10. Risposte

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Morire, dormire. Dormire, sognare forse.

Shakespeare

– Buongiorno, commissario, la mia segretaria mi ha detto che aveva urgenza di vedermi, ma non ho molto tempo.

– Non si preoccupi, ingegnere, ruberemo pochissimo del suo prezioso tempo.

Lo studio dell’ingegner Bortolotti è al piano attico in un antico palazzo nel centro di Bologna, la scrivania in acciaio brunito e cristallo in mezzo alla stanza contrasta senza stridere con gli stucchi dorati e gli affreschi che decorano pareti e soffitto.

– Le mostreremo ora un progetto firmato da lei, vorrei che rispondesse a qualche domanda in proposito.

– Se posso.

– Certo che può! – poi rivolgendosi al collega – Capasso, la planimetria.

– Villa Nori. – mormora Bortolotti con tono preoccupato.

– Già. Vengo al dunque, ingegnere. Grazie a delle foto in nostro possesso, abbiamo ragione di pensare che quanto è disegnato su questo foglio non corrisponda all’effettiva architettura della villa. Se sbaglio mi corregga.

– Non vedo come possa interessare questo alla polizia.

Sammarchi sospira. – In effetti avrei potuto interpellare il catasto, l’ASL o chissà quale altro ente in grado di farle sospendere l’attività per qualche mese a fronte di gravi irregolarità, ma non è questo che voglio. Io sto cercando di far luce sulla morte di un uomo.

– Povero Andrea. – dice quasi tra sé Bortolotti – Mi aveva chiesto lui di alterare la planimetria. – aggiunge subito dopo a voce più alta. – Non sono stato capace di rifiutare: se un medico ti salva la vita, si crea un legame che va oltre il normale rapporto dottore–paziente. Quando poi mi ha spiegato la motivazione.

– Motivazione? Quale?

L’ingegnere guarda i due poliziotti – Non sapete nulla?

De Vitis guida la volante lungo la provinciale che conduce alla frazione che comprende Villa Nori.

– Se non avessi sentito con le mie orecchie la storia che ha raccontato Bortolotti, non ci avrei mai creduto. – dice Capasso dal sedile anteriore.

– Quando imparerà che la realtà ha più fantasia di qualunque essere umano, diventerà un vero poliziotto e… – la suoneria del cellulare interrompe il commissario.

– Sammarchi.

Silenzio.

– Ho capito. Grazie. – riattacca – era la scientifica, hanno terminato i rilievi sul SUV del professore.

– Qualcosa d’interessante?

– No, tutto regolare: solo tracce di Nori, della sorella e della sedicente moglie.

– Questa cosa proprio non la convince.

– Per niente. Comunque, siamo arrivati. De Vitis, aspettaci in auto.

Sammarchi e Capasso attraversano il parcheggio fuori dal piccolo supermercato, l’insegna dice NALDI MARKET.

Poco oltre la porta a scorrimento automatico, un vecchio con il grembiule bianco sta sistemando i pelati su di uno scaffale.

– Possiamo parlare con il titolare? – gli chiede Sammarchi.

– Sono io. Voi chi siete?

– Polizia, dovremmo fare un paio di domande a lei e a chi si occupa delle consegne a villa Nori.

– Sì, il mio fattorino è appena rientrato da un giro. – poi gridando – Florin! Vieni qui, ti cercano.

Una voce risponde qualcosa da lontano.

Sammarchi fa un cenno a Capasso che riattiva un tablet. Una foto è al centro dello schermo.

– Intanto potrebbe dirmi se in questa immagine riconosce la signora Nori?

– Oh non sono la persona più indicata, ci vedo poco e poi la signora non veniva mai in paese da sola, figurarsi in negozio! Anche quando era col marito stava sempre in auto. Ma ecco Florin, sicuramente lui può aiutarvi meglio di me.

Il commissario ripete la domanda al ragazzo.

– In questa foto non c’è signora.

– E qui? – chiede Sammarchi cambiando scatto.

– Sì, questa è moglie di professore. – conferma il ragazzo.

– Ne sei sicuro?

– Certo! Io la vede ogni consegna.

– Ogni lunedì?

– Ogni due.

Sammarchi guarda il vecchio perplesso.

– È così commissario, guardi qui c’è il blocco delle bolle di trasporto.

Sammarchi scorre alcuni dei documenti – In effetti sono datate un lunedì sì e uno no. Posso tenerle?

– Certo!

– Vedo che le consegne prevedevano il minimo indispensabile per una settimana, forse in quelle restanti la signora stessa si occupava di fare la spesa.

– Non usciva mai dalla villa le dico! – il vecchio abbassa la voce – Non dovrei saperlo, ma lo so – si accosta all’orecchio di Sammarchi, bisbiglia qualcosa e sospira, – Era un ottimo cliente quel professore, pagava sempre senza fare domande. – dice di nuovo a voce alta.

Non svegliarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora