26.

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Mi sveglio, e la casa sembra piuttosto silenziosa.

L'atmosfera è completamente diversa da quella che c'era ieri mentre giocavamo a Monopoly.

(Che bella questa pace... Non capita di sentirla tutti i giorni. Meglio godersela finchè dura...)

Credo di avere il salotto tutto per me... Finchè non mi accorgo che Eric sta dormendo sul divano.

(Ok, meglio non svegliare il bambino che dorme se voglio godermi questo breve momento di pace...)

Comincio a camminare piano piano per la stanza, quando dal nulla il suo cellulare squilla fortissimo, a causa di una notifica.

Ma Eric non si sveglia, borbotta solo delle parole incomprensibili e cambia posizione.

(Oh, è ancora nel pieno del sonno... Sono curiosa di leggere il messaggio, ma so che non dovrei sbirciare. Forse è meglio svegliarlo.)

Amy: "Eric, svegliati..."

Gli scuoto le spalle.

Amy: "Svegliati. Ti ha scritto qualcuno."

Eric si alza ancora mezzo addormentato e prende il cellulare.

Eric: "Oh!"

Non appena legge la notifica, si sveglia di soprassalto e si alza di scatto dal divano.

Amy: "Che succede?"

Eric: "Ehm, io... ho un appuntamento dal medico."

Amy: "Oh, in ambulatorio?"

Eric: "Ma certo che è in ambulatorio! Sto ancora male!"

Prende velocemente tutte le sue cose e si precipita fuori dalla porta, lasciandomi da sola in salotto.

(Mah, che scena strana. Anche se Eric è sempre strano, quindi...)

Alzo le spalle e mi avvio verso la cucina per prepararmi il solito mix di caffeina mattutino.

(Questa è la calma prima della tempesta chiamata matrimonio, quindi devo cercare di godermela appieno.)

Sorseggio la tazza di caffè che ho tra le mani.

(Oggi devo accompagnare Marie a provare i vestiti da sposa. Dio solo sa quanto tempo ci vorrà. Vorrà sicuramente che sia perfetto. Mmm, cosa mangio per colazione?)

Prendo la piastra e mi preparo qualche waffle.

Una volta pronti, ci verso sopra un po' di sciroppo al cioccolato.

(Meglio soddisfare la mia voglia di dolce prima di dare il via a questa giornata.)

Mentre assaporo la mia deliziosa colazione, mi squilla il cellulare.

(Oh, è papà.)

Papà: "Ehi, Amy."

Amy: "Ehi, papà, come va?"

Papà: "Sarò a San Francisco oggi, per caso ti va di vederci? Vorrei parlarti di alcune questioni di famiglia..."

Sono piuttosto restia a dire di sì perché questa sarà una lunga giornata, ma alla fine accetto.

Amy: "Certo, papà. A più tardi."

Papà: "A dopo, tesoro."

Proprio quando sto per mangiare un altro morso, suonano al campanello.

(Dev'essere Anna. Dovevamo accompagnare Marie insieme.)

Apro la porta e faccio entrare Anna.

Solo coinquiliniWhere stories live. Discover now