«Promesso».

***

Qualcuno bussa alla porta e vado subito ad aprirla. Era Harry e non l'ho neanche salutato. Ho lasciato solo la porta aperta e sono tornata in salotto dove c'erano i bambini seduti a tavola. Lily non mi ha parlata per tutto il giorno ed è rimasta attaccata alla TV come una statua.

«Ciao papà». Dicono i gemelli, mentre mi siedo vicino al passeggino di Edward dove stava dormendo.

«Ciao, bambini». Va verso Edward e gli da un piccolo bacio sulla fronte. «Ciao anche a te, dormiglione». Si siede di fronte a me. «Avete fatto i bravi?».

«Sì». Annuisce Jamie, ma Lily inizia a mangiare.

«Lily?». Harry inarca un sopracciglio.

«Sì». Dice con tono freddo e Harry capisce l'intera situazione. Mi guarda come per dirmi "Ne parliamo più tardi".

«A casa faremo i conti, signorina». Ed inizia a mangiare anche lui.

«Sì, mettimi ancora nell'angolo a fissarlo per tutta la sera». Lily fa spallucce ed io sgrano gli occhi. Aveva appena risposto a suo padre. Non era mai successo una cosa del genere. «Tanto non m'importa, papà. Non risolvi niente».

«Lily!». La sgrido e Harry mi fa segno di non preoccuparmi.

«Mi sta veramente deludendo il tuo atteggiamento, Lily Anne Styles. Tu non mi avevi mai risposto in vita tua in quel modo e ora voglio sapere perché sei diventata così». Lily non risponde e ignora Harry, mangiando. «E così giochiamo al gioco del silenzio, Lily?».

«Papà, stai zitto». Gli dice e il silenzio cala.

Porto velocemente Eddie in braccio e corro al piano di sopra per metterlo nella sua culla. Almeno non si sarebbe svegliato per causa nostra. Torno in salotto e Harry sta fulminando con lo sguardo Lily, che continua a non guardarlo. Jamie fissa incredulo sua sorella e posso capirlo benissimo.

«Cosa hai appena detto?». Harry dice.

«Papà, stai zitto». Glielo ripete e adesso fumo di rabbia. Sarà anche piccola e capricciosa, ma doveva finirla ora

«Lily, basta». Le dico.

«Non parlarmi, Rose». Non mi aveva neanche chiamata mamma.

«Lily!». Harry si alza, facendo cadere la sedia all'indietro. «Ora chiedi scusa alla mamma». Mi punta con il dito.

Alza la testa verso Harry e rimane in silenzio per un attimo. «Lei non è la mia mamma e non le chiederò scusa».

Le sue parole fermano il respiro a tutti e a me spezza il cuore in due.

«Lily...». Sussurra Harry, incredulo e ferito anche lui.

Mi avvicino velocemente a lei, girando la sua sedia verso la mia parte. Lei spalanca gli occhi al mio comportamento improvisamnete aggressivo.

«T-tu... Se non mi consideri tua madre dopo anni che mi sono presa cura di te come se fossi stata mia figlia, a-allora...». Balbetto, puntandole il dito. «Non p-provare mai più a farti v-vedere da me».

«Rose, vai di sopra. Parlerò io con lei». Harry mette le mani sulle mie spalle, ma le tolgo via gentilmente.

«No, Harry. Se per lei non sono nient'altro una persona qualsiasi che l'ha accudita per ben sei anni, allora le cose devono andare così». Sospiro. «Non sono niente per lei, quindi non vorrebbe neanche vedermi».

«Rose, senti... Si è comportata da sciocca, non devi agire cos-».

«Vi prego, lasciatemi sola». Dico, andandomene via dal salotto e mi dirigo verso il piano di sopra per andare a controllare Edward. Speravo che la caduta della sedia non l'abbia svegliato.

Infatti, era ancora beatamente addormentato nella sua culla.

Ero ferita profondamente da Lily. So che ha solo sette anni e che dice cose senza pensare, ma quello che ha detto mi ha offesa tanto e ho reagito male. Mi domando come si comportava con Harry.

«Rose?». Harry bussa e alzo lo sguardo verso di lui. «Mi dispiace per quello che ha detto Lily, ma è cambiata ed è diventata più cocciuta e brontolona». Si mette vicino alla sedia su cui ero seduta. «Non vuole parlare con nessuno, quindi la terrò a casa finché non si deciderà a scusarsi».

«No». Scuoto la testa, sospirando. «Ho un pò esagerato a parlarle in quel modo. Può venire quando vuole, Harry».

«No, invece». Mette una mano sulla mia spalla. «Deve capire che quello che ha detto era totalmente sbagliato e deve chiederti scusa».

Sbuffo, mettendomi una mano sulla fronte. «Fate come volete, sto iniziando ad avere mal di testa».

«Okay». Annuisce. «Rose... Per ieri...». Lo sapevo che ne avrebbe parlato. «Scusami, non volevo forzarti a fare qualcosa che non volevi fare».

Guardo attentamente la base del suo collo e la sua mascella. Chissà quante volte lo avevo baciato e marchiato mio.

Lo tiro per il colletto della camicia e premo le nostre labbra in un bacio focoso e bisognoso. Lui asseconda i movimenti delle mie labbra e infila la lingua per accarezzare la mia. Mi alzo in piedi e lui avvolge la mia vita con le sue braccia, continuando a baciarci come se fossero passati anni da quando l'abbiami fatto. So che me ne sarei pentita di questa cosa, ma ne avevo bisogno. Avevo bisogno di sentirlo vicino. Avevo bisogno di assaporare le sue labbra. Avevo bisogno di lui.

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Eccomi con il capitolo nuovo ;)

Vi è piaciuto? Perché a me, onestamente, mi ha soddisfatta il mio lavoro e mi offenderei se non commentaste CX

COMMENTATE E VOTATE, PLEASE ♥

Ci si sente al prossimo capitolo. Baci baci :* :*

The Babysitter 3 √Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt