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ottobre 2020

La scuola era iniziata da poco più di un mese e chiamarla scuola secondo il personale punto di vista di David era un vero e proprio insulto. Aveva sempre amato studiare, soprattutto materie come letteratura e storia, e sapere che quell'anno sarebbero cominciate le lezioni di filosofia lo aveva rinfrancato per tutta l'estate.

Trovarsi, però, diviso da uno schermo da professori e amici, era una cosa che riusciva ad annullare tutta la voglia che aveva di leggere i suoi libri, sottolineare, fare riassunti, prepararsi per le interrogazioni. Sembrava tutto un sogno, un sogno inizialmente rilassante e poi sempre più opprimente, uno di quei sogni dai quali non ci si riesce a svegliare in nessun modo.

Stava giocherellando con gli auricolari che aveva nella tasca destra della felpa quando la campanella suonò, distraendolo da questi pensieri grigi. Le cose sarebbero migliorate sicuramente, ci sperava davvero. Svuotò lo zaino di scuola e posizionò con ordine quasi maniacale i libri nello spazio appena sotto il banco, tentando di ignorare la sensazione fastidiosa che la mascherina provocava contro la lievissima peluria che aveva sul viso.

Esattamente mentre pensava al fatto che, se non avesse avuto la mascherina, si sarebbe notato il fatto che con la pubertà la barba sul suo viso stava iniziando a fare capolino, i suoi occhi azzurro ghiaccio incontrarono una scritta sul legno bianco del banco di scuola.

Le dita che si agitavano sui fili delle cuffiette si fermarono, e un lieve sorriso increspò le sue labbra sottili mentre si alzava meccanicamente per salutare la professoressa che stava entrando nella classe in quel momento.

"You're the best thing about me, the best thing that evere happened a boy", era questo ciò che era scritto sul suo banco, in un inchiostro blu che non era stato intaccato in alcun modo dai disinfettanti che teoricamente i bidelli dovevano utilizzare ogni giorno in tutte le aule.

Riconobbe immediatamente la citazione, e per tutta la mattina canticchiò quella splendida e romantica canzone degli U2 dalle note malinconiche e il testo lievemente cupo. Fu durante l'ultima lezione, dedicata a filosofia, che decise di prendere la propria penna e scrivere, appena sotto alla prima frase, la sua continuazione.

"You're the best thing about me, I'm the kind of trouble that you enjoy".

Riprese subito a seguire la lezione, lievemente distratto da quella citazione. Si chiedeva chi fosse stato il ragazzo o la ragazza a scrivere quelle parole, in quel corsivo decisamente più disordinato di quello utilizzato da David.

Sapeva che era stato qualcuno della classe che utilizzava quell'aula a giorni alterni con lui, ma non aveva la minima idea di chi potesse essere lo studente della quarta scientifico che conosceva una canzone degli U2.

Fu con questa domanda nella mente che tornò a casa, senza pensare per qualche momento al fatto che il giorno dopo sarebbe stato chiuso in camera per seguire le lezioni, ma con la mente completamente impegnata nel tentare di indovinare chi fosse l'adolescente proprietario di quella scrittura.

Fu con questa domanda nella mente che tornò a casa, senza pensare per qualche momento al fatto che il giorno dopo sarebbe stato chiuso in camera per seguire le lezioni, ma con la mente completamente impegnata nel tentare di indovinare chi fosse l'...

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you're the best thing about me - The Rolling Stones [completa]Onde as histórias ganham vida. Descobre agora