quarto capitolo.

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Sono passati 3 giorni da quella sera alla festa..
Per ora ho scoperto solo il suo nome, si chiama Alexander.
In questi giorni ho provato ad incrociarlo a scuola ma niente, ogni volta che io entro in un'aula lui esce, ogni volta che cerco un contatto visivo lui fa finta di non vedermi.
È vero, non lo conosco e non dovrei arrabbiarmi, ma giuro che l'essere ignorata mi sta divorando.
E la cosa che più mi irrita è che io non gli ho fatto niente! Dal principio è stato lui ad avvicinarsi a me, è stato lui a toccarmi, ed è sempre lui quello che mi ordina di stargli alla larga.
perché tutti questi cambiamenti d'umore nei miei confronti? saprà qualcosa? forse dovrei..

Ed ecco che la campanella della seconda ora scaccia via tutti i miei penseri.
Per completare l'opera non ho seguito neanche un minimo di quello che la professoressa di storia ha spiegato.
Oggi Kyle mi ha accompagnata a scuola e poi è sparito, così come Alexander, dato che nell'ora di matematica non incontro nessuno dei due.

Appena la campanella della fine delle lezioni suona mi precipito a casa.
Ultimamente Margareth fa il turno dalle 14 alle 22 ed il loro gruppo è sempre in soggiorno a fare casino mentre io sto rinchiusa in camera per recuperare tutte le lezioni perse, tanto per sentirmi un po' normale.
L'ingresso è vuoto così come anche il soggiorno, ma sento delle voci in cucina, Kyle non è da solo.
So che posso sembrare un'impicciona così, ma se per conoscere e capire in qualche modo Alexander devo farlo, allora lo farò.
Mi affaccio alla porta della cucina socchiusa cercando di non farmi vedere, mentre con la coda dell'occhio cerco di sbirciare dentro.
Aisha combina guai.
Intravedo subito Kyle di spalle e davanti a lui c'è Alexander, seduto sulla sedia.
Sembra intento a.. curarlo.
Ha un panno che continua a passare sull'occhio destro diventato viola e sul labbro inferiore.
《 amico, se la prossima volta non mi spiegherai in che guaio continui a ficcarti, mi rifiuterò di curarti 》afferma Kyle mentre risciacqua il panno insanguinato.
《 non ho bisogno del tuo aiuto 》risponde lui duramente.
《 ehi rilassati, sto scherzando 》una strana tensione s'impossessa della stanza e Alexander si alza di scatto, facendo sbattere la sedia al bancone in marmo.
Kyle indietreggia ma assume un'espressione severa.
《 tu e queste battutine di merda ogni volta, non so perché continuo a chiamarti 》la sua voce è dura e vedo da dietro quanto è teso.
Kyle si avvicina bruscamente a lui ed io ho quasi paura che la situazione stia prendendo una brutta piega, ma rimango qui impallata a vedere la scena.
《 mi chiami perché sono l'unico coglione che ti sta veramente vicino, Dylan quasi non ti sopporta più e Marc è stufo delle tue scenate inutili 》.
《 andate tutti a fanculo 》.
Succede tutto troppo velocemente.
La sedia sbattuta per terra, Kyle che lo ferma ricevendo così un pugno in pieno volto e Alexander che mi si posiziona furioso davanti.
Sbatto contro il muro dietro di me mentre continua ad avanzare nella mia direzione.
È incazzato, da quando lo conosco non l'ho mai visto così fuori di se, oltre alla sua brutta cera.
L'occhio destro è viola e blu ed il labbro inferiore è spaccato.
Sbatte rumorosamente il palmo sul muro, vicino alla mia testa, ed io sono quasi pronta ad urlare.
Ho il cuore in gola e non riesco a respirare.
《 ragazzina ficcanaso 》mi ringhia contro.
I suoi occhi verdi sembrano essere diventati cenere, basterebbero solo questi per spaventarmi.
《 perché cazzo stai sempre in mezzo alle palle tu? perché non capisci che non voglio vederti, che devi sparire dalla mia vita 》.
Urla, mentre io sono lì paralizzata a fissarlo.
《 sarebbe tutto più facile se tu non ci fossi, ma non ti entra in testa 》.
《 ho cercato di fartelo capire con le buone, ma mi obblighi a essere così, quindi te lo dico un'ultima volta, non mi rompere più il cazzo, non ti avvicinare a me e se riesci a sparire, fallo! 》questa volta tira un pugno al muro ed io chiudo gli occhi al rumore delle sue nocche sicuramente rovinate.
Esce sbattendo la porta e mi concedo 10 secondi per realizzare tutto prima di soccorrere Kyle ancora steso in cucina.
Raccolgo il panno bagnato usato precedentemente e glielo appoggio sul labbro mentre lui cerca di tirarsi su.
《 a quanto pare non odia solo me 》afferma in modo scherzoso, ed è la prima volta che non si prende gioco di me.
《 che gli è successo? 》approfitto subito della situazione per capirci qualcosa.
Sono ancora scossa da tutto ma sono ugualmente intenzionata a scoprire che diavolo gli è successo per trasformarsi in questo modo e sono più che certa che nasconde qualcosa.
Ho quasi paura che lui sappia qualcosa riguardo il mio incidente, non so perché, ma questa sensazione cresce ogni giorno di più.
Forse è per questo che insisto, pur peggiorando le cose.
《 non me l'ha mai voluto dire, sono 2 anni quasi che molto spesso torna ridotto in questo modo 》si blocca a causa mia, concentrata nell'ascoltarlo ho premuto troppo sul punto dolente.
《 scusa 》mi affretto a dire, ma lui è tranquillo così mi rilasso.
《 nell'ultimo periodo si era calmato, ma ha ricominciato peggio di prima, gli altri non lo sanno, si è sempre appellato a me per dargli una mano.
Non si fa aiutare e secondo me tutta questa rabbia lo porterà a fare delle stronzate che io non potrò più risolvere 》è veramente preoccupato e sollevato per aver raccontato questo a qualcuno.
《 la ferita non è così grave, riesci ad alzarti? 》gli porgo la mano e lo aiuto a mettersi in piedi, ma non mi aspetto nessun tipo di ringraziamento, mi è bastato il fatto che lui si sia sfogato con me invece di aggredirmi.

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