14. Le vacanze

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L'inverno scozzese era temuto principalmente per le basse temperature che riusciva a toccare. Il compianto per le calde giornate si faceva sentire.
I fili d'erba gelavano di notte, e la mattina gli studenti calpestandoli, sentivano un familiare crepitìo provenire proprio dalla brina che ricopriva il prato dei cortili.
Il freddo era pungente, tanto che costringeva la maggior parte delle persone ad indossare pesanti Montgomery sopra le divise.
Hogwarts, però, rappresentava un fortino protettivo.
All'interno del castello l'aria era intiepidita dalla presenza di numerose candele fluttuanti accese e immensi camini con fuochi scoppiettanti.

Prima delle vacanze di Natale, era consuetudine riunirsi nella Sala Grande per ascoltare i canti festivi del "Coro delle Rane" e mangiare un pasto caldo in compagnia.

"Nel paiolo cuocerà
una serpe acquatica,
denti e scaglie di dragoni
mummie e fiato di stregoni.
Quagli quagli, senza sbagli
fa che la pozione quagli,
Quagli quagli, senza sbagli
fa che la pozione quagli"

Il ritornello della canzone risuonava per tutta la Sala, alla guida del direttore della casa di Corvonero, che impartiva direzioni da sotto il palchetto.

"Chissà che pozione verrebbe fuori unendo una serpe acquatica al fiato di stregone"-ironizzò Mulci a bassa voce, parlando con i Cavalieri riuniti al tavolo di Serpeverde.
"Non so, probabilmente la tua Amortentia"-esordì Avery guardandolo negli occhi, suscitando le risatine soffocate degli altri.

Anche Davina rise, per la prima volta da quando aveva vissuto sulla sua pelle il peggior dolore che qualcuno potesse mai aver sperimentato.
I suoi lividi erano scomparsi, e pian piano cominciava a riabituarsi al sentirsi felice.

Una felicità amara.

Avery passò un braccio attorno al collo di Davina, stringendola a sé per un momento e poggiandole un delicato bacio sulla testa.
Questo gesto era spontaneo quanto vero, e denotava che si stava formando una bella amicizia tra i due. Tuttavia, questo comportamento non passò inosservato ad Étienne, il quale incrociò le braccia subito dopo, infastidito dalla situazione.
E nemmeno Tom riuscì a distaccare lo sguardo dal braccio di Avery, poggiato sul suo diamante.

Sebbene il Serpeverde non provasse alcun sentimento d'affetto nei confronti di Davina, non riusciva a comprendere il motivo per cui si sentisse geloso nel vedere un'altra persona che la toccava.
Voleva avere questo privilegio per sé, ma allo stesso tempo non voleva nemmeno guardarla in faccia per paura di rovinarla.
Era questo contrasto di emozioni a disturbarlo ogni giorno, sin dal momento in cui lei lo aveva umiliato nella Sala Comune il primo giorno di scuola.

Prima che lei fosse una costante nei suoi pensieri, Tom Riddle aveva in mente solo il potere e l'eternità. Ma Davina Black non poteva mai passare inosservata, specialmente agli arguti occhi dell'erede di Serpeverde.

E aveva persino deciso di aspettare nel creare un Horcrux con la sua anima, perché vederla lì ogni giorno accanto a lui, lo faceva in qualche modo sentire vivo.
Guardava i suoi occhi grigi come il cielo invernale e si sentiva vivo.
Il suo sorriso contornato dalle labbra carnose lo faceva sentire vivo.
Il momento chiave nel quale incrociavano i loro sguardi lo faceva sentire vivo.

Non poteva più fare a meno di questi piccoli istanti rubati. Era diventata consuetudine per lui abbandonarsi alle frivolezze di qualche emozione in più.
E si malediceva ogni giorno per questo.
Si malediceva perché non poteva negare che gli piacesse provare qualcosa.

Ma le vacanze di Natale lo avrebbero separato per qualche mese da lei.
Non poté fare a meno di sentire sentimenti contrastanti anche in quel caso; allontanarsi da Davina significava in qualche modo ripartire per concentrarsi su sé stesso e sulle sue priorità, eppure sentiva la necessità di avere più tempo per guardare il suo corpo sinuoso muoversi mentre lei camminava.

Venena -TMRDove le storie prendono vita. Scoprilo ora