✎✎Leggere, o non leggere, questo è il dilemma✎✎

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Ciao Stranier*,
è online una nuova recensione, quella di "Anche se non voglio". L'hai letta? Forza, p̶e̶r̶ ̶f̶a̶v̶o̶r̶e̶ leggila e fammi sapere che ne pensi. E poi torna, ché oggi sento la necessità di tirarmela con la corda. Dico, ma l'hai vista che bella la nuova copertina per questo servizio, Stranier*?! È come se la cara miryel (che l'ha realizzata per me – senza nessuna indicazione per di più) mi avesse letto nel pensiero, perché ha capito perfettamente il mood e lo stile del mio pseudo-servizio di recensioni, nonché quello della sottoscritta. Io volo s̶ì̶,̶ ̶s̶u̶l̶l̶a̶ ̶s̶c̶o̶p̶a̶ ̶d̶a̶ ̶s̶t̶r̶e̶g̶a̶ ̶q̶u̶a̶l̶e̶ ̶s̶o̶n̶o̶.

Nel caso necessitassi di una copertina, Stranier*, sai a chi rivolgerti; trovi il servizio nel suo profilo e nel mio elenco di lettura "Servizi\Contest validi di cui ho usifruito".

E ora, solo dopo che hai letto la recensione di Anche se non voglio, ecco l'argomento di quest'oggi.


To read, or not to read, that is the question - Aspirante scrittore edition

Ebbene, Stranier*, nei commenti della recensione della scorsa settimana s̶i̶ ̶è̶ ̶s̶c̶a̶t̶e̶n̶a̶t̶o̶ ̶l̶'̶i̶n̶f̶e̶r̶n̶o̶h̶ [e non lo negare, lo so che sguazzi nei flame come una tartaruga nell'oceano Indiano, ma no, non è questo il caso, mi spiace deluderti] ha avuto luogo un interessante dibattito, a seguito della mia infelice uscita sul fatto che qualunque scrittore fantasy che si rispetti dovrebbe aver letto Tolkien.

Ora.
Non credo ci sia bisogno di specificare che se sei un* scrittore/rice che non ha mai letto Tolkien tu non sia uno scrittore che si rispetti. Ovviamente è un modo d'impatto e un po' m̶o̶l̶t̶o̶ spicciolo per esprimere un concetto che per me è fondamentale: non c'è scrivere senza leggere.

E di recente ho sentito un intervento di Carofiglio (anche piuttosto vecchiotto, credo) nel quale lui guarda m̶a̶l̶e̶ con occhio critico alle varie scuole di scrittura italiane, mettendo in discussione la loro efficacia. Ora, non mi va di entrare in merito alla questione perché – per dirla alla francese – non ne capisco u̶n̶ ̶c̶a̶z̶z̶o̶ un'ovaia strapazzata, però mi è rimasto molto impresso un concetto che lui ha espresso.

Tizio [tale Gianrico Carofiglio, scrittore (e non solo) di fama internazionale] poco poco più famoso di Trix Brunetti [è  i̶r̶o̶n̶i̶a̶,̶ ̶n̶o̶n̶ ̶pura arroganza, Stranier*] può piacere o non piacere, ma ha espresso un pensiero su cui io sono molto d'accordo. Lo riporto di seguito:

"Non esiste nessuno scrittore nel mondo e nella storia della letteratura – a parte forse Omero – che non sia seduto su una montagna di libri letti. (...) Non esiste scrittore senza lettore, e la scrittura è il risultato di molti libri letti, e possibilmente anche un po' di vita vissuta."

[Tizio – e altri tizi come lui – dice questa e altre cose poco interessanti su un sito chiamato ifioridelmale.it. La butto lì, a titolo informativo.]

Lui ha detto tutto per me, grazie Tizio e ciao a tutti.
Scherzi a parte, io condivido in pieno questo pensiero. La mia forma mentis [simile a quella di una gallina narcotizzata] scientifica mi ha abituata a servirmi di formule e teoremi per risolvere i problemi e, per come la vedo io, un libro da scrivere è molto simile a un problema matematico. Se non conosci teoremi e postulati che stanno alla base, ti potrà sembrare di essere il nuovo Liebnitz per aver fatto una divisione a due cifre con la virgola, ma ti può andare di culo fino a un certo punto, perché quello non basterà a risolvere il tuo problema.

Per me la lettura è una (non la sola, attenzione) delle armi più efficaci che un aspirante scrittore possieda per cimentarsi a sua volta nello scrivere. Lo stile, l'impalcatura narrativa, il ritmo della narrazione, le descrizioni, l'intreccio... Ci sono infiniti particolari a cui si può attingere solo leggendo, così da capire cosa fa per la noi, Stranier*, e cosa no.

Per dire, io non mi sognerei mai di scrivere un giallo. A stento ho letto uno Geronimo Stilton a sei anni e mezzo, se mi mettessi a scrivere un giallo oggi, senza avere alcun metro di paragone per il genere che sto andando ad affrontare, nella mia mente potrei anche pensare di essere la nuova Agatha Christie, ma sicuramente nella realtà le cose sarebbero ben diverse.

E come non si copia un teorema, o un postulato, la lettura dei testi altrui non dev'essere una copia [neanche a dirlo], ma uno strumento, un'ispirazione. Un'idea.

E vedo spesso, spessissimo su questa piattaforma accuse di plagi di AA [Autori Arrivati, se non sai di che parlo vai a spulciare tra i capitoli precedenti] che mi fanno rollare gli occhi che neanche Luna Rossa nella migliore delle regate. Belli de zia, gli AA hanno letto a stento dieci righe di Federico Moccia e si credono i nuovi Alessandro Manzoni. Contenti loro.

Dunque, Stranier*, io la penso così; ricordando sempre che io sono nessuno, fammi sapere come la pensi tu, e poi ti saluto, che un bel libro mi aspetta...

RECENTRIX- Il punto di vista di TrixWhere stories live. Discover now