tredicesimo capitolo.

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Lascio cadere la valigia pesante sul parquet non appena sento suonare alla porta.
《 dove la nascondevi questa macchina? 》chiedo alla bionda che si precipita a darmi una mano.
《 la uso solo nelle occasioni speciali 》mi fa l'occhiolino e poi posiziona tutto nel portabagagli, mentre io mi giro un'altra volta a salutare Margareth.
《 grazie ancora 》le sorrido abbracciandola.
《 non mi ringraziare, goditi tutto quello che San Francisco ha da offrirti 》mi risponde stringendomi forte a sé.
Le lascio un bacio sulla guancia e raggiungo Kimberly al posto davanti.
Faccio un lungo respiro per spronarmi a lasciare il posto ormai conosciuto come casa, il mio luogo sicuro, e poi mi giro verso di lei.
Ha un sorriso gigantesco sulle labbra e non riesce a tenere le mani ferme nemmeno sul volante.
《 sei sicura che riesci a guidare? 》.
《 stai zitta ragazza e pensa a quante stronzate e avventure andremo incontro in queste due settimane 》ricambio il suo sorriso realizzando finalmente che non sto lasciando per sempre il 'mio posto', ma ci stiamo solamente allontanando per un periodo di tempo da tutta la merda che si era creata qui.
E soprattutto mi sto allontanando dal mio incubo, Alexander.
Dopo quella sera non ci siamo più visti, ne incrociati per sbaglio, o sentiti per telefono.
Niente.
Ma questa volta non è lui a sparire, sono io, oggi ho io il coltello dalla parte del manico, e voglio tenerlo fin quando non tornerò.
Voglio che sappia quanto bastardo e senza cuore lui sia stato, quanto male mi ha causato e vedere soprattutto quanto io sia cambiata.
Voglio che pensi che mi abbia ferita così tanto da credere che me ne sia andata per sempre, che arrivi al punto di pregarmi di tornare, che senta la mia mancanza come mille lame infilate nello stomaco.
Ho pregato Kyle e Margareth di non dire a nessuno della nostra vacanza, di dire a tutti che ho deciso semplicemente di andarmene.
Per vederlo soffrire come un cane quando non avrà più nessuno da torturare psicologicamente.
ciao ciao mia piccola cittadina.

Il viaggio è stato più corto di quanto pensassi e San Francisco dal finestrino è decisamente molto più grande di Carmel.
Guardo stupita ogni posto che passiamo con la macchina, sentendomi così piccola rispetto a questa città.
Superiamo il famoso Golden Gate Bridge di cui Kimberly mi parlava tanto, e rimango a bocca aperta alla vista delle case vittoriane dai mille colori.
Arriviamo nel quartiere di cui la bionda mi ha parlato per ore, ovvero quello dove noi passeremo le 2 settimane: l'Haight-Ashbury.
Un quartiere nostalgico ma pieno di vita e anche uno dei centri del movimento hippie.
《 girati 》indica alla mia destra senza distogliere lo sguardo dal volante, per poi sostare anche la macchina.
Sgrano gli occhi alla bellezza di quello che mi ritrovo davanti e con un movimento rapido esco dal veicolo.
Alzo la testa per inquadrare tutto e rimango sbalordita alla vista di quattro case vittoriane di colori diversi, ma costruite allo stesso modo.
Kimberly mi affianca e guarda anche lei la casa blu che mi ritrovo davanti.
《 queste sono chiamate le Four Seasons, ovvero le quattro stagioni. Il costruttore, John Whelan, ha deciso di decorare queste quattro case a tempo stagionale.
Questa blu è la Winter House, quella più famosa, a quanto pare John ha vissuto qui con la sua famiglia. Se noti c'è un medaglione centrale che rappresenta proprio un fiocco di neve. Quella color crema invece è la Spring House, abitata da due famiglie, dati i due numeri civici differenti. Quella rosa la Summer House, mentre l'ultima, la mia preferita, è la Fall Hause, il suo medaglione invece rappresenta un fascio di grano 》.
Ascolto incantata la loro storia e mi stupisco da quanta fantasia un uomo possa aver avuto per creare una meraviglia simile.
《 ora andiamo ragazza, siamo quasi arrivate a casa 》rientriamo in macchina lasciando dietro di noi un piccolo pezzettino di me in mezzo a quelle case.

《 nonna, siamo arrivate 》la voce di Kimberly rimbomba nell'ingresso quasi vuoto della casa, mentre i passi di sua nonna si fanno sempre più vicini.
Un viso dolce ed un grande sorriso spuntano da dietro il muro, scaldando così anche il mio cuore ormai dimenticato per strada.
《 piccola Kim! 》dice sua nonna abbracciandola, per poi lanciarmi delle occhiate curiose.
Si avvicina a me sfiorandomi il viso con le mani.
《 hai pianto? 》domanda improvvisamente lasciandomi senza parole.
Non mi avevano avvisato che le nonne possono percepire certe cose.
《 ha avuto una brutta settimana nonna, lei è Aisha 》.
Sembra sempre più curiosa e qualcosa nel mio nome non le va a genio.
La sua espressione è contraria.
《 Chi ti ha dato questo nome? Non ti si addice per niente 》ora capisco da chi ha ripreso Kimberly il suo essere diretta e sincera.
Le sorrido dolcemente facendola rilassare.
《 scusami tanto, ho alcuni problemi con i nomi, piacere di conoscerti Aisha, io sono Susanne 》le stringo la mano e poi la seguo all'interno dell'abitazione.
La casa non è molto grande, io e la bionda condivideremo la stessa stanza contenente due letti singoli, mentre la nonna è al piano di sopra.
Al piano terra c'è anche la cucina ed un bagno, quindi tutto l'indispensabile per passare bene le 2 settimane.
In più sua nonna è davvero molto simpatica e alla mano.
Anche più moderna di Margareth.
《 quindi se ho capito bene tu non ti chiami Aisha 》la signora Susanne sembra non voler accettare il fatto che io non ricordo il mio nome o qualsiasi altra cosa riguardante il mio passato, dato che è la terza volta che mi costringe a ripetere la stessa frase.
《 no nonna, ha perso la memoria 》sbuffa Kimberly appoggiando i gomiti sul tavolo.
《 accidenti, non ti ricordi proprio niente niente? 》.
《 purtroppo no, ma non si preoccupi, con il tempo la memoria si farà viva 》.
《 non mi dare del lei per favore, mi fai sentire più vecchia di quanto io lo sia già 》scoppiamo a ridere tutte e tre ed io mi sento davvero bene in questo posto.
《 nonna noi andiamo al parco, ci vediamo verso cena 》le lascia un bacio sulla guancia e poi si avvia verso la porta.
《 sisi certo, parco e poi Magnolia Pub, come se non conoscessi i tuoi piani 》.
《 non mi rovinare le sorprese 》la nonna alza le mani a mo di resa ed io le sorrido di nuovo prima di chiudere la porta alle mie spalle.
《 è davvero simpatica 》dico alla bionda mentre la raggiungo.
《 è un soggettone, devi ancora conoscerla bene 》.

chi sono?Where stories live. Discover now