, passava mai di là.

Rimase lì a bocca aperta a guardare quel mostro di legno attraccare mentre veniva dondolato dalle onde; non aveva mai visto una caravella così grande. Tanti anni fa, una volta, ne vide una simile quando andò a Napoli con il nonno ma i suoi ricordi erano offuscati. L'albero di mezza era tanto alto che sembrava toccare il cielo e le vele, spesse, ingiallite e con delle grandi croci rosse dipinte sopra, facevano ombra oscurando il sole mattutino. A malapena quel piccolo molo riusciva a gestire la caravella e i pescatori che, accorsi ad aiutare, continuavano a far avanti e indietro trasportando pesanti corde e una larga passerella di legno. Romano si avvicinò ad un basso signore, che riconobbe come Atticus, un amico del nonno.

«Zio Atticus» attirò la sua attenzione.

«Ah, Romano, sei tu. Come sta il tuo vecchio?» domandò con un sorriso.

«Sta bene. Che succede?»

«So solo che è una caravella aragonese, dovevano fare tappa a Napoli ma pare che qualcosa sia andato storto»

Romano non li sopportava gli spagnoli, tantomeno gli aragonesi. Tiranni e spietati, nulla era migliorato da quando il Regno di Napoli passò dal dominio angioino a quello aragonese; l'ultima cosa che voleva era averli a due passi da casa sua.

Quando la passerella venne posizionata, dal ponte scesero prima quasi una quarantina di marinai che presto fecero spazio a una decina di uomini riccamente vestiti: farsetti, panciotti, gavardine di tessuti colorati e pregiati attirarono tutta l'attenzione della folla. Non era consuetudine vedere nobili o borghesi da quelle parti, se non per qualche raro ambasciatore del Duca che, di tanto in tanto, veniva ad annunciare nuove guerre o nuove tasse: era forse per questo che Romano non riusciva a vedere il popolo grasso e la nobiltà di buon occhio?

Erano tutti uomini che avevano ormai superato la fase della giovinezza fuorché uno, vestito di rosso vermiglio. Sorrideva con sincerità e continuava a parlare vivace con tutti e questo, Romano, lo irritava parecchio: quel sorriso stampato in faccia gli dava un'aria da babbeo e inoltre mal sopportava chi si perdeva in troppe chiacchiere. Lo stava fissando con così tanta intensità e astio mal celato, che il ragazzo ricambiò lo sguardo di Romano ma senza smettere di sorridere. Si avvicinò a lui e aprì bocca dicendo qualcosa ma l'altro non capì. Sul suo viso si fece spazio uno sguardo confuso. Il ragazzo ripeté di nuovo e ancora una volta Romano non capì: sembrava che quello si fosse scottato la lingua.

Lacrime salate, calendule sul mareWhere stories live. Discover now