Capitolo 24

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Il viaggio durò ancora tre ore, fino a quando Gil-Galad rallentò davanti ad una parete di roccia con un ripido sentiero sul lato sinistro.

-Siamo arrivati?- chiese esausto Calen.

-Sì, dobbiamo solo percorrere quel sentiero. State in fila dietro di me, mi raccomando. - gli rispose il padre.

Il sentiero era stretto e tortuoso, difficile da affrontare a cavallo. A volte la terra cedeva sotto gli zoccoli di Akira e lei momentaneamente perdeva l'equilibrio, facendomi sussultare.

Per fortuna non durò a lungo. Infatti, dopo una decina minuti, la valle di Imladris si aprì davanti ai nostri occhi.

Imladris era situata su un altopiano roccioso a est, divisa dal fiume Bruinen che si gettava direttamente nel dirupo che circondava la città, formando tante cascate dall'acqua cristallina.

La città era composta principalmente da due parti.

La prima parte era costituita da una solida e possente torre di vedetta, la quale aveva il compito di individuare i viaggiatori che si avvicinano all'ingresso della Casa Accogliente. La torre faceva parte di un edificio che era utilizzato come armeria e stalla, all'interno del quale si trovavano le attrezzature da guerra di Gran Burrone.

La seconda parte invece era la parte abitabile della città, alla quale vi si poteva accedere attraversando un ponte di pietra sospeso nel vuoto. Questa seconda parte di Gran Burrone era una delle più imponenti della Terra di Mezzo, composta da innumerevoli balconate, le quali avevano sia funzione ornamentale che strategica per gli arcieri di vedetta che dovevano individuare eventuali intrusi.

Ero incantata da quella vista spettacolare.

La tentazione di spronare Akira era molto forte, ma cercai di trattenermi.

Finito il sentiero, ci trovammo su uno spiazzo naturale, dal quale partiva il ponte sospeso nel vuoto.

Gil-Galad si fermò di colpo e si girò verso di me.

-Da questo momento dovrai tenere il cappuccio del tuo mantello il più abbassato possibile e non dovrai parlare. La tua identità deve essere svelata solo nella Sala del Consiglio, quello è l'unico luogo protetto. Stai dietro di me e Calen e se qualcuno, chiunque sia, ti rivolge la parola fai parlare me o Calen, intesi?

Annuii con il capo mentre portai il cappuccio fin sopra agli occhi, per poi coprire i miei capelli. Secondo Gil-Galad erano molto appariscenti e avrebbero dato nell'occhio, come era successo a Mithlond.

A quel punto attraversammo il ponte in fila indiana: davanti vi era Gil-Galad, seguito da Calen e infine me.

Le guardie riconobbero all'istante il Re di Mithlond e ci lasciarono passare senza alcuna domanda. Superato l'ingresso, arrivammo nel cuore di Gran Burrone, un ampio spiazzo con ai lati due imponenti statue e con una scalinata che conduceva alle altre parti del complesso. Su di essa vi era un Elfo ad accoglierci.

A prima vista non era un semplice Elfo di corte, anzi, aveva un aspetto molto nobile. I lunghi capelli scuri gli ricadevano sulle spalle insieme a due piccole trecce, gli occhi verdi ci scrutavano da lontano e a mano a mano che ci avvicinavamo sul suo volto si faceva spazio un ampio sorriso. Sul capo vi era una piccola corona elfica bronzea, mentre i suoi abiti erano color porpora con alcuni dettagli dorati sul petto e sulle maniche.

Quando ci trovammo ai sul cospetto, Gil-Galad balzò giù da cavallo.

-Amico mio!

-Gil-Galad, che piacere vederti! Era da molto che non mi facevi visita a Gran Burrone.

|Belthil|Where stories live. Discover now